Riuscimmo a trovare uno scompartimento più o meno al centro del treno, abbastanza stretto ma comodo e accogliente. Una volta seduti, un'ondata di silenzio ci travolse per vari secondi, fin quando Fred non prese la parola.
-E così ci tocca sopportare un altro anno di studio, George.
Disse la parola studio tra le virgolette createsi con le sue lunghe dite. Sapevevamo tutti lì dentro, che Fred e George non avevano mai preso lo studio molto seriamente.
-Beh Fred, direi che possiamo riuscire a sopravvivere anche quest'anno- rispose divertito George.
-Se quest'anno non studiate almeno un pò mamma provvederà, lo avete sentito con le vostre orecchie. - intervenne Ron
-Su Ron! Non fare il guastafeste, sei ancora appena salito sul treno,non puoi sapere cosa vuol dire studiare ad Hogwarts. - lo imbeccò Fred.
Guardavo la scena senza fiatare, ero ancora molto frastornata dalla loro apparizione al binario, dovevo riprendermi. Mi pizzicai, per avere la conferma ancora una volta che tutto ciò fosse vero. Sussultai in silenzio, ma questo bastò ad attirare l'attenzione verso di me, cosicchè tutti cominciarono a fissarmi.
- Ok ok, hai detto che ti chiami Nicole, giusto? - mi chiese Fred.
Annuii, e con fatica abbozzai un sorriso.
- Da dove vieni? - aggiunse George.
- Bristol - risposi.
- Ah si! Bristol, Fred! Dove andammo quel lontano luglio di due anni fa con papà, a vedere la fiera piena di misteriosi oggetti babbani. Papà stava impazzendo davanti a tutto quel tesoro, come lo chiama lui.- Risero entrambi e poi si rivolsero di nuovo a me.
-Natta babbana, giusto? Suppongo non possa farti la domanda che amo fare ai novellini. - Ridacchio Fred. Ron guardò Harry, che ricambiò con uno sguardo piuttosto confuso.
- Si beh, provaci lo stesso, sono abbastanza informata più o meno su tutto - sorrisi.
- E vabene. Secondo te, in quale casa pensi di finire?.
Mi aspettavo giusto quella domanda, la domanda che mi ha tormentata per mesi, e a cui finalmente riuscirò a dare una risposta entro quella stessa sera. Cominciai a tremare al solo pensiero di quel momento.
-Io.. non.. non lo so. Non ne ho la minima idea. La mia personalità rispecchia un pò tutte le case. Non vorrei finire però in corvonero, so che non mi troveri a mio agio. Per il resto, credo possa andare tutto bene - risposi tutto ad un fiato.
Fred e George si scambiarono un'occhiata e, subito dopo, si voltarono verso Harry.
-E tu? Nato babbano? Da dove vieni? - chiese George.
Harry si sentì in imbarazzo, lo capii dalle sue guance di colpo rosee che risplendevano alla luce del sole.
-Oh, io.. beh, i miei genitori sono morti, ma so che erano entrambi maghi. Vivo a Little Whingingm, Privet Drive.
I tre fratelli dai capelli rossi si guardarono, e senza esitazione, Fred continuò.
-Mi dispiace molto, davvero. Posso sapere chi erano i tuoi genitori?- Fred fissava Harry con aria confusa e curiosa. Possibile che avevano già collegato qualcosa?
-Lily Evans e James Potter.
Era quello che pensavo, a quei nomi i tre fratelli si riguardarono, ma con arie molto sorprese. A quel punto intervenne Ron.
-Cosa? Vuoi dire.. vuoi dire che, che tu sei...--Harry Potter. - azzardai a concludere io.
Fred ,George, Ron e Harry si voltarono verso di me, finchè ad un certo punto George e Fred cominciarono a ridere.
- Non ci posso credere Harry Potter! E' Harry Potter! E' una vita che sentiamo parlare di te! Vieni George, dobbiamo subito dirlo a Lee! - E cosi dicendo corsero fuori dallo scompartimento, alla ricerca del loro migliore amico, lasciandoci li come degli stupidi.
Non sapevo cosa fare, ma mi venne spontaneo mostrare un grande sorriso a Harry.
- Posso...posso vederla? La cicatrice, intendo.- azzardò Ron.
-Certo. - Harry si sposto i capelli arruffati, cosicchè si intravide la piccola cicatrice che occupava la parte sinistra della fronte.
I miei occhi si illuminarono. Avevo un folle desiderio di tastare quella splendida ma allo stesso tempo inquietante cicatrice che aveva cambiato la mia vita.
-Miseriaccia! Sei davvero Harry Potter! Wow.
Mi ritrovai a fissare Ron con un misto di divertimento e comprensione. Capivo a fondo come si sentiva, ritrovarsi davanti agli occhi una persona di cui hai sempre sentito parlare e che hai ammirato, è un'esperienza bellissima.
