Capitolo 2

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Doveva essere sicuramente un sogno... ero così fissata sulla lettera, sulla scritta color smeraldo e sulla firma così reale, che dovevo aver davvero sognato che Silente si fosse presentato a casa mia.
Certo tutto tornava, non avevo mai mangiato davvero l'ultimo pezzo di torta, sicuramente era ancora in frigo,intatta.
Sto ancora dormendo e, sinceramente, non voglio svegliarmi. Ma non potei evitare di notare una cosa. Il Silente che si trovava davanti a me,era il "primo" Silente.
Quello era Richard Harris, che per quanto ne sapevo io, morì dopo aver girato il secondo film e Michael Gambon prese poi il suo posto.
- Beh sa, qui fuori fa abbastanza freddo. Le dispiacerebbe se mi accomodassi dentro? Ho un paio di cosette da dirle riguardo la lettera che di sicuro ha ricevuto
Per qualche strana ragione mi scansai per farlo entrare, tenevo sempre la bocca aperta, mi affrettai a chiuderla e a fare lo stesso con la porta.
- Vieni qui accanto a me - disse Silente.
Ripresi coraggio e mi andai a sedere sullo sgabello davanti a lui.
- Lei..lei chi è? -
- Oh, io credo che lei sappia molto bene chi sia - disse accennando un piccolo sorrisetto.
Certo che sapevo chi fosse, ma non riuscivo a spiegarmi il suo arrivo.
Oh, giusto, era un sogno.
-Beh.. lei è.. Silente.. Albus Silente, cioè.. lei è Richard Harris travestito da Albus Silente – quello che dicevo non convinceva nemmeno me.
- Oh beh, non so di quale Richard stia parlando signorina Harrison, ma si, sono Albus Percival Wulfric Brian Silente, comunemente noto come Albus Silente nonché preside della famosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ma so che lei sa già tutto di questo, quindi non mi perderò in chiacchiere sulla magia e sulle varie cose che faremo a scuola. Sono venuto per dirle che lei è una strega, signorina Harrison.
Scoppiai a ridere
- Si certo! E mio fratello è il re dei dinosauri! Senta, questo è tutto un sogno,lei non esiste, la magia non esiste. Ma, aspetti, lei come fa a sapere che io so già tutto di Hogwarts e del mondo dei maghi?
Ma certo, in un sogno tutto può succedere.
-Innanzitutto, questo è un mondo parallelo al nostro, ed essendo un mondo estraneo dovevo sapere se qui le persone fossero al corrente della magia. Beh, da quanto ho visto, qui la magia la si conosce, ma purtroppo nessuno ci crede.
Inoltre, facendo qualche altra ricerca ho scoperto qualcosa su una saga abbastanza famosa in questo mondo. – così dicendo abbassò un po' gli occhiali, squadrandomi bene – ma mi chiedo quanto lei sappia di questa storia.
Sgranai gli occhi e giocherellai con i pollici
- Che importanza ha, tanto questa non è la realtà. Insomma, Albus Silente è ... - ma qui mi interruppi per qualche secondo, non avrei potuto dirgli che sarebbe dovuto essere morto – immaginario – continuai.
Silente mi sorrise divertito e si sporse un po' in avanti.
- Oh,questo qui non è un sogno signorina Harrison, ma è la pura realtà. Lei frequenterà la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, avrà accesso al binario nove e tre quarti della stazione di King's Cross a Londra per poter prendere l'Hogwarts Express che la porterà a scuola, come d'altronde lei già sa. Tutto l'occorrente necessario è scritto per elenco nella lettera, come lei avrà già visto – concluse facendomi l'occhiolino e tirandosi su gli occhiali.
Non sapevo di quanto Silente conoscesse riguardo alla saga, sapevo solo che questo era un sogno bellissimo e, se lui diceva che era la realtà, volevo che me lo dimostrasse. In tal caso, avrebbe avverato il mio desidero più grande.
- Mettiamo che quello che lei dice sia vero, nella storia della saga, è Hagrid che cerca e accompagna il ragazzo. Come mai lei è venuto personalmente?
Il sorriso del preside si allargò, probabilmente perché avevo appena ammesso di conoscere la saga.
- Come ti ho già detto prima, e spero che mi crederai, questo è un mondo parallelo al nostro e non potevo permettere di mandare qui Hagrid o qualsiasi altro, così mi sono presentato qui personalmente usando una Passaporta.
I miei occhi brillarono, e in quel momento la voglia di credergli era tanta, così tanta da cascarci dentro come i bambini in una pozzanghera.
- Se è davvero così, se il vostro mondo e quello dei libri esiste davvero ... se Hogwarts esiste davvero, la prego, me lo dimostri.
Silente mi guardò, poi si alzò e sfoderò la bacchetta.
- Dimmi cosa vuoi vedere. Ci sono dei limiti però
- Tipo non si fanno magie fuori da Hogwarts – risi
- No, non quel tipo. Sai, essere preside ha i suoi pregi – rise anche lui.
Non ci fu bisogno di riflettere a lungo su ciò che desideravo vedere, solo che ci misi un po' a chiederlo, credendo che la risposta potesse essere negativa.
Guardai Silente, e sorrisi
- Un patronus – sorrisi come un ebete al solo pensiero di poterne vedere uno vero e proprio.
Silente mi squadrò incuriosito e poi mi sorrise.
Estrasse la bacchetta che teneva nella parte interna della tunica e, con un gran sorriso ancora stampato sulle labbra, esclamò "Expecto Patronum!"
Dalla sua bacchetta fuoriuscì quella famigliare scia argentata da cui prese forma una bellissima fenice.
Non mi accorsi di star piangendo. In quel momento lo credevo con ogni fibra del mio corpo, quella meraviglia non poteva essere così viva in un sogno.
Quello che pensai subito dopo fu "Hogwarts esiste".
Silente era davvero venuto a casa mia per dirmi che sono una strega e che vivo davvero in un mondo parallelo al loro. Adesso era lì, con la bacchetta in mano e con una fenice argentea che gli volava intorno.
Continuavo a piangere e a sorridere guardando quel grande incantesimo sbiadirsi in una triste e povera scia luminosa.
- Le credo - dissi singhiozzando.
Silente mi sorrise, un sorriso comprensivo, e in quel momento mi sentii bene.
Di colpo squillò il campanello e corsi ad aprire la porta sperando con tutte le mie forze che fossero i miei genitori. Aprii e vidi mio fratello con lo zaino in spalla e mia madre con la sua valigetta da lavoro. Mio padre stava salendo le scale, era tutto sporco di pittura e aveva delle ciocche di capelli verdi.
Sorrisi dalla gioia, mi scostai e li feci entrare.
A mio fratello cadde lo zaino dalle spalle, mia madre e mio padre si guardarono una volta tra di loro e una volta a me. Pareva che la vista del preside li avesse scombussolati più di quanto non lo avesse fatto a me.
Li spinsi sul divano ed iniziammo a raccontare tutto.
Un'ora dopo stavo ancora piangendo e saltando tutto intorno al tavolo della cucina. Non riuscivo ancora a crederci del tutto, l'illusione che fosse ancora un sogno rimaneva ancora nella parte più intima della mia testa.
"Va bene, ci andrai"
Quelle parole risuonavano ancora nella mia testa quando alzai le coperte per infilarmi nel letto.
Adesso ne avevo realmente la certezza, sarei andata ad Hogwarts.

Hogwarts esiste.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora