diciassettesimo

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Sabato 03/10/1987
Luca

Oggi è il fatidico giorno della festa di Silvia. Non sto più nella pelle, e non vedo l'ora di stasera, sento che sarà qualcosa di epico. Ci saranno tutti i miei amici e soprattutto ci sarà Claudio. Quel pensiero fisso che ormai tutti i giorni si insedia nella mia mente. Ormai alla macchina ci ho rinunciato tanto anche sollecitando il meccanico non si risolve nulla... mi tocca Stefano, e beh pur di non farmi accompagnare dai miei faccio di tutto. Non voglio che mi mettano in imbarazzo davanti a Claudio così presto.
Mi trascino finalmente fuori dal mio letto prendendo la felpa e andando in cucina, ovviamente al buio. Piuttosto di accendere le luci al sabato mattina vado contro a un muro.
Comunque, alla luce dei recenti avvenimenti con la macchina, ho deciso che smetterò di usarla per andare a scuola; sinceramente non mi va di rimanere fermo in mezzo alla strada e poi chiamare i miei e il carro attrezzi eccetera. Cioè, ho passato quattro anni a usare i mezzi, cosa mi costa andare avanti per un altro anno. Almeno vedo un po' di gente. Faccio colazione e tiro fuori una felpa a caso dal mio armadio, non troppo pesante, ma ha iniziato a fare freschino alla mattina, non voglio ammalarmi. Sento mia mamma che si sveglia mentre sto sistemando la tazza.
"Ciao tesoro, stai andando?"
"Oh, sì ora che devo prendere i mezzi, devo tornare ai vecchi orari"
"Capisco, ci vediamo oggi pomeriggio allora"
"Va bene. Ah, mamma, ho deciso che non andrò più a scuola in macchina, sai, magari mi si ferma in mezzo o succede qualcosa durante il tragitto, meglio non rischiare"
"Va bene piccino. Stasera quindi sei via?"
"Ah sì, la festa di cui ti avevo parlato l'altro giorno. Ci accompagna Stefano"
"E tu saliresti sulla macchina di Stefano?" dice lanciandomi un'occhiata a metà tra l'interrogativo e il divertito
"Mamma non commentare per favore, già me l'ha detto papà... non metterti anche tu"
"Comunque prima o poi per sta cosa devi fartene una ragione" mi dice sorridendo
"Ma' senti. Mi dà fastidio ok? So che è insensato ma mi dà fastidio"
"A te dà fastidio tutto Luca"
"Ma non è vero!"
"Ah sì? E i biscotti rotti? E le posate sulla destra?"
"Dai lasciami stare" le dico ridendo "Ah, prendo lo skate così arrivo prima alla metro, dove sta?"
"Dove l'hai lasciato l'ultima volta. In garage, io non l'ho spostato"
"Ah, okay. A dopo mamma" le dico lasciandole un bacio sulla guancia e uscendo di casa diretto verso la stazione della metro. A pensarci però avrei potuto chiedere a Claudio di andare insieme... l'ho visto ieri... eh vabbé, magari glielo dico oggi se lo vedo.

