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Martedì 22/09/1987
Luca

Tutto il tragitto verso casa lo passo a parlare con Stefano, di calcio, di atletica, di scuola, di ragazze, ma ciò di cui parlavamo, ciò che mi diceva Stefano, tutto insomma, mi entrava da una parte e usciva dall'altra. L'unico pensiero fisso che avevo in mente era la festa e Claudio. Come posso fare ad invitarlo... come posso dirglielo in modo che non sembri un appuntamento? Continuo ad annuire a ciò che mi dice il mio migliore amico, ma appena sposto lo sguardo, incrocio quello di Claudio, puntato sul mio. E lì tutto si cancella, è come se nella mia mente non ci fosse più niente se non lui, il ragazzo del naviglio, con cui ho condiviso il mio posto segreto.
"Luca -sento qualcuno che mi chiama- Luca ma mi stai ascoltando almeno?"
"Mh cosa?" gli rispondo uscendo dal mio stato di trance
"Non hai sentito ciò che ho detto?"
"Scusa, ero sovrappensiero, che hai detto?"
"Ti va di fermarti a casa mia a mangiare? Oggi non c'è nemmeno mio fratello"
"Boh, si ci sta"
"Perfetto"
"Ste siamo arrivati scendi" gli dico scendendo dalla metro per poi incamminarmi verso casa di Stefano.
Mentre cammino però continuo a pensare al ragazzo che cammina pochi metri dietro di noi... chissà se anche lui sta pensando a me. Chissà se sa della festa o se sarò io a sorprenderlo...
"Oh ci fermiamo a prendere la pizza?"
"Io ci sto, non c'è nulla in casa mia, mia madre deve andare a fare la spesa e ho il frigo vuoto, bella idea"
"Hai i soldi?"
"Io metto la casa, la pizza la paghi tu"
"Uffa che scroccone"
"Parla quello che scrocca sempre soldi per le macchinette"
"Senti me li dimentico ok?"
"Se" entrambi ci mettiamo a ridere mentre arriviamo davanti al portone di casa sua, sulla via principale del paese. Mentre ci fermiamo, Claudio ci passa davanti e incatena i suoi occhi verde speranza ai miei per poi salutarmi "Ciao Luca"
"Ciao Claudio" gli dico con un sorriso spontaneo per poi guardarlo superarci e girare nella via di casa.
"Ma chi era?"
"Ah, sì, un ragazzo di terza linguistico che ho conosciuto l'altro giorno"
"E com'è? Simpatico?"
"Boh sì, è un tipo a posto, chiacchieriamo volentieri, e poi abita nel cortile di fronte al mio, si è appena trasferito da Cassano"
"È figo, scommetto che tutte le ragazze della sua classe gli cadono ai piedi"
"Ma che dici!"
"E beh dai guardalo!" si mette a ridere mentre apre il portone. Saliamo le scale e poco dopo entro nella casa familiare del mio migliore amico. Un'ondata di ricordi mi travolge; è una sensazione che provo spesso quando vengo qui. Sarà nostalgia, non ci do peso, anche se a volte ripensandoci mi rendo conto di essere stato fortunato ad avere un gruppo di amici con cui mi sono sempre sentito bene.
Dopo aver mangiato la pizza decidiamo di guardarci qualcosa in televisione in attesa che gli altri arrivino. E così uno dopo l'altro Giorgio, Cristina e Silvia citofonano al campanello e fanno la loro comparsa nel salotto di Stefano, riempiendolo di chiacchiere e di risate. Iniziamo a fare latino, ognuno cerca di tradurre ciò che può anche se delle due versioni, una l'abbiamo copiata tutti da Giorgio, quello che ha voti migliori.
"Ma perchè dovete copiare tutti da me?"
"Eddai, non abbiamo copiato, il termine esatto è rielaborato" dice Cristina
"Si, rielaborato... non avete nemmeno fatto uno sforzo"
"E invece sì, solo che a me è uscito qualcosa che non sta né in cielo n in terra"
"E a me anche se era uscita abbastanza giusta non piaceva, quindi ho preferito rielaborare anche io" dice Stefano mettendosi sulla difensiva
"Luca digli qualcosa tu!"
"Non ci penso nemmeno, da me copiano già matematica"
"Allora la prossima volta mi farò pagare"
"Certo che sei un mercenario!"
"Si chiama business, sapete quanto ci potrei guadagnare?"
"Non metto in dubbio nulla, ma almeno per i tuoi migliori amici potresti fare uno sconto"
"Potrei...ma no" si mette a ridere seguito a ruota dal resto del gruppo che dopo aver finito latino prepara la merenda.
Il pomeriggio così passa tra risate, versioni di latino e compiti di matematica e inglese, finché poi non arrivano le sei e uno ad uno ci dirigiamo tutti verso le rispettive abitazioni. Nel breve tragitto che c'è tra casa di Stefano e la mia mi metto a pensare al modo giusto per chiedere a Claudio della festa; cerco di fare qualche ipotesi sulla situazione, o magari sulle frasi da dire ma quando arrivo a casa sono più confuso che mai. Ma che poi, perchè ci sto pensando così tanto? Non è da me. Anzi, dovrebbe che ne so, piacermi Cristina, dovrei ricambiarla se così vuole. Da come mi ha detto Stefano, sembrerebbe essere cotta di me... beh in effetti oggi spesso l'ho beccata a guardarmi. E se fosse tutto vero? Io non voglio che succeda nulla, ho paura di perdere la nostra amicizia e di separare il gruppo, non voglio fare il guastafeste. Certo che però è strano... In questo periodo ci sono momenti in cui fatico a riconoscere me stesso, in cui vedo una persona totalmente diversa da me ma che allo stesso tempo è uguale e pensa come me. Oh, sì, è decisamente troppo strano. Mentre rimugino su tutto questo, apro il portone e una volta arrivato in casa mi fiondo in camera mia a sdraiarmi sul letto.
"Luca, hai finito i compiti?" mi dice mia madre dall'altra stanza
"Sì, li ho fatti da Ste" le dico per poi portarmi la mano alla fronte... Devo finire di ripassare latino per domani!

Scusate per questa fine un po' così ma non sapevo cos'altro aggiungere.

Alice

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