Capitolo 13

3K 194 44
                                    

Rimasi seduta sulla panca per tutta l’ora di pranzo, nella stessa posizione, a riflettere.
Quante cose erano cambiate da quando aveva messo piede in quel mondo? Tutte quelle piccole cose, quei dettagli che porteranno magari ad un disastro.
Ho paura di quello che potrà succedere d’ora in poi, ma sinceramente non ho idea di come rimediare.
Dopo un’ intensa riflessione, arrivai al punto che non avrei potuto fare niente per fare andare le cose come sarebbero dovute andare. Capii che da quel momento, la saga si stava riscrivendo da sola, e nessuno avrebbe saputo cosa sarebbe successo, d’ora in poi.
Le occhiatacce di Draco mi arrivavano dritte e taglienti dall’altro lato del tavolo, ma cercavo di non curarmene e lo stesso faceva Harry.
Harry. Era di lui adesso che dovevo preoccuparmi, perché se avessi potuto aiutare in qualsiasi cosa, lo avrei fatto, e promisi a me stessa che avrei tolto Harry da quel guaio. Non avrebbe potuto passare neanche un giorno in più insieme a Draco, figuriamoci un’intera permanenza.

Dopo pranzo, Ron si unì a noi alla ricerca della casa di Hagrid. Mentre camminavamo assieme per raggiungere la casa del guardacaccia, mi resi conto di quanto fosse strano quel nuovo trio, e pensai subito ad Hermione.
- Ron quando avrete lezione di Incantesimi? – gli chiesi
- Io …  boh, in realtà non lo so
- Mh, va bene
Quando arrivammo di fronte alla casa, Harry alzò il braccio ed esitò, poi bussò velocemente.
Si sentirono dei forti latrati, e la voce di Hagrid che gridava dolcemente “Buono Zanna!”.
Aprì la porta, e con aria sorpresa e felice ci fece entrare velocemente, chiudendosi la porta alle spalle. Il grande danese nero corse gioioso verso di noi, subito dopo fece un giro su se stesso e mi piombò addosso.
- Aaaargh! – esclamai ridendo
- Oh Zanna, lascia subito andare la signorina! – e così dicendo l’omone tirò via il cane.
Mi rialzai con l’aiuto dei ragazzi, e mi guardai intorno. Come già saprete, la casetta era formata da un’unica stanza, e conteneva prosciutti e altra carne che non riuscii ad identificare appesi al soffitto. Di lato, un grande e semplice letto occupava quasi tutta la parete.
- Accomodatevi pure – disse Hagrid dirigendosi verso una grande teiera.
Facemmo come ci era stato detto.
- Hagrid, ti presento Ron – disse Harry girandosi verso il rosso – e Nicole – si rivolse a me.
- Un altro Weasley eh? – fece una piccola risata – e tu? Che graziosa signorina, scommetto nata babbana – aggiunse guardandomi gentilmente.
Io e Ron gli sorridemmo, poi Hagrid riprese
- Ecco, qui ci sono dei biscotti. Li ho fatti io sapete? E’ uno dei miei passatempi preferiti – e versò del tè nelle tazzine che aveva preso insieme alla teiera.
Sapevo già come erano i biscotti di Hagrid, e in tutta sincerità non avevo voglia di spappolarmi i denti. Esitai prima di afferrarne uno, insieme a Ron ed Harry – i cui sguardi deliziati mi facevano ridere- e lo portai alla bocca.
- Davvero buoni, Hagrid – riuscii a dire tra l’ammasso di roccia che sbatteva contro i denti.
Harry e Ron annuirono debolmente, e mi guardarono incerti.  Intanto Zanna aveva poggiato la testa sulle mie ginocchia, sbavandomi tutti i vestiti. Cercai di non farci caso, ma fortunatamente dopo qualche secondo si scollò e si trasferì su di Harry.
- Allora, come è andata la vostra prima mezza giornata?
Facemmo un piccolo resoconto di ciò che era successo oggi, tra i commenti di Hagrid riguardo gli insegnanti e i leggeri latrati di Zanna che continuava a sbavare sui pantaloni di Harry.
Quando arrivammo alla lezione di Piton, Hagrid disse con indifferenza che Piton non era come tutti pensavano.
- Non farci caso, Harry, il professor Piton non piace quasi a nessuno – disse seccamente, evitando il suo sguardo - Beh, a parte a gran parte dei suoi studenti forse, loro lo amano – aggiunse ridendo e alzando lo sguardo verso di noi.
- Io e Nicole no, però – disse Harry guardando un punto impreciso ai suoi piedi.
Hagrid sospirò
- So che non ti va a genio la tua casata Harry, ma non preoccuparti, Serpeverde è piena di pregi che scoprirai col tempo.
Sorrisi all’osservazione di Hagrid e diedi una leggera gomitata ad Harry.
- Resta il fatto che Piton mi odia – aggiunse alzando lo sguardo – non importa se si comporta male con tutti, credo proprio che mi abbia preso di mira. Altrimenti non sarebbe entrato con l’intento di interrogarmi, no?
- E infatti non l’ha fatto – dissi
- Andiamo, l’avete visto voi due! Appena ha messo occhi sulla cicatrice ha iniziato – sbottò
Rimanemmo tutti in silenzio, neanche Hagrid aveva risposte adesso.  
Il silenzio fu rotto da lui però, che si rivolse a Ron
- E dimmi, tuo fratello Charlie cosa fa? Adoravo quel ragazzo, mi piaceva come si comportava con gli animali – e qui sorrise di nuovo.
Ron iniziò a raccontare il lavoro di Charlie con i draghi, in Romania. Ma qualcosa mancava, avevo la sensazione che qualcosa di importante stava per non accadere.
Cercai di ricordare, mi spremetti le meningi più che potei, ma non riuscivo a ricordare cosa sarebbe dovuto succedere lì, quel giorno, a casa di Hagrid.
Mi rigirai tra le dita una ciocca di capelli, mentre Harry fissava la teiera davanti a lui.
Ricordati Nicole, ti prego, ti prego
La risata di Hagrid riempì la stanza e la mia testa, Harry si scosse e si voltò verso di lui.
- Oh beh, mi fa piacere – aggiunse asciugandosi le lacrime – salutamelo tanto, quando torna.
Ron, che aveva le lacrime agli occhi anche lui, annuì fortemente e si alzò dalla sedia.  Harry fece lo stesso, ma io entrai nel panico.
No no no, sono sicura che doveva succedere qualcosa, no ti prego
- Grazie di tutto Hagrid – esclamò Harry
- Aspettate, aspettate! Ecco qui – e così dicendo prese un pugno di biscotti – un bel po’ quindi, data la grandezza della sua mano – e ce li offrì
Con dei sorrisi forzati, Harry e Ron ne presero un po’ e li intascarono
- Nicole? – Ron mi guardava con gli occhi socchiusi
Mi alzai e, sorridendo, presi la mia scorta di biscotti e li intascai anche io.
Mentre ci incamminavamo verso il castello, lo sguardo vacuo di Harry faceva capire che era immerso in chissà quali fitti pensieri.
E anche io, lungo tutto il tragitto, cercai di pensare e pensare, ma ancora niente. Eppure, la sensazione era così forte da farmi entrare nella disperazione.
- Qualcosa non va? Ti vedo turbata – commentò Ron
Mi scossi
- Io, ehm, no è che … stavo ancora pensando ai biscotti di Hagrid – e così dicendo ficcai velocemente la mano in tasca e la scossi, facendo sentire il rumore dei biscotti che sbattevano tra di loro.
Ron rise
- Si, quei biscotti sono pessimi, ma Hagrid mi piace molto
- Si, quello sicuramente – dissi sorridendo
- Harry? – chiamammo
Harry, assorto nei suoi pensieri, continuò a camminare, ma stavolta parlò.
- Hagrid mi nasconde qualcosa su Piton, ne sono sicuro
- Oh Harry! Non pensarci troppo, o ti verrà davvero un mal di testa – sbottò Ron
Mi fermai di colpo.
La rapina alla Gringott! Che stupida!”
- Nicole! Ma che ti prende? – Ron ed Harry erano tornati indietro, e mi guardavano confusi.
Io non badai a rispondergli. “Il giornale non c’era, Harry non l’ha preso, quindi non ha potuto scoprirlo. E adesso?”
- Nicole! – Harry mi spinse da un braccio
- Eh! – risposi infastidita
- Cosa diamine ti prende?
- Niente! Proprio niente! Andiamo. – e così dicendo ripresi imperterrita a camminare, con i due ragazzi alle calcagna.
Arrivati al castello,mi rivolsi a Ron
- E se venissimo un po’ nella sala comune dei Grifondoro? – chiesi speranzosa
Ron sembrava confuso
- Io, beh, credo che possiate venire, si …
- Perfetto! – e così dicendo li incitai a camminare verso la torre dei Grifondoro.
- Come mai la sala comune dei Grifondoro? – chiese Ron
- Sono sicura che è molto più accogliente della nostra
- Lo credo anch’io – commentò Harry
Rimanemmo in silenzio per un po’, salendo le scale e cercando di stare attenti a quando cambiavano.
- Non vi è sembrato un po’ strano Hagrid? – chiese di colpo Harry
- No … - rispose Ron
- Non mi sembra – mentii io
- Ad un certo punto non mi guardava negli occhi, cercava di evitare in tutti i modi il mio sguardo.
-Fammi indovinare, quando parlava di Piton? – chiese divertito Ron
- Ron, quello mi odia. E sono sicuro che sotto c’è qualcosa.
- Ma non hai visto come ha trattato Hermione? Anche con lei è stato crudele – mi inserii io
- Si ma … è diverso – concluse lui.
Lo so, Harry” avrei voluto dirgli
Arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa, ci fermammo.
- Tappiamoci le orecchie – dissi canticchiando. Io e Harry ci mettemmo le dita dentro le orecchie, e Ron recitò la parola d’ordine.
Quando entrammo, quasi mi pentii di essere finita in Serpeverde. Una triste malinconia si impossessò di me, e mi sentii al colmo della tristezza. Adesso sapevo quanto avrei voluto essere una Grifondoro, trascorrere le serate in quella stanza accogliente, giocando con i gemelli Weasley  e ridendo con Ron ed Hermione. Ero così abituata ormai a quell’atmosfera, da non riuscire nemmeno più a pensare a come sarebbe stato ritornare in quella cella fredda e cupa.
Harry pareva mostrare le mie stesse sensazioni, e questo bastò per farmi sentire ancora più in colpa.
Ron si lasciò cadere di peso sul divanetto rosso al centro della stanza, e noi facemmo lo stesso con le due poltrone lì accanto.
Adesso dovevo solo trovare un modo per inserire il discorso.
- Non vedo l’ora che ci siano le lezioni di volo – disse finalmente Harry
Sorrisi e pensai ad Harry nella squadra di Quidditch … “Oh no,no. Harry nella squadra di Quidditch dei Serpeverde … no, a questo non ci avevo proprio pensato! Merda, che casino!”
-Già, peccato però che quelli di primo anno non possano partecipare alle elezioni di Quidditch – disse tristemente il rosso.
- Quidditch? – chiese incuriosito Harry
- Si! Non dirmi che non hai mai sentito parlare del Quidditch, Harry!
Nessuno pareva badare a me, e a come stavo entrando piano piano nel panico.
Quindi, Harry non verrà preso come cercatore dalla squadra dei Grifondoro, e quindi tutto si capovolgerà. Perfetto, uno dei tanti prossimi sogni di Harry infranto”
Mentre Harry e Ron parlavano animatamente dello sport, io cercavo di mettere insieme i pezzi per informare Harry della rapina.
Allora, rapina alla Gringott nella stessa camera dove tenevano la pietra filosofale. No, aspetta. Allora, c’è stata una rapina alla Gringott, non ricordo quale giorno, ma non è importante … ah no! Si che è importante! Era il giorno del compleanno di Harry, quindi … ah si! Okay, perfetto.”
- Ragazzi! – esclamai
I due si zittirono e mi guardarono
-Si?
- Che c’è?
- Scusate se vi ho interrotti, sembrava molto interessante, ma mi sono appena ricordata di una cosa che ho saputo da poco, non so se voi già lo sapete.
- Che è successo? – chiese Harry
Sospirai
- Allora, il 31 Luglio – si, giorno del tuo compleanno Harry – c’è stata una rapina alla Gringott, ma fortunatamente non è stato preso niente. Si dice che avevano svuotato la camera quello stesso giorno.
Harry si fermò un attimo a riflettere, e sperai con tutta me stessa che pensasse quello che volevo.
- Oh, è da un po’ che non si sente parlare di rapine alla Gringott. Beh, l’importante è che non hanno rubato niente – disse Ron
Harry mi guardò
- Quel giorno io e Hagrid siamo andati a prelevare il denaro per le spese che avrei dovuto fare per la scuola … poi siamo andati in un’altra camera …
Si, Harry, si! Si!”
- c’era solo un sacchetto piccolo e logoro. Hagrid l’ha preso con molta cautela, ma non ha voluto dirmi cosa conteneva. Possibile che stessero cercando quello?
I miei occhi si illuminarono
- Io credo di si – dissi poi,facendo finta di niente
- Boh, può darsi – disse incerto Ron
- Ne parlerò con Hagrid la prossima volta – decise Harry.
Bene, ce l’avevo fatta. Adesso non restava altro che continuare la giornata e cercare di arrivare a letto scansando i pensieri negativi, almeno per oggi. 

Hogwarts esiste.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora