XXIII

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Osa sempre, pentirti mai ~Aran Cosentino

Iwaizumi non dormì quella notte.

Divenne intimamente familiare con i modelli del respiro di Oikawa e con il costante tamburo del suo battito cardiaco. Passò le dita tra i capelli del bruno più volte di quante ne potesse contare, e tracciò la linea ordinata della sua mascella mentre dormiva.

Iwaizumi non riusciva a dormiva, e la sua mente non smetteva di agitarsi.

Oikawa non si svegliò prima delle undici, il che non era sorprendente, considerando la notte fonda che avevano fatto. Non doveva essere al ristorante prima delle due, quindi Iwaizumi non si era preoccupato di svegliarlo.

Oikawa si agitò con un basso mormorio e un sorriso assonnato. I suoi occhi si aprirono per trovare Iwaizumi, e la foschia di soddisfazione del mattino gli cadde sul viso.

Alzò una mano tra di loro e premette i polpastrelli delle dita sotto gli occhi di Iwaizumi, contro gli anelli scuri che sembravano lividi. "Hai dormito, Iwa-chan?" disse, uno sbuffo del suo alito mattutino galleggiò sul viso di Iwaizumi.

Iwaizumi gli scostò la mano e gli lasciò cadere un bacio sulla fronte. "Non preoccuparti. Cosa vuoi per colazione?"

"Smettila. Non puoi dirmi di non preoccuparmi e aspettarti...".

"Ti preparo la colazione", disse Iwaizumi, "e poi dobbiamo parlare".

Le proteste di Oikawa morirono sulle sue labbra.

"Ieri sera", disse Oikawa a bassa voce, "quando hai detto che mi ami... hai cambiato idea?"

Iwaizumi coppò il lato del viso di Oikawa e passò un pollice su uno zigomo pallido. "Non cambierò mai idea. Non si tratta di questo".

Oikawa sembrò solo un po' sollevato. "Ok. Credo che andrò a farmi una doccia, allora. Ti va?"

"No, preparo solo la colazione. Vanno bene uova e riso?"

Oikawa annuì, e Iwaizumi scivolò fuori dal letto. Sentì gli occhi di Oikawa su di lui mentre usciva dalla stanza, ma non si guardò alle spalle per controllare.

Non voleva guardare troppo a lungo quello che avrebbe potuto perdere.

Oikawa amava le docce lunghe e inutili, ma quella mattina era entrato e uscito in meno di dieci minuti.

Iwaizumi stava ancora ai fornelli, riconoscendo la presenza di Oikawa quando entrò in cucina e si sedette al tavolo.

Nessuno dei due parlò. Iwaizumi distribuì le loro colazioni su due piatti, ne servì uno al suo ragazzo e fissò il proprio mentre Oikawa mangiava.

"Mangia, Iwa-chan".

"Non ho fame." Spinse il suo piatto dall'altra parte del tavolo. "Prendi il resto."

Oikawa lo spinse indietro. "Non lo voglio."

Iwaizumi non si mise a discutere con lui. Non ne aveva l'energia.

Oikawa si alzò e fece il giro del tavolo, lasciandosi invece cadere sulla sedia accanto a Iwaizumi. Si spostò in avanti in modo che le loro ginocchia si toccassero e intrappolò una mano di Iwaizumi tra le sue. "Parla con me".

L'ultima cosa che Iwaizumi voleva era dire a Oikawa cosa c'era che non andava. Ma, durante la sua notte insonne, aveva stabilito che era l'unica cosa che poteva fare. Non era giusto tenerglielo nascosto, non quando era direttamente coinvolto. Meritava di sapere.

"So chi vende la droga", disse senza mezzi termini. Era troppo esausto per formulare la frase in modo più delicato. "So chi sta incastrando Semi".

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