•ꪻꫝ᥅ꫀꫀ•

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Uno ragazzo con un grambiule ricoperto di macchie d'inchiostro
La ragazza ridacchiò a quel pensiero, ma smise notando che lui la stava guardando male.
«Scusa, scusa... Me lo vuoi descrivere o tiro a indovinare?»

«Indovina.» guardò il grande l'orologio che nasceva al centro della città.

«Sei sempre così spiritoso?»

«Non ti immagini quanto.» tornò a guardare la ragazza, stavolta con aria di sfida.
«Tra novanta minuti ci vediamo davanti alla locanda.»

«In novanta minuti lo abbiamo già trovato questo Ink, non credi?»

«Se ne sei così tanto sicura, allora cercalo e portalo da me.»

«Mi dovresti dire com'è...» lasciò la frase in sospeso, non la stava ad ascoltare più nessuno dato che Nightmare si era dematerializzato.

E ora? Devo tipo preparare una valigia? Uno zaino? Che deve fare lui in novanta minuti... E se si aspetta che io faccia qualcosa in questo tempo? Gli costava troppa fatica dare spiegazioni, no?

Sospirò.

Scaccia la paranoie (T/n), se torna più scazzato di prima basterà dirgli come stanno le cose.

Perciò tornò dalla sua amica per raccontargli della riuscita nell'impresa di farsi aiutare da un mostro come Nightmare.
Da quanto raccontavano in giro non avrebbe mai aiutato nessuno senza una buona ragione, eppure non le aveva chiesto altro che cercare quel ragazzo raffigurato con macchie d'inchiostro nella testa di (T/n).

Passato il tempo prestabilito il mostro era davanti alla locanda, invece la ragazza arrivò qualche minuto dopo e, come previsto da lei, colui che sarebbe stato il suo nuovo compagno di avventure non era di buon umore, il che non la sorprendeva affatto.

«Cosa non ti è chiaro di novanta minuti.?»

«Uhm, novanta e minuti» sorrise lei innocentemente.

«Non fare la simpatica con me, sai che non ti conviene.» replicò lui mettendo un piede avanti dando l'impressione di volersi avvicinare.

«Oh sì che lo so, ma a te convengo io» rispose copiando il movimento dell'altro.

«Mi convieni solo perché l'hai deciso tu, potevo fare questo stesso affare con chiunque.»

Ricorda: digli come stanno le cose.

«Senti»

«Cosa.»

...ma le cose come stanno? E soprattutto, quali cose? Ha ragione, potrebbe sostituirmi in qualsiasi momento, gliel'ho chiesto io infondo, non lui a me...

«Sto aspettando con ansia la tua grande risposta.» la invitò a parlare, e lei intuì che si stava innervosendo, come probabilmente era suo solito.

Potrei inventarmi qualcosa sul momento, non devo assolutamente dargli ragione.

«Uh senti, sai anche tu che ti sarebbe troppo difficile trovare qualcun'altro che...»

«Qualcun'altro che.?»

Cos'è questa strana necessità di avere ragione... Quest'arroganza non mi appartiene.
Cosa potrebbe mai succedere se gli dò ragione? Ne sarà solo più felice.

«Ma che sto dicendo?» chiese a se stessa ad alta voce, mentre ridacchiava.

«Tante cazzate ragazzina.» rispose al suo posto, in modo alquanto neutrale.

«Facciamo che mi chiami (T/n)?» fece lei per prima quel passo in avanti verso l'altro.

«Tante cazzate (T/n).»

«È già qualcosa, lo apprezzo»

«Smettila di apprezzare e muovi il culo, abbiamo già perso troppo tempo.» stavolta era lui a camminare, però dalla parte opposta.

«Ti seguo» e dicendo questo gli andò incontro.

𝔾𝕖𝕥 𝕐𝕠𝕦 𝕋𝕙𝕖 𝕄𝕠𝕠𝕟 {𝑵𝒊𝒈𝒉𝒕𝒎𝒂𝒓𝒆!𝑺𝒂𝒏𝒔 𝑿 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora