18- Lettera (si, un'altra)

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Non andavo a scuola da qualche giorno, passavo il tempo rinchiuso nell'aula di musica suonando la batteria oppure nella mia stanza a mangiare, avevo spento il telefono da quando eravamo tornati, non volevo sentire nessuno e men che meno volevo vedere i miei genitori.

Un giorno qualcuno bussò, il mio corpo si rifiutava di alzarsi, così qualche minuto dopo un pugno sfondo la porta giusto sotto la maniglia, quella che riconobbi come la mano di Kirishima si insinuò nel buco e aprí dall'interno, entrarono tutti: lui, la presa elettrica, occhi neri e lo scotch umano.

Affondai la testa nel cuscino ma loro presero posto nonostante fosse abbastanza chiaro che non volevo vedere nessuno
-Allora, hai un sacco di cose da recuperare.- disse Mina che mi schiaffò davanti agli occhi una pila di appunti, nel frattempo Denki aprí le persiane e Sero iniziò a mettere a posto il casino che c'era.

Che cazzo stavano facendo? Mi ero talmente abituato alla tranquillità e alla presenza di nessuno che ora ero disorientato. Mi misi seduto e guardai tutti con una faccia della serie "siete malati o cosa!?"
-Forza, il tempo non ti aspetterà, prendi carta e penna e ricopia.- continuò a parlare Mina
-Già, e mentre voi due studiate Sero mi farà la tinta.- disse Kirimerda tirando fuori da non so dove un tubetto di tinta rossa
-Cosa? Volevo farlo io!- protestò Pikachu
-Che state facendo?- trovai la forza di chiedere, calò il silenzio e quattro paia di occhi mi si puntarono addosso, Sero sorrise così come gli altri dopo di lui
-Ti aiutiamo.- Mina mi accarezzò un ginocchio con un sorriso a trentadue denti.

Non so perché non li respinsi, forse non ne avevo le forze o forse in fondo, MOLTO in fondo, volevo che fossero lì, volevo loro.

Il giorno seguente mi convinsero a tornare in classe assicurandomi che sarebbero rimasti al mio fianco, non so se ero pronto per vederlo di nuovo ma sapere che se ad un certo punto non ce l'avrei più fatta potevo incrociare lo sguardo di qualcuno che mi supportava mi diede il coraggio necessario.

-Buongiorno, chi si rivede! Bentornato Bakugou.- mi accolse Aizawa, feci un cenno col capo mentre entravo nell'aula con i miei amici al seguito
-Buongiorno.- mi salutò Deku, ebbene si, avete capito bene, Deku mi salutò, rido al solo pensiero.

Anche se dentro di me rimasi abbastanza spiazzato non lo diedi per niente a vedere, semplicemente lo ignorai continuando a guardare avanti anche dopo essermi seduto, avrei giurato di averlo visto rimanerci male con la coda dell'occhio per la mia indifferenza, così cercai gli occhi di qualcuno e Denki mi guardò e sorrise. Mentre il prof spiegava vagai con la testa, stavo riflettendo sul fatto che non credevo che se mai Deku avesse voluto farsi perdonare io lo avrei fatto, avevo anche deciso di non dargli più fastidio, d'ora in poi lo avrei solamente ignorato, per me era morto... o così credevo.

Quando andammo in mensa mi integrai abbastanza nel discorso
-Andiamo Bakubro.- mi disse Kiri alzandosi quando avemmo finito
-Iniziate ad andare, vi raggiungo.- risposi mostrando il vassoio che dovevo ancora andare a posare
-D'accordo, ti aspettiamo vicino la porta.- feci cenno di si.

Avevo fatto il primo passo per andare incontro agli altri quando sentii dietro di me una voce familiare chiamarmi
-Kacchan.- sgranai gli occhi e mi voltai: proprio lì di fronte a me c'era il broccolo che mi sorrideva, devo ammetterlo: non me lo aspettavo, assunsi un'espressione interrogativa
-Ehm, io volevo chiederti se... ti andrebbe di parlare un attimo?- non scherzo nel dire che gli scoppiai a ridere in faccia, non mi divertivo così tanto da un sacco e quando ripresi fiato gli alzai un bel terzo dito, mi avvicinai tanto che i nostri corpi si trovarono appiccicati e gli sussurrai nell'orecchio
-Fottiti.- dopodiché gli diedi un bacio sulla guancia solo per farlo rosicare ancora di più.

Tutti i dubbi che avevo avuto la mattina svanirono, ero pronto eccome ad affrontarlo, avevo improvvisato tutto e, modestamente, avevo fatto un uscita di scena epica scaricandolo in quel modo, lasciandolo imbambolato lì in piedi da solo.

Una lettera di troppo // BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora