𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒊. {mikey x reader}

Treno {25}

Se ve lo state chiedendo, siccome sono stronza, mikey dormiva davvero e quindi non sa nulla del bacio >:'(.
Insultatemi pure Hahahahha.

(t/n)'s pov

Giorni dopo si venne a sapere che quello che Emma e draken volevano organizzare era un' uscita in piscina, due notti in un hotel e tre giorni alle piscine.

È sembrata un'ottima idea a tutti, così accettammo senza fare complimenti.

Domani si "parte".

«mikeyy»
«che c'è?»
«hai già preparato la tua valigia?»
«a me basta uno zaino»
WOW.

«ah vero, non è una gita»
Mi ricordai, prendendo alcune cose e mettendole in uno zaino abbastanza grande.
«secondo te..»
«secondo me?»
Replicò mikey.
«dovrei portare il costume che mi ha fatto comprare Emma? Poi magari ci rimane male...»
«massì, ti difendo io dai cattivi sguardi»
Disse abbracciandomi.
«ok,allora va bene»
Dissi, un po' più rasserenata.

Poco dopo mikey si distrasse dal telefono ed io mi dirisi verso il bagno, per fare una bella doccia.
Se solo non ci fossero trenta gradi la farei  bollente.

Sciolsi i capelli dalla coda che avevo fatto e mi tolsi la maglietta, incominciando a guardarmi nello specchio che c'è.
Non so il perché, però era da tanto che non mi "guardavo".
Le occhiaie da quando sono qui sono diminuite, perché riesco a dormire.

Stavo per togliermi i pantaloni, ma QUALCUNO ENTRA SENZA BUSSARE.
«...A-AH! SCUSA, SCUSA, SCUSAMI (T/N)!»
Urlò il biondino per poi chiudere la porta con un grande tonfo...

Mi sono preoccupata più del fatto che mi sono spaventata a morte che per il fatto che mi ha vista mezza nuda.
In fondo è come se mi vedesse in costume... No?

(secondo me no ma okk).

Mi infilati sotto la doccia e dopo una mezz'oretta uscii, vestendomi.
Lasciai i capelli bagnati, come sono solita a fare.

«ma quanto ci hai messo?»
Mormorò mikey.
«boh»
«scusa per prima-»
«non fa niente»
Dissi sorridendo, mettendo una mano nei suoi capelli scompigliandoli.

È così bello...

«che ai mangia questa sera?»
Domando.
«che ne dici se ordiniamo due pizze?»
«va bene!»

Ordinammo le pizze per le 20 e poi mangiammo.

Ora sono le 21.
«andiamo a dormire»
Affermò mikey.
«che!? Così presto!?»
«domani dobbiamo alzarci alle cinque per prendere il treno ed il viaggio dure quattro ore. Così riposiamo un po'»
«ok, mamma»
Gli risposi.
«Non è giusto che non soffri il solletico!»
Disse, con un broncio infantile.

Be', è un bel vantaggio.

Skip time, la mattina dopo davanti il treno.

Portavo sulle spalle mikey, che di svegliarsi non ne voleva sapere.
Ma insomma, dovrebbe essere lui a prendere me!

«buongiorno»
Mormorarono tutti.
Oh, sembriamo zombie.

Entrammo nel treno, c'erano i posti a quattro a quattro.
Io ero con mikey accanto, con di fronte draken ed Emma.
«ma non si è mai svegliato?» domandò Emma.
«no, solo per prepararsi. Poi è crollato nuovamente»
«è un caso perso»
Disse draken.

«ciao (t/n)!»
Mi disse takemichi, che è seduto dietro di me.
«oh, ciao»
«riguardo a-»
So' dove vuole andare a parare.
«credo di aver capito qualcosa.»

Sussurrai.
Il ragazzo annuì e si rimesse a posto.

Mikey, si svegliò.
«buongiorno bello addormentato»
Esclamai.
«giorno nuvola»
«nuvola?»
Replicarono draken ed Emma.
«eheh».

«uffa...... Che facciamo!?»
Domandò Emma con tono infantile ma annoiato.
«non saprei»
Risposi.
«umh... Giochiamo ad un gioco. In ordine alfabetico noi dobbiamo dire un'oggetto. Per esempio, prima con la A, poi con la B, eccetera. Chi dice la stessa cosa di un'altra persona perde»
Disse mikey.

«inizio io. Automobile»
Dissi.
«anello«
Disse Emma.
«armadio»
Disse mikey.
«arco»
Disse draken.
È un gioco strano, però passiamo tempo.
«Bastone»
Dissi.
«bilancia»
Disse Emma.
«barca»
Disse mikey.
«bolla»
Disse draken.

È così proseguiamo con lo stesso giro.

«marmitta»
Dissi io.
«motore»
Disse Emma.
«marionetta»
Disse mikey.
«monumento»
Mormorò draken.

Arrivammo alla Z.
«zaino»
Dissi, sempre io.
«zaffiro»
Disse Emma.
«zafferano»
Disse mikey.
«zoccoli»
Disse draken.

È già passata un'ora.
Però, è stato carino questo gioco improvvisato.

Poi, però, mi addormentai, mikey mi svegliò all'arrivo e questa volta mi caricò nelle sue spalle portandomi, insieme agli altri, in hotel.

.

.

.