capitolo 17

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era tutto finito... i ragazzi nel giro di 10 minuti sarebbero partiti e avrebbero raggiunto la loro città, la loro casa e anche io avrei fatto così.
cristiano aveva fatto in modo che la mia macchina sarebbe arrivata a roma e così fu.

il momento dei saluti era arrivato salutai tutti e per ultimo barella.
"ci vediamo tra 3 giorni amore" disse nicolò che si era offerto di venire a trovarmi a verona
dopo i saluti tutti salimmo in macchina e ognuno per conto proprio raggiungemmo la nostra abitazione.

arrivai a casa alle 17.30, non sapevo cosa aspettarmi, non parlavo con mia sorella francesca da quando la ho beccata baciare nicolò.
ero davvero arrabbiata e non volevo sapere niente di lei.
respirai profondamente e entrai in casa, si stava bene era tutto come lo avevo lasciato e la mia camera anche.
salutai i miei fratelli enea e simone, cristiano, mamma e... raggiunsi la mia camera per riporre i miei vestiti nell'armadio.

mamma mi raggiunse, si sedette sul letto e iniziò a parlarmi.
"ei...." disse con aria delusa.

"ei mamma"

"non credi di dover parlare con tua sorella?" disse accennando un piccolo sorriso.
era nuovo per lei vedere me e francesca litigare, non litigavamo mai.

"non voglio sapere niente di lei peró allo stesso tempo mi manca la mia sorellina" dissi.

mi disse di andare a parlarle e che lei avrebbe capito la scelta che nicolò ha fatto e sarebbe stata felice.

mi feci la doccia e subito dopo andai a bussare alla porta di mia sorella "posso?" chiesi a voce bassa.

"entra" disse una voce flebile.

entrai e abbracciai fran, mi venì spontaneo.
parlammo tanto e facemmo pace.
lei capì che nicolò ed io eravamo davvero innamorati.
si fecero le 20 quando nostra madre ci chiamò per la cena.

scendemmo le grandi scale e raggiungemmo la sala da pranzo.
era grande, con un tavolo di legno apparecchiato con amore e con 12 sedie intorno.
per cena c'era la pizza.
speravo non tirassero fuori l'argomento nicolò anche se sapevo sarebbe successo.

"e ora cosa farete tu e nicolò?" chiese cristiano curioso.

"non si sa, per ora so che fra 3 giorni viene a trovarmi poi si vedrà" dissi.

mi mancava già tantissimo.
la sera sparecchiai e lavai i piatti, diedi il latte dal bieberon a enea e per le 21 lo misi a dormire.
era tornata la mia solita routine.

mi misi il pigiama e lessi una storia a simone che verso le 22 pure andò a dormire e io, finalmente da sola decisi di prendere il telefono e chiamare il mio ragazzo.

non squillò. aveva il telefono spento.
cavolo, non sapevo se era arrivato a casa e non sapevo nemmeno se stesse bene.
ero preoccupata.

ero agitata quindi mi misi le scarpe presi la borsa e andai a farmi il giro del quartiere fissando lo schermo del telefono sperando in un suo messaggio o in una chiamata.

accesi una sigaretta che in breve tempo finì.

dopo 30 minuti il telefono squillò, non aspettai nemmeno un secondo per vedere chi era.
guardai ma non era lui, era pessina che mi chiedeva se fossi arrivata a casa.

lo chiamai, avevo bisogno di supporto e sapevo che lui ci sarebbe sempre stato per me.

rispose dopo pochi squilli e mi raccontò un bel po' di cose.
mi rassicurò e mi disse che molto probabilmente aveva il telefono scarico e che stava bene.

l'unico fra tanti |Nicoló BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora