Capitolo 11

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Quella mattina, se non fosse stato per Ylenia, avrei perso la metà delle lezioni mattutine.
I grandi scossoni che ricevette alle 7 in punto la fecero svegliare ben bene.
- Mi hai tolto già dal primo giorno di scuola il dubbio per il regalo di Natale. Una bella sveglia farebbe comodo sia a me che a te, non posso mica fare questa vita per sette anni – Ylenia era già pronta,in uniforme scolastica e borsa a tracolla.
Mi alzai sbadigliando e mi stirai
-Oh non farla tanto lunga! Questo è solo uno dei miei peggiori difetti – sorrisi
Ylenia guardò un punto sulla parete dietro le mie spalle con fare drammatico, si portò una mano alla fronte ed esclamò
- Oddio! Che vita ardua mi aspetterà d'ora in poi! – e rise.
La guardai male e mi alzai.
Di solito la prima cosa che avrei pensato nei normali giorni di scuola media sarebbe stata "Cosa metto oggi?", ma fortunatamente l'uniforme mi salvava quella mattina.
Mi avvicinai all'armadio e quando lo aprii, trovai tutti i miei vestiti ordinati, e l'uniforme all'inizio della fila.
La presi e la guardai con una mano alla bocca.
Un'altra cosa da aggiungere alla lista dei sogni irrealizzabili realizzati.
Ylenia sbuffò
-E'solo un'uniforme! E non è nemmeno delle più belle...
La fulminai con lo sguardo, zittendola.
In un baleno la indossai e un secondo dopo fui già di fronte al lungo specchio  posto al lato destro della stanza.
Per arrivarci dovetti passare davanti alle altre ragazze che condividevano la mia stanza, ma non ci feci molto caso, e nemmeno loro, visto che si stavano preparando per scendere a fare colazione.
Mi guardai allo specchio, e in quel momento giurai a me stessa che non avrei mai tolto quella meraviglia dal mio corpo. Giuramento impossibile,ovvio.
Quando mi voltai, vidi le ragazze che mi osservavano, allora decisi che quello era il momento giusto per fare conoscenza.
- Allooora... ham,si... io sono Nicole. Piacere di essere la vostra compagna di stanza. E di casa... e di... e di primo anno..e..
Gli sguardi delle compagne non erano dei più gentili, ma tra loro una sola prese parola
-Mi chiamo Elly, piacere mio – sorrise – loro sono Amy, Katy e Charlie.
Le ragazze risposero in coro con dei semplici "Hey, piacere e ciao"
Sorrisi a tutti e intercettai lo sguardo di Ylenia
-Lei è Ylenia – la indicai
Ylenia, colta alla sprovvista, sussultò.
- Si...piacere – alzò la mano in segno di saluto
Mi avvicinai a grandi passi verso di lei, e dissi
-Andiamo a mangiare
Mi guardò seccata e annuì. Raccolsi la borsa e misi dentro i libri che mi servivano per quella mattina. Trasfigurazione,Storia, Erbologia e Pozioni(due ore)
Salutammo e uscimmo dal dormitorio
-Uff – sospirò Ylenia – menomale che ci sei tu.
La guardai e risi
- Già. La tua vita è segnata, cosa faresti senza me? – continuai a ridere
Lei fece un verso di scherno e mi diede un colpo sul braccio
- Parlavo della stanza! Le nostre nuove amichette non mi stanno molto simpatiche.
Feci spallucce e uscii dalla sala comune, con Ylenia alle spalle.
Una volta oltrepassato il quadro, mi girai e vidi cosa lo occupava.
Un monaco dallo sguardo tetro ci fissava col broncio, facendo un lungo verso di evidente fastidio.
- Insomma! Cosa avete da guardare? Andate via, sono sicuro che avete di meglio da fare – sbottò il monaco.
Non risposi neppure, girai i tacchi e filai via, con Ylenia sempre alle calcagna.
- Io non voglio avere un monaco come guardiano. E' inquietante. – dissi
- Oh si, lo è – rispose
Salimmo le scale dei sotterranei e arrivammo al piano terra, se così si può chiamare.
-Bene, siamo usciti da lì. Adesso dobbiamo solo trovare la Sala Grande. – dissi
Se fossimo stati all'entrata, avremmo di sicuro trovato la strada, ma eravamo sbucati in un corridoio con diverse svolte, e non avevamo idea di quale prendere.
Ironia della sorte, un fantasma passò di lì proprio in quel momento.
- E' davvero un fantasma? – Ylenia parve sorpresa persino quanto me.
In risposa, mi avvicinai lentamente e chiesi
-Mi scusi, ci potrebbe indicare la strada per la Sala Grande?
Il fantasma si voltò e mi sorrise
- Oh ragazzina, non c'è bisogno che usi quel tono formale con me. Ormai qui tutti mi considerano un'amico – mi fece l'occhiolino.
Arrossii, mi avevano sempre insegnato a parlare in quel modo, con persone che non si conoscono. Poi, figuriamoci con uno di chissà quale epoca. Ma gli sorrisi e rifeci la domanda
- Okay, allora... puoi dirmi dove si trova la Sala Grande? Io e la mia amica non sappiamo come arrivarci.
Il fantasma sorrise e fece un inchino
- Seguitemi
Feci cenno ad Ylenia di seguirlo, e ci incamminammo. Dovettimo allungare il passo, perché il fantasma fluttuava più velocemente di quanto mi aspettassi.
Arrivammo di fronte al portone della Sala, e lì il fantasma ci lasciò con un altro inchino. Non feci in tempo nemmeno a ringraziare, che era già sparito.
Entrammo. Il soffitto quel giorno era di un grigio chiaro, con un po' di sole visibile.
Abbassai lo sguardo, il tavolo di Grifondoro era pieno di armonia. Ron ed Hermione erano già nel bel mezzo della colazione, decisi di avvicinarmi.
Trascinai con me Ylenia, che rimase tutto il tempo in disparte.
- Hey! – Hermione sussultò e posò la forchetta, voltandosi verso di me. Ron invece, versò tutto il succo di zucca sui pantaloni dell'uniforme.
-Miseriaccia! – si tastò i pantaloni e sbuffò -  Non farlo più! Potevo soffocarmi. E adesso come faccio?
Scoppiai a ridere e presi un tovagliolo dalla tavola
- Oh buongiorno anche a te ! – e così dicendo lasciai cadere il tovagliolo sulle sue gambe
- E buongiorno anche a te Hermione!
- Ham, si.. buongiorno – sorrise forzatamente.
Non avevo ancora stabilito un buon legame con lei. In realtà, non avevo nemmeno provato a parlarle dopo il dialogo sul treno.
- Allora – sfregai le mani – com'è andata la vostra prima notte ad Hogwarts?
Sapevo fosse una domanda stupida, ma dovevo pur aprire la conversazione in qualche modo,no?
Fu Ron il primo a rispondere
- Bene, direi. Ho dormito con un ghiro.
- Anche a me è andata bene, il letto era molto comodo – Hermione spalmò un po' di marmellata alle more sulla fetta di pane che teneva in mano fin dal mio arrivo.
- A te invece? -  domandò Ron con la bocca piena di uova e pancetta.
Ripensai al lungo pianto che feci prima di addormentarmi, e ripensai al risveglio, con le mie nuove compagne di stanza.
- Tutto bene – sorrisi – ci vediamo pomeriggio, okay? –aggiunsi.
Ron mugghiò in risposta, e Hermione fece cenno di si con la testa, sorridendo, stavolta spontaneamente.
Mi voltai e mi ricordai di Ylenia solo in quel momento, vedendola. Avevo dimenticato di presentarla.
Non diedi peso alla cosa, e la presi per il braccio, portandola al tavolo dei Serpeverde.
-Harry! – Il ragazzo con la cicatrice era seduto nello stesso posto della sera precedente. Avevo dimenticato anche lui.
- Nicole! Come hai passato la nottata? – disse lui facendomi posto.
- Con quei letti, come pensi l'abbia passata? –risi – L'ho passata bene, dai.
Versai il succo di zucca nel bicchiere e chiesi
- A te invece? Oh, aspetta! Non sei capitato nella stessa stanza di Draco, vero?
Harry giocherellò stancamente con la forchetta
- Si, si che ci sono capitato. Come pensi abbia passato la notte?
Non potevo crederci. Harry non meritava più di tutto quello che aveva già passato, ed era tutta colpa mia. Continuavo a ripetermelo, tanto che quel pensiero mi tormentava. Come avrei potuto vivere una permanenza felice, con Harry che soffriva più del dovuto?
Lo guardai a bocca aperta
-Mi dispiace. Non meritavi di stare insieme a lui... Non preoccuparti, ti aiuterò a farlo sembrare più sopportabile.
- Chi, lui? – fece un verso di scherno – mh, non sembra una cosa possibile.
-No, non lui, il fatto. La permanenza. Proverò a rendere il tutto meno pesante.
-Grazie... - lascio la forchetta e sorseggiò il suo succo di zucca.
Feci lo stesso, e guardai le uova strapazzate. Ne cacciai un po' nel piatto, e le mandai giù in pochi minuti.
Non riuscivo a non pensare a quello che potrebbe essere successo quella notte, nel dormitorio dei ragazzi. E non riuscivo a non pensare a come tutto sarebbe cambiato d'ora in poi.
Harry Potter, nella casa dei Serpeverde, con Piton come direttore. Harry Potter che condivide la stanza con Draco Malfoy.
In quel momento ricordai le parole di Harry
"Perché sei tanto allarmata? Da come parlavi di questa casata, non sembrava tanto male"
Ma certo, se non fosse stato per lei, Harry avrebbe continuato a pensare che Serpeverde fosse uno schifo, e sarebbe finito in Grifondoro, la sua vera casa, la sua vera strada.
E anche stavolta aveva vinto Voldemort. La sua parte dentro Harry lo aveva portato lì, e per colpa sua Harry non aveva fatto niente per fermarlo.
Una voce la distolse dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo e scoprì che il richiamo proveniva da una ragazza seduta di fronte a lei. Lunghi capelli dorati, viso ovale, zigomi alti e carnagione chiara. E gli occhi.. oh wow
La ragazza riprese
- I miei occhi ti impressionano? – rise – piacere, sono Althea, e ti ho appena chiesto se potresti passarmi il sale – mi sorrise.
Presi il sale e glielo passai
- Io sono Nicole... hai degli occhi...
-Strani? – aggiunse lei divertita
­- Si. Non  ho mai visto degli occhi di due colori diversi.
Gli occhi della ragazza erano uno marrone e uno verde. Strani, ma belli.
Lei rise di nuovo
- Ho l'eterocronia, porta ad avere il colore degli occhi uno differente dall'altro.
- Wow – borbottò Harry, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
-Uh! Tu sei Harry Potter! Tanto piacere – gli sorrise.
Guardai l'orologio, mancavano 10 minuti all'inizio della lezione di Trasfigurazione, e dovevano sbrigarsi se volevano arrivare in tempo, trovare la classe non sarebbe stato facile.
Richiamai Harry e gli feci vedere l'ora, lui annuì e ci alzammo.
Mi girai verso Ylenia
-Vieni con noi alla lezione?
-Oh,no. Vi raggiungo dopo. – sorseggiò un po' di succo di zucca e mi sorrise.
Ricambiai il sorriso e mi avviai fuori dalla Sala Grande, con Harry accanto.
Un po' più avanti a noi, c'era Amy, la mia compagna d'avventura in stanza.
Mi avvicinai, portandomi dietro Harry
- Ciao Amy, stai andando a lezione di Trasfigurazione? –domandai
- Si – sorrise – vi serve una mano? – il suo sguardo si posò su Harry, e poi automaticamente sulla sua fronte
-Si, grazie - dissi
- Seguitemi, mia cugina di terzo mi ha spiegato dove si trova. – sorrise -
A quanto pareva mi ero fatta un'idea sbagliata su di lei, e sicuramente anche sulle altre.
La seguimmo su per le scale dei primi due piani, poi verso il corridoio svoltando a sinistra, e poi svoltando a destra dopo due aule.
- Ecco, dovrebbe essere questa l'aula
Bussammo.
- Si? – rispose una voce da dentro.
-Si, è questa. La voce è della McGranitt – borbottò Amy. 

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