Capitolo 12

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L’aula era completamente vuota, a parte l’insegnante curvata su una pergamena al centro della cattedra. Quando sentì il rumore dei nostri passi, alzò la testa e si raddrizzò, abbassando di qualche millimetro gli occhiali.
- Non mi aspettavo questo anticipo da parte vostra – ci scrutò e rialzò gli occhiali – prendete posto, aspetterete i vostri compagni in silenzio.
Presi posto in uno dei banchi centrali della fila a destra, e posai la borsa sul tavolo. Harry si avvicinò cautamente e si sedette accanto a me, mentre Amy scelse un banco più avanti.
Aspettai pochi secondi e poi chiesi ad Harry cosa era accaduto quella notte.
- Nulla di grave – sussurrò – solo degli enormi calzini puzzolenti sul naso al risveglio -concluse.
La scena sarebbe potuta sembrare divertente, ma non mi fece ridere nemmeno un po’.
- E tu gliel’hai fatta passare liscia? Insomma, nemmeno un piccolo insulto?
Poi ricordai che stavo parlando con Harry Potter, e mi sorpresi di me stessa. Lo conoscevo molto bene, e lui non era un tipo vendicatore.
- No, lascia stare – aggiunsi prima che potesse rispondere.
Mi guardò confuso e si voltò in avanti
- In realtà non sapevo cosa fare, ho pensato che ignorarli fosse la cosa migliore – mi disse un po’ deluso.
Mi voltai verso di lui e risposi velocemente
- Ma si, si è la cosa giusta. E’ che io sono impulsiva e … no va bene, hai fatto bene, non preoccuparti – gli sorrisi e aprii la borsa.
Harry fece lo stesso, e tirammo fuori i libri di Trasfigurazione, a momenti sarebbero arrivati gli altri.
- Ti va se oggi pomeriggio stiamo un po’ con Ron ed Hermione? – bisbigliai.
- Si,certo – rispose lui.
-In silenzio, ho detto – la professoressa ci osservò da sotto i suoi occhiali verde squamoso.
Harry ed io ci guardammo imbarazzati e tacemmo.
Non avendo niente da fare, presi la bacchetta e la posizionai accanto al libro, poi tolsi la borsa dal banco poggiandola a terra.
Appoggiai il gomito sul duro legno e lasciai cadere la testa sul dorso della mano.
Harry, invece, pareva trovare interessanti i lisci e corti capelli di Amy.
Dedicai il mio tempo ad ammirare la cattedra della professoressa. Due gabbie contenenti piccoli animaletti che non riuscii a riconoscere – criceti o mini porcellini d’India, forse? -  erano situate sul lato destro, mentre l’altro lato ospitava una candela spenta, dei bicchieri di ceramica e la bacchetta della McGonagall, in più la pergamena che sembrava interessarla molto.
Poco dopo, la porta si aprì e gli altri studenti entrarono salutando la professoressa e prendendo posto intorno a noi.
Vidi Malfoy entrare sogghignando accompagnato da Crabbe alla sinistra e Goyle alla destra.
Non me ne resi conto, ma lo stavo sicuramente guardando male, perché lui si avvicinò e mi lanciò un occhiataccia che mi fece trasalire, poi fece un cenno ad Harry e sorrise malizioso e compiaciuto, sicuramente per lo scherzo dei calzini riuscito bene. Si allontanò e si sedette in fondo all’aula insieme alle sue guardie del corpo. Intravidi anche Pansy Parkinson con loro, e la voglia di lanciarle addosso la penna con cui stavo armeggiando era troppa, ma la scacciai via proprio quando la McGonagall diede inizio alla lezione con un piccolo discorso.
- Bene, è un piacere avervi qui, e spero che sia lo stesso per voi – a quell’accenno, sorrisi e mi trattenni dal commentare. Quello era il primo sogno in lista, e adesso aveva preso il primo posto nella lista dei sogni impossibili realizzatisi.
- La Trasfigurazione è una materia molto bella per chi sa apprezzarla, e non vi verrà difficile se presterete attenzione – quindi scoccò dure occhiate alla classe.
Prestare attenzione alle lezioni non era mai stato il mio forte, ma per quello avrei potuto fare uno sforzo.
- Oggi, non faremo alcuna magia, ma vi spiegherò in cosa consiste la Trasfigurazione, prendete appunti e rimanete molto attenti – concluse così l’annuncio, e si sedette.

L’ora di Trasfigurazione mi piacque abbastanza, ma non fu entusiasmante. Non diedi la colpa alla materia, ma bensì a me stessa. Avevo sempre odiato ogni materia prima, molto difficilmente qualcuna riusciva a piacermi. Sperai che qui sarebbe stato diverso, non con Storia della Magia ovviamente.
Harry prese il foglietto con le lezioni di quella mattina.
- Adesso abbiamo pozioni, due ore.
Mi fermai di colpo. Non ero ancora pronta per avere un incontro faccia a faccia con Piton.
- Che c’è? – chiese Harry
- Niente – dovevo smetterla di comportarmi sempre in modo strano quando c’era Harry, mi promisi che non avrei più dato nell’occhio, e invece stavo dando uno spettacolo.
Ripresi a camminare, e guardai a terra seguendo il movimento dei miei passi.
- Non credo mi piacerà pozioni – dissi più a me stessa che a lui.
- Lo credo anch’io. E pensare che il professore è anche il direttore dei Serpeverde.
Feci un verso di scherno e alzai lo sguardo.
- Dove andiamo? – chiese Harry
- I sotterranei – borbottai
- Come fai a saperlo? -
Aprii la bocca per rispondere, ma non sapevo cosa dire. Perché lo sapevo? Perchè …
- Perché l’ho vista mentre siamo passati di lì andare per andare a colazione – boccheggiai insicura.
- Strano – commentò Harry – io non l’ho notata.
Feci spallucce e ci dirigemmo verso la profondità del castello.
Quando arrivammo al lungo corridoio dei sotterranei, no ci fu bisogno di cercare l’aula, un gruppo di studenti aspettava chiacchierando fuori da una porta sulla sinistra.
- Abbiamo lezione con i Grifondoro – ricordò Harry
Ci scambiammo delle occhiate allegre e partimmo alla ricerca dei nostri amici.
Arrivati davanti al gruppetto, cercammo Ron ed Hermione facendoci spazio tra gli alunni.
- Ron!  – fu Harry a trovarli. Il rosso stava parlottando con Seamus e Neville, che si voltarono insieme a lui al nostro richiamo.
- Harry! Nicole! – Ron si avvicinò a noi sorridendo, sicuramente felice di ritrovare Harry – avete visto? Siamo insieme a pozioni!
- Così sarà meno pesante e più sopportabile – aggiunsi
Ron mi guardò torvo
- In che senso?
Mi maledissi per l’ennesima volta e mi sbrigai ad aggiungere
- Nel senso che non dovrò passare un’altra lezione solo insieme a loro – accennai ad alcuni ragazzi della nostra casata.
Hermione, che si era avvicinata sorridente mentre Ron aveva preso in mano il discorso, parlò.
- Quindi, non vi piacciono i vostri nuovi compagni?
Io ed Harry ci scambiammo delle occhiate intenditrici.
- No – risposi io
- Per niente – aggiunse lui
Ron fece una smorfia e mise le mani sui fianchi, come per dire “ve l’avevo detto”, mentre Hermione continuò
- Ho avuto a che fare con una di loro, una certa Parky
- Pansy – la corressi
- Si, Pansy. E’ stata un’incontro spiacevolissimo. Se tutti lì sono come lei, allora buona fortuna.
Potei solo immaginare come fosse stato un incontro faccia a faccia con lei. Fortunatamente, per me non era ancora arrivato il momento.
Mi resi anche conto che Ron ignorava Hermione e lei faceva lo stesso.
- No, ho conosciuto altre ragazze che sono l’opposto – la informai – una è ormai una mia amica – sorrisi pensando ad Ylenia.
- Oh bene – mi rivolse un sorriso anche lei – e tu invece ? – si rivolse ad Harry.
Lui fece una smorfia e io risi
- Draco Malfoy come compagno di casa, classe e stanza. – sbottò Harry
Ron assunse un’aria grave, come se qualcuno avesse appena mangiato il suo pollo.
- Malfoy in stanza con te? – deglutì – oh amico, non meritavi questo.
Mugghiai.
- Hai proprio ragione – aggiunsi
Harry scoccò un occhiata di sottecchi a Draco, dietro di loro, e poi si rivolse nuovamente a noi sospirando.
- Sopravvivrò – disse scherzosamente.
In quel momento la porta si aprì, e Severus Piton apparve sulla soglia. Era tale e quale a come l’avevo sempre conosciuto. Sguardo severo e seccato, naso lungo e capelli unti. Ma sapevo bene che quegli occhi erano coperti da un velo di intensa tristezza che lo tormentava da anni.
Ci fece cenno di entrare, e gli alunni avanzarono.
Diedi un’ultima occhiata a Harry e seguii gli altri.
Una volta dentro, un forte odore di erbe e carne mi investì in pieno. Chiusi un istante gli occhi, e riaprendoli quasi subito mi sbrigai a prendere posto.
I banchi erano messi in fila orizzontalmente, lasciando uno scorcio di spazio verticalmente al centro della stanza, per poter uscire.
Guardai in giro, e trovai alcuni banchi liberi sul lato destro della stanza, accanto ad un grosso recipiente.
Mi sedetti all’estremità della fila, lasciando il posto agli altri. Hermione fu in un baleno accanto a me, di lato a lei susseguiva Ron e poi Harry.
Malfoy e gli altri erano dall’altro lato della stanza, situati però più avanti.
Il professore ritornò a passi pesanti dietro la sua cattedra, e squadrò ogni alunno.
Quando fu il mio turno, abbassai lo sguardo, ma lo rialzai non appena fu il turno di Harry.
Sgranò gli occhi, e appoggiò le mani alla cattedra, curvandosi con la schiena.
Mi parve di vedere il labbro inferiore tremolare, ma scacciai subito l’idea quando vidi qualcosa di torvo nei suoi occhi.
- Harry Potter – disse lentamente – la nostra nuova celebrità.
Sentirlo dal vivo era ancora più inquietante.
Harry tenne lo sguardo su quello duro del professore, mentre Ron ed Hermione osservavano la scena in silenzio.
Non sapevo che fare, né cosa pensare. Così decisi di rimanere seduta senza fiatare per il resto della lezione, così almeno non avrei potuto cambiare niente.
-Perché lo guarda così? Insomma, so che è Harry Potter, ma il suo sguardo non è dei migliori – sussurrò Hermione alla svelta.
Ma non abbastanza alla svelta.
Piton se ne accorse e la richiamò
-Signorina …
- Granger – rispose con voce tremante lei.
- Le pare giusto chiacchierare durante la lezione? 5 punti in meno a Grifondoro.
Hermione si fece piccola piccola sulla sua sedia, quasi pronta per scoppiare in lacrime.
Sospirai. Il professore aveva già iniziato a togliere i punti, e in quel momento ringraziai di essere una Serpeverde, non li avrebbe mai tolti alla sua casa.
Quando il professore voltò lo sguardo, misi una mano sulla gamba di Hermione per rassicurarla, lei sorrise ma il suo sguardo tradiva decisamente il sorriso.
-Potter – Piton si rivolse di nuovo a lui. “Ecco, ci siamo” pensai.
 – cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?
“Lily” ricordai.
Mi sporsi in avanti abbastanza da riuscire a scorgere il profilo di Harry, ma non ci riuscii per molto dato che il braccio di Hermione mi impedì di rimanere in quella posizione. Come previsto, la sua mano stava muovendosi fremente in aria, in attesa di essere interpellata.
Ron roteò gli occhi e le lanciò degli sguardi seccati.
Piton però la ignorò, continuando a fissare Harry, che sconcertato, lanciò un’occhiata a Ron.
Il rosso, altrettanto sconcertato, lo guardò con aria interrogativa.
- Allora? – insisté il professore
- Non lo so – borbottò Harry
- Non lo so signore – e marcò l’ultima parola, continuando a guardare Harry con occhi glaciali.
- Non lo so, signore – ripeté Harry.
Mi mossi inquieta sul posto, non avevo idea di come comportarmi. Sapendo cosa sarebbe successo, non sapevo se rimanere zitta o aiutarlo.
Il professor Piton fece qualche passo in avanti, e poi continuò
- E dimmi, sai dove poter trovare un bezoar? – si mise a mani conserte e aspettò sogghignando.
Hermione, che aveva temporaneamente abbassato la mano, la rialzò immediatamente verso il soffitto di pietra, ma il professore la ignorò anche quella volta.
Ron adesso, faceva finta non vederla.
Avrei voluto dirle di smetterla, che avrebbe solo peggiorato le cose, ma non ci riuscii.
- Nella pancia delle capre – sussurrai poi pianissimo tra me e me – nella pancia delle capre – stavolta, con mia stessa sorpresa, mi voltai verso il ragazzo sopravvissuto e glielo suggerii più piano che potei.
Harry si voltò, ma non capì ciò che dissi. Così glielo mimai con le labbra, ma ovviamente il professore mi vide.
Aprii la bocca e mi si mozzò il fiato, poi tornai retta sulla sedia e abbassai la testa.
- Suggerire non è la mossa più furba che ci sia, signorina. 5 punti ... – prima che potesse continuare la frase, i suoi occhi caddero sulla mia cravatta verde e argentata, e si fermò – in più per Serpeverde.
Quasi non caddi dalla sedia. Mi trattenni dal ridere, riabbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con la piuma.
Primo giorno di lezione, e Piton era già stato messo in imbarazzo.
Furente, ritornò alla cattedra e si sedette.
- Conosceva la risposta, e ha cercato di aiutare un amico. E’ forse qualcosa da condannare? – il suo sguardo penetrò negli occhi di ogni alunno.
Nessuno fiatò.
Quando ormai tutti credevano che avesse finito l’interrogatorio, ricominciò a parlare.
- Che differenza c’è, Potter, tra napello e luparia? – disse di colpo.
Sorrisi e tornai a guardare Harry, schivando il braccio di Hermione.
Harry digrignò i denti.
- Non lo so – disse guardandolo con aria di sfida – ma credo che Hermione lo sappia invece, perché non prova a chiederglielo?
Piton parve assai infastidito da quella risposta, così se la prese con Hermione.
- Scendi subito la mano, stupida. Credi di essere così intelligente? Beh, vedremo. Intanto, 10 punti in meno a Grifondoro.
Hermione abbassò la mano e la portò sul bordo del maglione grigio, raggomitolandola tutta intorno.
Non mi accorsi che aveva iniziato a piangere silenziosamente, sforzandosi di trattenere i singhiozzi.
Mentre il professore iniziava la lezione, mi avvicinai a lei e le cinsi il busto con le braccia. Al primo contatto, buttò la testa sulla mia spalla e continuò a piangere in silenzio.
Come mai il professore le aveva risposto così brutalmente? Non ricordavo questa aggressività nei libri, né nei film.
Possibile che la mia presenza abbia cambiato anche quello? No, era impossibile.

Il professore ci spiegò come fare per preparare una pozione per curare i brufoli, e io non ero sicura di riuscire a combinare qualcosa. Come se non bastasse, Piton si mise a passeggiare per l’aula, osservando il lavoro di tutti noi.
Purtroppo, non ero molto brava a triturare zanne di serpente, perciò mi dovetti sorbire lo sguardo duro del professore, quando mi passò accanto per ammirare il mio lavoro.
Hermione invece, stava facendo tutto perfettamente, e con foga, aggiungerei.
- Hermione, calmati, il tempo non ci manca.
Ma lei sembrava essere immersa nella concentrazione, perché non mi rispose.
- So che vuoi che il professore cambi idea su di te, ma lo farà col tempo. Non puoi conquistarlo già dal primo giorno. – insistetti
- Ma a quanto pare Malfoy può farlo – sbottò
Feci una risata di scherno e osservai il volto compiaciuto di Malfoy.
- Quel deficiente è raccomandato, nulla di più – conclusi.
- Va tutto bene qui? – il professore spuntò da dietro.
Sussultai e mi girai. Hermione chiuse gli occhi e li riaprì preoccupata, concentrandosi sul calderone.
Feci cenno di si al professore, e scaraventai le zanne mal schiacciate nel mio calderone, poi presi il mestolo e iniziai a girare.
Piton fece il giro, arrivando di fronte al mio banco
- Credo tu abbia dimenticato l’ingrediente fondamentale – aggiunse ghignando compiaciuto.
Mi fermai di colpo, ricordandomi delle lumache cornute che aspettavano su una spessa stecca di legno accanto alle ostriche secche.
- Adesso mi tocca far tutto da capo – sospirai
Il professore sorrise e si allontanò, oltrepassando i miei amici.
Passai il resto della lezione a cercare di concludere qualcosa con quella pozione, fin quando dal calderone di Neville provenne una piccola esplosione. Resti di liquido verde si riversarono in giro, provocando buchetti sopra ogni cosa la melma si fosse posata.
La classe finì nel panico, e la casa di Grifondoro ricevette altri 5 punti in meno.
- Beh, sarebbe potuta finire peggio – commentò Ron una volta usciti dai sotterranei.
- E’ incredibile, mi odia. – aggiunse Hermione
- E perché dovrebbe? Sei un ottima allieva invece – sbottò Harry – questo professore non mi piace.
Rimasi in silenzio per il resto della conversazione, non mi andava di parlare di Piton quando in realtà sapevo davvero troppo su di lui.
- Adesso ho Incantesimi, ci vediamo dopo – Hermione ci salutò e corse via.
- Noi abbiamo Storia della Magia invece – sbuffai e riportai sulla spalla la borsa che stava scivolando via.
- Saremo con i Tassorosso, immagino – disse Harry
- Si, credo di si – risposi
-Tu non dovresti andare con lei, Ron? – chiesi
Il rosso fece una smorfia
- Ci vado da solo, mi sta antipatica. – ammise
Scossi sorridendo la testa e, dopo aver osservato Ron allontanarsi verso il lungo corridoio a destra, ci spostammo verso le scale.
Ci avviammo nell’aula di Storia, e prendemmo posto insieme agli altri. Come avevamo previsto, insieme a noi c’erano i ragazzi di Tassorosso.  
Il professore era seduto sulla sua sedia, teneva un libro nelle mani fatte d’essenza percepibile e pareva non aver fatto caso a noi.
Dopo alcuni minuti però, posò il libro e iniziò a parlare.
- Buongiorno ragazzi, oggi parleremo un po’ di come è nata la storia della magia, di come col tempo si sia sviluppata, e chi fu il primo popolo di maghi. – sbadigliò e aprì il libro di storia.
Mi promisi che arrivata ad Hogwarts sarei stata presente fisicamente e mentalmente ad ogni lezione che si sarebbe svolta, ma ovviamente non fu così.
Il mio lato pigro e distratto mi portò a contemplare per un’intera mezzora la stanza, a fissare la lavagna intatta e a scacciare via la voglia di trapassare la testa del prof con la mano. L’altra mezz’ora invece, la passai in preda ad un dormiveglia tremendo.
Fu Harry a rianimarmi, alla fine della lezione.
-Non posso credere che tu ti sia addormentata durante la prima lezione di storia – scoppiò a ridere.
- E’ stato più forte di me – risi anch’io – Hermione mi avrebbe rimproverata – dissi continuando a ridere.
- Perché? – mi chiese, riprendendo fiato.
Di nuovo. Era capitato di nuovo. Stupida stupida stupida.
- Perché, uhm … perché mi sembra un tipo che tiene molto allo studio – buttai lì.
Harry mi guardò poco convinto
- Si, l’ho notato – continuò a guardarmi – sei strana.
- Già – sospirai.
Arrivammo all’aperto, davanti alla grande distesa di prato che abbelliva il castello.
- Allora – disse – dove sono le serre?
- Io … uhm, aspetta. – Mi guardai intorno e cercai di ricordare.
- Credo di saperlo, ma non sono sicura di andare dalla parte giusta – lo avvertii.
Il ragazzo fece spallucce e mi seguì.
All’inizio avanzai decisa davanti a me, poi girai a destra e seguii la parete di un muro, fino ad arrivare ad un altro senza vie di uscita.
- Oh – indietreggiai – non era questa la strada.
-Serve aiuto?
Ci voltammo e, con grande piacere, vidi Althea avvicinarsi sorridente.
- Stiamo cercando le serre – ammiccai un sorriso, Harry fece lo stesso.
Lei rise
-Credo che questa non sia la strada giusta. Seguitemi – ci fece l’occhiolino e tornò indietro.
La seguimmo percorrendo metà del prato, sbucando in un corridoio con delle arcate ai lati. Poi girammo a sinistra e ci ritrovammo di nuovo in cortile, poi continuammo seguendo la parete di un altro muro, che quella volta finì dritto alle serre.
-Eccoci qui – disse la biondina infine.
- Grazie – rispose Harry
Ci sorrise in segno di risposta e scappò via.
Nelle serre ci aspettavano i Corvonero, il che mi sembrò molto strano. Ma poi ricordai di essere una Serpeverde, e solo i Grifondoro avevano lezione di Erbologia con i Tassorosso.
Ci posizionammo intorno ad un lungo tavolo nel bel mezzo della prima serra, all’estremità opposta, si trovava la professoressa Sprout.
- Buongiorno ragazzi, e benvenuti nelle serre!

Ci volle un po’ prima di riuscire a scrostare tutto il terriccio accumulatosi durante la lezione di Erbologia. Diciamo che sporcarmi le mani non era il mio forte, e le piante non erano esattamente la mia passione.
Chiusi il rubinetto e presi l’asciugamani trovato su uno sgabello di legno accanto al bagno.
Tornai nella sala comune e aspettai Harry per poter andare a pranzo.
Mi sedetti su una poltrona avente il cuscinetto verde e i braccioli di acciaio. Erano così freddi che non riuscii a tenerle lì sopra.
- Bene bene, guarda chi c’è – Malfoy stava scendendo le scale del dormitorio maschile.
Mi alzai goffamente e mi voltai verso di lui.
- Stai aspettando il tuo amico? – sorrise – beh, credo che abbia avuto un piccolo imprevisto – rise.
Mi avvicinai velocemente
- Cosa gli hai fatto stavolta? – strinsi i pugni e irrigidii i muscoli.
Lui sogghignò e assunse l’aria di superiorità che mi era ormai familiare.
- Ho detto, cosa gli hai fatto? – rilassai i muscoli e allentai la stretta alle mani.
Se volevo affrontare quello zuccone avrei dovuto essere furba.
- Siamo nervosetti eh? – fece una risata di scherno e mi guardò con i suoi occhi color ghiaccio – ho l’impressione che al tuo amichetto Crabbe e Goyle non piacciano – sogghignò.
Aveva lasciato quel poveretto insieme a quei due giganti, gli avrebbero fatto del male? Non risaliva nei miei piani per un primo giorno perfetto ad Hogwarts.
Guardai Draco con un sorrisetto malizioso e feci alcuni passi in avanti, molto lentamente.
Il ghigno a mano a mano sparì dalle sue labbra, lasciando il posto ad un espressione di ribrezzo.
- Non ti starai avvicinando a me, mezzosangue? Ti avverto, non toccarmi, non voglio dover fare doppia doccia oggi – rise amaramente.
Io sorrisi e continuai ad avanzare, sempre lentamente, fin quando non iniziai a correre.
Arrivatagli addosso, lo spinsi di lato buttandolo a terra e corsi su per le scale del dormitorio maschile.
Aprii la porta appena in tempo per vedere i due bestioni sollevare le mani. Il mio arrivo li distrasse, e Harry scivolò via dalla loro portata, muovendosi dietro di loro.
Prima che potessero accorgersene, gridai
- Un Ippogrifo! Oddio! – e indicai un punto dietro di loro.
Come due stupidi, si voltarono in cerca dell’animale, ma invano.
Harry mi raggiunse e scendemmo velocemente le scale, imbattendoci però in Malfoy.
-Credi che te la farò passare liscia, schifosa sanguemarcio? – il disprezzo scoppiettava nei suoi occhi.
Presi Harry per il braccio e, prima di scappare aggiunsi
- Io credo proprio di si
Harry corse via, ma Draco riuscì a prendermi il braccio.
Cercai di strattonarlo via, e ci riuscii proprio nel momento in cui Crabbe e Goyle arrivarono in soccorso.
Raggiunsi Harry, e oltrepassammo il quadro col monaco, diretti alla Sala Grande.








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