Capitolo tredicesimo: il passaggio , figlio amato.

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Theodor e Arlene dormono nello stesso letto, sono abbracciati , nessuna unione è avvenuta in quel materasso se non quella delle loro anime. Il braccio di Theo si appoggia al petto di Arlene , e i volti si guardano ad occhi chiusi, senza mai cambiare la loro direzione.
È mattina.
Theodor sente le campane, e le campane volevano dire solo una cosa. Il passaggio era oggi.
Theodor- Arlene , Arlene svegliati!
Arlene- Theo , abbracciami...è presto.
Theodor- No, no , no. Senti le campane?
Arlene- E allora?
Theodor- il passaggio è oggi...
Arlene- Oddio, moriró.
Theodor- No...
Arlene- Si , moriró. Avresti dovuto portarmi via ieri.... Perchè non l'hai fatto? Sei uno stronzo, mi lascerai di nuovo e piuttosto che esse molestata, questa volta verrò mangiata direttamente!
Arlene scoppia a piangere . Come biasimarla.
Theodor-Non succederà, l'ho promesso. Ieri. D'ora in poi non ti faranno più del male. Ora asciuga quelle lacrime donna! Ci serve un piano.
Arlene- quale piano?
Arlene piangeva così tanto da non aver nemmeno capito che "ora asciuga le tue lacrime donna!" , sarebbe dovuta essere una frase motivazionale , magari anche per titar fuori un respiro di sollievo, o un leggero sorriso.
Jessie - Buongiorno lupetti.
Arlene- Mi sei venuta a prendere per uccidermi vero? Oddio, moriró.
Jessie- Theodor mi è venuto a minacciare mentre tu dormivi, non voglio uccidere nessuno, voglio aiutare... sono costretta .
Theodor- Okay il piano è questo...
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Hagan- Lupi! Anziani, giovani, nascituri! Benvenuti ! Siamo qui all'ennesimo rito della nostra bellissima esistenza! Siamo qui a percorrere , di nuovo , dopo mille e mille anni ancora, il rito per eccellenza della nostra specie! Siamo qui, per il passaggio : l'unico evento dove il figlio ha la possibilità di scontrarsi con il padre! E l'ultimo evento dove io saró presente... Vi saluto , miei cari compagni, e vi auguri una vita piena di cacciagione e di riproduzione! Auguro alla mia famiglia un palazzo pieno di lupetti che scorrazzano tra le mura, e i corridoi. Auguro una discendenza di potere, di vittorie, e di rispetto.

I lupi esultavano di fronte ad un discorso così forte, e Jessie... la "piccolina di casa" , versó le sue lacrime nel vedere l'ultima volta il padre.

Jessie- Papà...
Sussuró con il fiato sospeso.

Ecco arrivare Devis.

Devis- Lupi! Sono lieto di presentarmi, non più come figlio di Hagan, ma come discendente e nuovo successore della famiglia Berserker. Una famiglia potente, che per millenni vi ha donato solo rispetto e cibo a volontà. Una famiglia che anche nei periodi di magra, sacrificava se stessa solo per il popolo! Vi auguro altri mille anni di rispetto, anzi, mi auguro di riuscire a portarvelo... miei cari sudditi!

Bel discorso Devis... peccato che di quelle parole, le uniche vere siano ben poche.

Devis- Oggi lotteró con mio padre, uccidendolo. Come lui fece con mio nonno, e mio nonno con il mio bisnonno ... e via dicendo. Dunque cacciate un ultimo ululato e onorate mio padre ancora un ultima volta... Hagan Berserker!

E dunque i lupi prostrarono il volto alla luna, splendente nel cielo , che rischiarava i boschi e la natura attorno... e permisero il loro ultimo ululato ad Hagan.

Devis- Bene , puó bastare. Sono felice di aver scelto i miei regali da solo... ora ve li mostro. Lì , al tavolo, vedete legata una ragazza , sì! Quella ragazza mora con un pezzo di stoffa addosso! Ahah le darei più tempo di vita se solo non mi fossi già divertito con lei!

Il popolo sghignazzava e tirata fuori la lingua in segno di "fame" , contro la povera Arlene.

Devis- Inoltre, le mie due nuove pellicce. Due lupi che hanno rinnegato la nostra famiglia ... e dunque meritano la morte. Ma nessun pelo andrà sprecato... non preoccupatevi.

Charly e Bloody erano chiusi in gabbia, vivi, ancora.
Sta per iniziare il combattimento...
Devis e il padre Hagan si posizionano al centro dello "stadio" , o appezzamento di terreno, come preferite.
Anche Hagan era un lupo grigio, il loro pelo era simile , se non fosse per i peletti che spuntavano dalla fronte , bianchi per la vecchiaia del padre.
Devis- Addio papà...

Theodor - Addio Devis.

E di nuovo tremarono gli alberi, questa voce oscura che si faceva sentire, e i suoi passi che si avvicinavano. Devis sapeva, ma non voleva sapere. Il lupo bianco per eccellenza, l'unico che avrebbe potuto uccidere chiunque, se solo avesse voluto. Il lupo bianco, come il suo animo, per la prima volta si mostró come combattente : sporcandosi di sangue.

Devis- Oh lupi, vi presento l'umano della nostra famiglia. Un lupetto bianco che vive nella città!

Theodor , nonostante le occhiatacce del popolo, era interessato solo ad avvicinarsi al padre, baciarlo in fronte.

Theodor- Ti salvo io ... Hagan. E porteró via anche gli altri. Jessie ti aspetta, vai da lei.

Hagan- Ma il rito...

Theodor- Questo rito non fa per me, ne per te. Governerai ancora per molto, la tua morte verrà per malanno , non di certo per un combattimento con uno a cui non gli spetta nulla.

Hagan si sposta e va ad abbracciare la figlia, quante parole sensate dietro quel discorso. Quanta somiglianza a quelle parole che Abbie, fu in grado di sussurrare tanto tempo fa .

Theodor - A noi Devis.

Devis si scaglia contro il fratello , e si attacca al suo pelo perfetto. Ma Theodor, con una semplice bracciata del suo arto anteriore, lo porta a terra . E struscia almeno per 3 metri prima di fermarsi.
Devis si rialza,tira fuori gli artigli, con un movimento della zampa. Corre  e tira un pugno a mano aperta al fratello... che ovviamente, abbassa il corpo e si scaglia contro il ventre a morsi, provocando una ferita non da poco . Devis urla di dolore e Theodor con il suo braccio enorme, il doppio se non il triplo rispetto agli altri lupi, lo prende per il collo e lo sbatte contro un albero. Devis, quasi privo di sensi, e sanguinante, cerca di rialzarsi e mentre Theodor prova ad attaccarlo di nuovo , qualcuno lo chiama.

- Basta Teo, non è questo che ti ho insegnato.
Theodor- chi sei?
Abbie- Sono qui, girati.

Era davvero lei, ed era bella come il padre la ricordava, peccato che non l'avrebbe potuta vedere.

Abbie- Figlio amato, purtroppo io e te non ci siamo detti molto , ma quelle tante carezze che ti ho dato quando ti cullavo, sono servite a farti conoscere l'amore, ad apprezzare i gesti, e a vivere . Non come vive un uomo , ne come vive un lupo. Ti ho insegnato a vivere come vive un essere buono, di qualunque stirpe tu faccia parte, nulla ti nega di comportarti da re. Tuo padre era un re, non un sovrano. E questo mi portó ad amarlo, e scrivere poesie per lui.

Theodor- Mamma...

Gli occhi di Theodor che si riempirono di lacrime e il cuore che batteva all'impazzata . Non riuscì a distogliere gli occhi da quella bellezza . Abbie si illuminava, Teo sapeva che non fosse reale, ma ció la rendeva ancora più bella.

Abbie- E vederti da qui, nella tua forza ma anche nella tua bontà , mi ha convinto di dover dedicare qualcosa anche a te.

Le sue braccia si alzano al cielo e la luce divampa fino alla luna stessa, coprendo ogni stella. Il vestito di Abbie era azzurro, i capelli mori scendevano lungo la schiena e si muovevano come se fossero in vita, lucidi, e brillanti.

"E mai mi trovasti imbattendo un uomo
così speciale da essere lupo,
Mai i miei versi furono più dedicati ad altro
Se non a lui
Mai potè pensare di creare qualcosa di così speciale
E fu così
Che il più bel dono arrivó tra le mie braccia
Frutto dell'amore, figlio della natura, regalo del cielo
Theodor, lupo da padre , uomo da madre
Sei il più bel dono che l'universo mi abbia dato"

Non disse altro, solo che quella poesia era per lui, e si era capito.
Theodor smise di combattere, chiamó le guardie, che portarono via il fratello e lo imprigionarono nella torre più alta .

Teo andó alla tavola, dov'era legata Arlene.

Arlene- Che ... che hai fatto?

Theodor- Ti racconteró... Andiamo amore. Torniamo a casa .

Le parole che tutti vorrebbero sentirsi dire, dette proprio dall'unico uomo che Arlene volesse ascoltare.

Vabene Theodor, è ora di tornare a casa.

Abbi cura di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora