Mentre percorrevo le fredde mura dei sotterranei ripensai al giorno prima, tra uno sbadiglio e l'altro. Le lezioni erano andate piuttosto bene e di compiti ancora neanche la traccia. Non aspettai Harry quella mattina, volevo prendermi qualche minuto per riflettere da sola. La scorsa notte pensai di andare dritta da Draco e cercare di risolvere la situazione, ma sapevo benissimo che non sarebbe cambiato niente anzi, avrebbe peggiorato la situazione: così decisi di andare nell'ufficio di Silente quella mattina stessa.
Il vociare di ragazzi alquanto allegri e festosi arrivò alle mie orecchie prima di mettere piede nella Sala Grande, appena entrai la prima cosa che i miei occhi ancora assonnati e mezzi chiusi videro, fu il luminoso luccichio degli smeraldi nella grande clessidra dei Serpeverde. Mi strofinai gli occhi a percorsi dritta il tavolo dei verdi e argento, arrivando direttamente alla fine della tavolata.
Presi un poco di pane e ci spalmai sopra un bel po' di marmellata alle more, addentando la mia colazione alzai lo sguardo e vidi Ylenia camminare a passo veloce, con una mano teneva la borsa e con l'altra si sistemava i capelli.
-Insomma che modi sono! Mi sono alzata e non c'eri più. Non ti dico niente sul fatto che ti sei alzata prima del previsto, ma potevi almeno aspettarmi o chiamarmi – mi disse tenendo il broncio. In tutta risposta mi avvicinai e le stampai un piccolo bacio sulla guancia destra.
- Si certo – disse lei sorridendo
Una testa rossa spuntava da dietro un ragazzo del sesto anno seduto davanti a me. Sorrisi al pensiero di rivedere Ron, ma quando mi sporsi di lato per salutarlo mi resi conto che non si trattava di lui, bensì di Percy.
" Beh ovvio, è troppo presto anche per uno come Harry, figuriamoci per Ron"
Fui felice di vedere invece che Hermione era già lì, che scambiava due parole con Lavanda, anche se si vedeva che si trovava a disagio anche con lei ancora.
Scossi la testa e mi versai un po' di succo di zucca. Incredibile quanto potesse essere buono, e io che fino a quel momento avevo sempre pensato che non esistesse bevanda più orribile. Non vedevo l'ora di provare la Burrobirra.
Non avendo niente da fare, fissai Ylenia per tutto il tempo che impiegò a mangiare, e ce ne voleva eh, era più lenta di una lumaca.
Sorrisi quando vidi Harry camminare verso di me, con sguardo trionfante e i capelli in disordine.
- Oggi ho vinto io – disse soddisfatto
Risi e alzai il cinque, lui rispose battendo la sua mano contro la mia.
- Allora? Racconta! – ma proprio in quel momento Draco fece la sua entrata, colmo di rabbia e con Crabbe e Goyle alle calcagna. Stranamente non fece caso a nessuno di noi due.
Feci spallucce ad Harry, ma agii troppo presto. Draco e Pansy ci stavano fissando in modo losco, e subito dopo la ragazza attaccò con una risatina isterica alle parole del biondo che le sussurrava all'orecchio.
Harry non ci fece caso.
- Non preoccuparti, le cose cambieranno
- In che senso? – mi chiese lui
- Non vuoi cambiare stanza?
- Beh ... mi piacerebbe, si ma ... non è possibile no? Non credo si possa fare molto
- Vedremo – dissi accennando un sorrisetto compiaciuto.
Draco e Pansy continuavano la loro chiacchierata, ma Harry voleva tenere il gioco, così iniziò a raccontarmi tutto guardando costantemente verso la loro direzione.
- Quando mi sono svegliato ero completamente coperto, il piumone mi passava sulla testa e finiva alle gambe del letto, dove poi ho scoperto che era legato a quelle con della corda. In poche parole, al mio risveglio mi sono trovato rannicchiato nel letto in una posizione stretta e scomoda.
- Non ti mancava l'aria? – chiesi allibita
Harry si mise a ridere
- Oh no, sai non credo che avrebbero voluto uccidere qualcuno il secondo giorno di scuola – continuò a ridere – avevano fatto un buco alle lenzuola e al piumone, credo gli bastasse solo tenermi lontano dalle lezioni per un po'.
Draco, dall'altro lato del tavolo, aveva sicuramente intuito che stava per essere preso in giro e diventò di colpo serio e più attento.
- Come cavolo hai fatto ad uscire?
Harry diventò di colpo più serio
- Oh, beh ... all'inizio avevo paura perché non avevo la minima idea di come fare, ma poi mi concentrai sul buco che avevano fatto. E' stato facile, ho semplicemente aperto e aperto ancora di più il buco, tirandolo con le mani, fino a quando non riuscii a far passare il corpo. – Mi mostrò le mani, pieni di segni rossi.
Non sapevo cosa dire, guardai Malfoy e scossi la testa, poi Harry continuò sorridendo
- Eh indovina un po'? Malfoy non toglie le scarpe quando va a letto – scoppiai a ridere.
- Sul serio? – chiesi, guardando ad un tratto Malfoy, che guardava verso di noi con un ghigno sprezzante.
- Oh si! Quando uscii dalla trappola dormivano ancora tutti, e poi vidi le scarpe di Draco che sbucavano da sotto il piumone. Mi vestii in silenzio, poi mi avvicinai cautamente alle scarpe.
- E poi? – chiesi divertita
- E poi un classico – si mise a ridere – ho legato i lacci delle scarpe tra di loro. Ho visto un mio compagno, una volta, che lo faceva all'insegnante perché lo aveva visto fare in tv – sorrise compiaciuto.
Non potevo crederci, fantastico! Anche se dovevo ammettere che da Harry non mi sarei mai aspettata tutto questo.
- E' caduto?
- Beh, mentre uscivo dalla sala comune ho sentito un tonfo e delle grida. Il resto l'ho solo immaginato.
Ridemmo entrambi e ci voltammo verso Draco, il cui sguardo ci fece trasalire.
Non importava, aveva vinto Harry quella volta.
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- Ron! Cosa ... ?
- Shh! – mi zittì, poi la sua faccia e le orecchie presero uno strano colorito rosso porpora.
- Perché non sei a lezione? – sussurrai
Boccheggiò, poi mormorò qualcosa di incomprensibile e guardò a terra.
- Uhm ... cosa? – chiesi curiosamente
Lui sospirò
- Io ehm ... ho litigato con Hermione, ecco, lei è a lezione e io non voglio vederla. E' pazza quella!
Scoppiai a ridere in un modo assurdo, non sapevo neanche il motivo. Ron mi guardava sorpreso e deluso.
Mi calmai e lo guardai sorridendo
- Lei è la ragazza migliore che abbia conosciuto fin'ora – sorrisi
Ron, stupito, iniziò a borbottare cose di disappunto, e io risi di nuovo.
- Devo andare, ci si vede in giro – e girai i tacchi
- Aspetta! E tu come mai non sei a lezione? – mi chiese quasi urlando
Lo zittii peggio di come lui aveva fatto con me, poi risposi facendo spallucce
- Problemi personali – gli sorrisi pienamente e, con la borsa ben saldata in spalla, scappai di corsa senza dargli il tempo di dire niente.
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Bussai alla porta dell'aula di trasfigurazione, nel bel mezzo di una lezione.
- Si? – chiese la professoressa con voce tagliente, sicuramente molto seccata per essere stata interrotta.
Aprii timidamente la porta
- Ehm ... - mi avvicinai alla cattedra e mi chinai per avvicinarmi all'orecchio della McGonagall – dovrei parlare con il signor Silente, non so in che piano si trovi il suo ufficio. – " E qual è la parola d'ordine" pensai.
La professoressa mi scrutò da sotto gli occhiali, poi si alzò e diede le spalle agli alunni, piazzandosi di fronte a me.
- Cosa le serve? Può chiedere anche a me, sono la vicepreside – il suo tono convinto e determinato non mi permetteva di contraddire.