-Ho sentito parlare di te in un libro, sai? Dicono che sei famoso nel mondo magico fin quando eri ancora un fagottino. - risi. - e conosco bene la storia di quella cicatrice. Mi ha affascinato molto.
Harry sembrava dispiaciuto. Non doveva essere molto emozionante per lui riportare a galla quei ricordi. Si tastò un ultima volta la cicatrice e riportò i capelli davanti alla fronte.
Ci fu un'attimo di silenzio, poi chiesi
-E voi? Dove pensate di finire?- "come se non lo sapessi già" pensai.
-Oh, io spero di finire in Grifondoro, è la casa che ha ospitato tutta la mia famiglia, sarebbe uno schifo se non capitassi li. Ma, se non dovessi essere un Grifondoro, spero con tutto me stesso di non finire in Serpeverde.- e cosi dicendo si grattò il mento.
Non mi piaceva il fatto che tutti dicessero che Serpeverde fosse la casa più brutta, io personalmente la trovavo misteriosa e affascinante.
-Serpeverde può avere anche ospitato i maghi più oscuri di tutti i tempi - ribbatei- ma questo non vuol dire che non sia una buona casa. Personalmente, a me piace, e non mi dispiacerebbe finire li. Poi, certo, anche di Grifondoro si parla molto bene, dicono sia la casa migliore di Hogwarts. Beh, vedremo. - cosi dicendo mi rivolsi ad Harry.
-E tu?- gli chiesi con un sorriso
-Non saprei, magari Grifondoro piacerebbe pure a me. Ho conosciuto un ragazzo a Diagon Alley,farà anche lui il primo anno. Non sono riuscito a scoprire come si chiama,ma parlava molto bene della casata dei Serpeverde. - disse Harry, insicuro di ciò che aveva appena detto.
Sapevo di chi parlava, parlava di..
In quel preciso momento la porta dello scompartimento si spalancò e spuntò la faccia di un ragazzino alto, magrolino e pallido, i capelli color platino. Dietro di lui, due facce grosse e bitorzolute si affacciavano alle sue spalle.
-Draco.. - sussurrai a voce bassissima.
-Cosa?- mi chiese lui.
-Niente. Chi sei?- In quel momento mi sentivo avvampare. Arrossivo, me lo sentivo.
Draco mi scoccò un'occhiata di superiorità.
-Mi chiamo Malfoy. Draco Malfoy. - diede un'occhiata in giro, e quando posò gli occhi su Harry, sussultò.
-Tu - riprese - ti ho incontrato a Diagon Alley, vero?
-Si - rispose fermo Harry.
-Non so ancora come si chiami-
-Harry, Harry Potter -
Non lo avesse mai detto. Draco, se lo guardava a malapena, adesso aveva gli occhi incollati su di lui, in particolare sulla sua fronte.
- Tu, chi? - balbettò
-Hai sentito- tagliò corto Ron.
Draco, che fino ad adesso non aveva fatto caso a lui, adesso lo fissava con faccia disgustata.
-Weasley- l'accento trascicato lo faceva sembrare ancora più antipatico di quando non fosse già - sei qui eh? - subito dopo si rivolse di nuovo ad Harry. - Sapevo che Harry Potter sarebbe stato qui quest'anno, ma non mi immaginavo di trovarlo seduto accanto a questa... - prima di continuare riguardò Ron in modo poco gentile - feccia. - concluse.
Si girò verso me, e mi chiese
-Nata babbana?-
-Non si vede?- risposi arrabbiata.
-Ha!- fece un verso di scherno, dopo, si rivolse di nuovo ad Harry. - Capirai che ci sono famiglie migliori di altre, più importanti, più rispettabili. Non vorrai mica fare la scelta sbagliata, scegliendo di rimanere accanto a certe persone. - e cosi dicendo scoccò occhiataccie di disgusto a me e a Ron. - io, posso aiutarti.- Gli si avvicinò e gli porse la mano. Crabbe e Goyle che ridacchiavano vicino alla porta dello scompartimento.
Harry guardò prima la mano bianca come il latte del ragazzo, e poi la sua pallida faccia.
-Grazie, ma non ho bisogno del tuo aiuto per capire con chi dovrei stare o no.
A quelle parole, Malfoy ritirò il braccio, e, con il suo solito ghigno stampato in faccia, arretrò. Una volta sull'uscio dello scompartimento, aggiunse - Non ti conviene avermi come nemico, Potter-. Ed uscì seguito a ruota da Crabbe e Goyle che richiusero con un tronfo sordo la porta.
- Wow, che tipo - dissi qualche secondo dopon per rompere il ghiaccio.
E io avrei dovuto sopportarlo per 7 anni? Nononono, figuriamoci.
- Visto? Un'altro stupido Serpeverde assicurato.- disse Ron. Questa volta non ribbattei, non aveva tutti i torti.
Due secondi dopo, la porta si riaprì, ma stavolta non fu Draco ad entrare, bensì fu una ragazzina dai capelli bruni e crespi, già in divisa scolastica. Hermione.
"Ommioddio ommioddio ommioddio" risuonava nella mia testa. Avrei voluto gridare, ma mi ero promessa che non avrei più mosso una corda vocale alla vista di qualsiasi personaggio.
-Buongiorno, scusate il disturbo. Avete per caso visto un rospo? Un ragazzo lo ha perso, lo perde sempre. - Fu a quel punto che mi venne in mente Ron. Mi girai verso di lui, e trovai lo sporco sul suo naso. Ridacchiai e mi portai i capelli in avanti. Riuscii ad attirare l'attenzione di Hermione che si rivolse a me con un -Allora? Lo avete visto? -
-No..- si affrettò a rispondere Ron.
Hermione lo guardo con la stessa aria di superiorità che avevo visto in Malfoy, per poi posare lo sguardo su di Harry.
- Per dindirindina! Tu sei Harry Potter! Piacere, Hermione Granger - gli rivolse un sorriso e tornò a Ron - mentre tu sei...?
-Ronald Wasley -
-Mh... tu invece..?
-Nicole Harrison - sorrisi.
-Bene, vi conviene mettere le uniformi, stiamo per arrivare - fece per andarsene, ma una volta fuori ritornò in tempo per vedere Ron fare una smorfia, poi aggiunse - e, per la cronaca, hai dello sporco sul naso. - Poi si voltò e andò via nella stessa velocità con la quale era arrivata.
-Mi sta antipatica. - sbottò Ron.
A quelle parole, mi saltarono in mente tutti i loro momenti, quei bellissimi momenti che mi fecero sognare. Iniziai a ridere. Ridevo per Ron, per Hermione, per la loro ingenuità, per la faccia confusa di Harry, e per tutto ciò che era successo quel giorno.
-E adesso perchè ridi? - Ron sembrava sul punto di gridare. Ma io non riuscii a rispondere, in preda ai miei attacchi di risate. Ad un certo punto vidi Harry iniziare a sorridere, poi a ridacchiare, e alla fine ridere sommessamente insieme a me. Ron era arrabbiato, ma intravidi un piccolo sorrisetto sparso anche sulla sua bocca.
Quando finimmo di ridere, ci alzammo e ci mettemmo l'uniforme scolastica. Proprio mentre mi aggiustavo il colletto del mantello, il trenno si fermò. Sentimmo il via vai dei ragazzi alle prese del trasporto dei bagagli. Uscimmo anche noi e vi trovammo una confusione infinita.
-Venite! - dovetti gridare per farmi sentire.
Prendemmo le valigie e, dopo vari minuti, riuscimmo a toccare terra. Lì, a tre mentri di distanza, una figura grande e grossa si stagliava sui ragazzi in preda all'eccitazione.
-Primo anno! Primo anno! Da questa parte, primo anno! Lasciate i bagagli qui, li porteranno nelle vostre camere. -
Hagrid teneva in mando una lanterna grande quanto la sua testa, la lunga barba sembrava ingrigita a causa della fioca luce che rifletteva su di essa.
Lasciammo le valigie incustodite li vicino e ci avvicinammo agli altri ragazzi,iniziammo a seguire Hagrid con passo veloce. Era abbastanza difficile stargli dietro.
Dopo quella che sembrò un'eternità, arrivammo al deposito delle barche.
-Bene, questa è una tradizione per gli alunni del primo anno. Arriverete al castello tramite barca, e avrete la possibilità di ammirare la bellezza del lago di notte.
Il lago era davvero meraviglioso con la tiepida luce della luna notturna.
Io, Harry, Ron, Seamus e Neville ci imbarcammo sulla stessa barca. Durante il piccolo viaggio, fecemmo amicizia con Seamus, e un pò on Neville, che sembrava tutt'altro interessanto alla nostra conversazione.
-Tutto bene?- chiese Harry
-Eh? Oh, scusa, è che non trovo il mio rospo, è scomparso e devo trovarlo, altrimenti nonna mi punirà. - sembrava molto preoccupato, e spaventato, sicuramente al pensiero di sua nonna che lo rimproverava con un bastone in mano.
Io, Harry e Ron ci scambiammo delle occhiate intenditrici. Era lui il ragazzo di cui parlava Hermione.
Dopo alcuni minuti, sentimmo Hagrid annunciare il nostro arrivo.
-Bene ragazzi! Voltatevi tutti! Non potete permettervi di perdere un simile spettacolo!-
Guardai dritto davanti a me, e dopo pochi secondi, la punta di una torre spuntava dietro un alto scoglio, man mano che andavamo avanti, riuscimmo a intravedere sempre di più il castello, fin quando davanti ai nostri occhi, si presentò la meraviglia.
Hogwarts si stagliava imponente e fiera al di la della costa del lago.
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Hogwarts esiste.
FanfictionSono Nicole, ho undici anni e vi racconterò la storia di come il mio sogno più grande si è stranamente avverato.