Claudio

Oddio, stasera c'è la festa aiuto. Non ce la posso fare. Sarò con tutti quelli più grandi e poi ci sarà Luca e oddio, ci sarà tanta gente? Chi lo sa, non sono mai stato ad una festa così. Devo anche stare attento... la mano non mi è guarita del tutto... e oddio come mi posso vestire? Pantaloni lunghi? Jeans? Camicia? Dovrò chiedere aiuto a mia sorella, lei sì che ci sa fare.
"Claudio, sai come si traduce questo?"
"Eh? Cosa? Come si traduce cosa?" mi dice il mio compagno di banco Giovanni durante un'ora buca
"Ma mi stavi ascoltando? Oppure ho parlato da solo per tutto sto tempo"
"C-certo, ho solo perso il filo"
"Se... Per me eri ancora nel tuo mondo, dovresti concentrarti un po' di più"
"No, sto solo pensando che stasera ci sarà la festa e non so come vestirmi"
"Che festa?"
"Ah ma non te l'ha detto nessuno?"
"No, cioè, ho sentito qualcosa in corridoio ma avevo capito fosse una cosa solo per quelli dell'ultimo anno. E poi, scusa, da quando in qua tu vai alle feste? Non sei mai venuto a nessuna negli ultimi tre anni"
"È per tutti quelli dalla terza in su. E poi in realtà sono stato invitato, non ho potuto rifiutare, anche se in realtà sono un po' tanto in ansia"
"Uh, chi sarà questa misteriosa ragazza?"
"Non c'è nessuna ragazza idiota"
"Ho sentito ragazza?" si gira Laura. Laura è una delle mie più care amiche che ho qui a scuola, in realtà ci ho fatto l'asilo e i primi tre anni di elementari insieme, poi lei si è trasferita e non l'ho più vista fino a quando non ci siamo trovati in classe insieme. Ben presto al nostro duo poi si è aggiunto anche Giovanni e siamo diventati inseparabili. Certo, li conosco di meno rispetto ai miei amici a Cassano con cui ho fatto tutte le scuole assieme, ma sono comunque grandi amici.
"Lau devi sentirla. Claudio è stato invitato da qualcuno alla festa di stasera"
"E abbassa la voce!" gli dico facendo anche cenno con la mano
"Ma non era solo per le quinte?"
"È quello che dicevo io! Ma a quanto pare è per tutti quelli dalla terza in su"
"Che palle, a saperlo prima lo chiedevo ai miei... lo sapete come sono fatti, iperprotettivi..."
"Senti, se ci venissi io, i tuoi ti lascerebbero?" le chiede Gio
"Non lo so, forse sì... dovresti venire tu a chiederglielo di persona..."
"Aspettate, ho un'idea"
"Oh possente genio Claudio Limonta, esponi i tuoi pensieri a noi comuni mortali e illuminaci" mi dice gio scherzosamente mimando un inchino, al quale Lau si mette a ridere
"Ma se invece di dirlo, tu -indico Laura- non ti prepari e basta e glielo dici ai tuoi all'ultimo, quando Gio -e mi giro verso di lui- si presenta sotto casa tua?"
"Non so se funziona... i miei genitori non sono hippie come i tuoi. Mia sorella ci ha provato una volta un paio di anni fa, ma i miei quando è tornata le hanno fatto una strigliata... forse è meglio se passo questa volta"
"Ah capisco, c'è sempre la festa di Halloween, puoi rifarti con quella. Ora, qualcuno di voi ha già iniziato a studiare spagnolo?"
"Io -mi dice Lau- ma ho solo sistemato gli appunti, ti servono?"
"Solo quelli del ventitrè, non c'ero alla prima ora ricordate?"
"Ah sì, come dimenticare quel figo di Luca che mi ha parlato... Aspe, non è che ci vai con lui alla festa?"
"Potrebbe avermi invitato sì"
"Ma siete così amici?"
"In realtà l'ho incontrato un paio di settimane fa, sapete che mi sono trasferito. In paese non conosco nessuno e quindi ho cercato un posticino tutto mio in campagna. È stato un caso fortunato diciamo"
"Che culo, onestamente mi piacerebbe avere amici in quinta, fa tutto più figo"
"Ma dai, non è che solo perchè qualcuno è in quinta fa più figo. Cioè, tra due anni saremo al loro posto, non credo cambi qualcosa"
"Sì ma, caro il mio Claudio, nessuno qui ha amici in quinta a parte quel gruppettino snob della C. Sei tipo una leggenda! Ma come cazzo hai fatto?!"
"Senti, non è che ora io sono una leggenda solo perché conosco uno più grande. Le circostanze in cui ci siamo conosciuti erano super imbarazzanti, cioè... è letteralmente caduto davanti a me"
"Che figura di merda ahaha"
"Sì in effetti è stato imbarazzante. Comunque, secondo voi cosa posso mettermi stasera?"
"Non saprei... cerca qualcosa di figo ma casuale. Cioè, sei figo, vestiti bene e rimorchia"
"Sì... rimorchiare" ah già. Piccola pecca dei miei amici: non sanno che sono gay. Solo quelli di Cassano e sinceramente mi va bene così. Glielo dirò quando sarò sicuro che nessuno i prenderà in giro anche qui. So che comunque posso fidarmi di Giovanni e Laura, ma non si sa mai... magari lo vanno a dire in giro o se lo lasciano scappare... glielo dirò quando me la sentirò.
"Ah, lo so io cosa puoi metterti! Ti ricordi quella camicia che avevi su l'anno scorso al diciottesimo di mio fratello?" mi dice Lau illuminandosi
"Prima di tutto, io non ho mai visto quella camicia, e seconda cosa... Come mai eri al diciottesimo di suo fratello?"
"L'ho invitato io. C'era tutta gente più grande, ovviamente, ma gli avevo promesso che sarei andata e quindi ho invitato Claudio. È stato divertente e lui era fighissimo con su quella camicia"
"Furfanti, e perché non me l'avete chiesto?"
"Eri a quel matrimonio giù in Calabria, ricordi? Quello della nipote della cugina di tua madre. Non te l'abbiamo chiesto proprio per questo" gli dico, poco sorpreso dalla sua scarsa memoria
"Comunque, aveva su un paio di jeans normalissimi e le sue solite scarpe rosse, ma aveva una camicia da urlo. Era rossa, collo a punta e bottoni aperti, tipo una di quelle che indossa John Travolta in "La febbre del sabato sera", non so se hai presente. Poi per l'occasione aveva messo su pure gli orecchini quelli neri ed era un figo pazzesco. Una ragazza della classe di mio fratello non riusciva a levargli gli occhi di dosso, ma ovviamente questo nerd ha tenuto il profilo basso ed è stato con me tutta la serata, evitando di andare in giro. Ha bevuto una birra sola. Una di numero. E un bicchiere solo di spumante."
"Male Claudio, malissimo. Cosa ti insegnano a Cassano? E comunque, voglio le foto"
"Forse sono riuscita a salvare un paio di polaroid che mi hanno scattato a sgamo, dovrei avercele in camera. Comunque era una bomba quella sera"
"Non sapevo avessi questo lato festaiolo e ribelle. Sei proprio un figo"
"No cioè -mi metto la mano dietro al collo in imbarazzo- la camicia era di uno dei miei zii, ce l'aveva mia mamma in un armadio. E non ho un lato festaiolo e ribelle -alzo le mani mimando- lei mi aveva detto di vestirmi figo e così ho fatto"
"Spaccherai stasera allora -mi dice Giovanni- e rimorchierai un sacco di ragazze, sono geloso. Prossima volta diccelo prima mh?"
"Lo farò. Ma se tipo venite da me oggi? Scegliamo insieme cosa mi metto, facciamo merenda insieme, magari ci facciamo un giro"
"Bella idea, ci sto, a che ora?"
"Facciamo alle tre? Vi scrivo l'indirizzo, passatemi i diari -gli dico per poi prenderli e scribacchiarci sopra la via di casa mia- Non fate tardi"
"Va bene capo. Ora continuiamo a fare sta roba così non dobbiamo farla oggi pomeriggio" gli dico per poi riprendere tutti e tre a fare ciò che stavamo facendo. Penso che stasera andrà alla grande.

La festa si avvicina!!! Comunque piccolo regalino dopo che mi sono depressa guardando Un Professore. Ho dovuto tornare da questi due per restare sana.
Alice

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