La guardai a fondo, ma presi coraggio e insistetti
- Io ... io in realtà devo parlare col professor Silente, di persona. E' ... è urgente
Seguì un minuto di silenzio, poi fortunatamente non mi ritrovai la bacchetta puntata contro. Mi diede le indicazioni per arrivare e mi chiese di far presto, o avrei ricevuto una punizione per l'assenza alle lezioni il secondo giorno di scuola. Prese un foglietto piegato dal cassetto della scrivania e me lo consegnò.
Lo presi e lo guardai.
-Aprilo dopo – mi raccomandò. Posai il foglietto in tasca e guardai la professoressa, per vedere se mi avrebbe detto la parola d'ordine, o se magari si trovava nel foglietto che mi aveva appena consegnato.
- Allora? Su, vai!
- Io ... oh si, okay – e mi avviai confusamente verso la porta.
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Arrivata di fronte ai Gargoyle di pietra, aprii velocemente il foglietto. " A S "
Albus Silente? Oh beh, viva l'originalità.
- A S – dissi lentamente
Il Gargoyle di pietra si spostò, rivelando le vecchie e belle scale a chiocciola che portano all'ufficio del preside.
Le salii lentamente, fissando ogni rifinitura delle scale, e il bel colore delle mura che le circondavano.
- Avanti – la voce pacata e tranquilla di Silente arrivò chiara e tonda dalla stanza, in risposta al battito frenetico e chiassoso della mia mano sul legno della lussuosa porta.
- Nicole! – esclamò avvicinandosi – ti aspettavo, sai?
- Ah, si? – chiesi preoccupata
Lui mi sorrise e mi invitò a sedere
- Cosa ti spinge qui? Ah, non dirmelo. E' successo qualcosa, vero? Qualcosa che non doveva affatto succedere – disse guardandomi di traverso, con sguardo divertito.
-Ehm, io ... si. Si, ecco vede ... Harry ...
- Oh, Harry! Si trova bene tra i Serpeverde?
- Ecco, vede, è proprio di questo che volevo parlarle, lui ... - ma venni interrotta, e Silente continuò la frase al posto mio.
-Lui è un Grifondoro, la sua posizione tra i Serpeverde ha portato uno stravolgimento che segnerà tutta la sua permanenza.
Rimasi per pochi secondi interdetta, poi mi scossi e presi parola
- Si, ecco ...
- Ma non è possibile purtroppo spostarlo di casa – mi interruppe di nuovo
- Lo so, ma ...
- Sono sicuro che riuscirà ad andare d'accordo con i suoi compagni
- No! – risposi preoccupata – no no! E' proprio per questo che sono qui. Senta, non mi importa sapere come faccia a conoscere già tutto, voglio solo aiutare Harry. La prego signore, lui ... lui deve cambiare stanza nel dormitorio, lui non ...
- Non può convivere con Draco Malfoy, il suo nemico dopo il più grande mago oscuro.
Rimasi zitta, con la bocca semi aperta, a fissarlo per un arco di tempo che mi sembrò infinito.
- Si- annuii debolmente – è ... è esatto.
Silente si alzò lentamente e si chinò a malapena verso di me, guardandomi negli occhi. Io mi ritrassi un po' indietro, sentendomi piccolissima sotto l'alta figura di lui.
- Stasera Harry Potter traslocherà nell'altro dormitorio, invierò una lettera al professor Piton e al ragazzo, dove li informerò della mia decisione.
Ero al settimo cielo, ero riuscita ad aiutare Harry almeno in una cosa.
- Grazie mille signor Silente – ma i ringraziamenti più sinceri glieli feci con gli occhi. Lui ricambiò lo sguardo, e capii che potevo andarmene.
Scesi rapidamente le scale e mi fiondai in classe, inventando una scusa piena di freddezza al professor Raptor, e continuai a seguire il resto delle lezioni, sorridendo vivacemente ad Harry.
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Salve a tutti ragazzi, scusate l'enorme enormissimo ritardo, ma in questi mesi la voglia di scrivere era pari a zero.Mi dispiace, spero che il nuovo capitolo vi piaccia :3
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Hogwarts esiste.
FanfictionSono Nicole, ho undici anni e vi racconterò la storia di come il mio sogno più grande si è stranamente avverato.