17 - Taliha

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«Deve essere stato un enorme shock per te scoprire una cosa del genere

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«Deve essere stato un enorme shock per te scoprire una cosa del genere.»
Nives è stata molto gentile ad ospitarci; credo che io e lei potremmo diventare amiche. Mi manca molto Teresa e a volte sento proprio la necessità di sfogarmi con qualcuno del mio stesso sesso perché con gli uomini non è la stessa cosa. Potrei prendere a pugni la faccia di Gene, ma non sortirebbe lo stesso effetto che parlare dei miei problemi con un'amica. Poi se il tutto è accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso, allora è il top.
«No infatti.» Le rispondo io. «Non avevo la benché minima idea dell'esistenza di tutto questo.»
«Raccontami del tuo primo incontro con Gene.»
«Oh beh, non è stato così piacevole. La prima volta che mi ha vista, mi ha sbattuta per terra e ho pensato che stesse per ammazzarmi, poi però gli ho dato un calcio nelle palle e da lì è cominciato tutto.»
Nives scoppia a ridere svegliando il piccolo nella culla.
«Non ti ho ancora fatto le congratulazioni. Come l'avete chiamato?»
«Non ti preoccupare; con tutto quello che hai passato, pensare a me era l'ultimo dei tuoi problemi.» Nives prende dalla culla il piccolo che ormai è completamente sveglio e me lo mette in braccio. Il bambino mi sorride mostrando due piccole fossettine che sono certo un giorno faranno impazzire qualche ragazza. Allunga le mani verso di me e io gliele bacio. «Gli piaci! Non avevo dubbi. La scelta del nome è stata veramente difficile perché Reid voleva mettergli dei nomi assurdi. Alla fine abbiamo trovato un punto d'incontro e lo abbiamo chiamato Ryder.»
«Un un bel nome per un bel bambino.»
«Mi dispiace se Reid ti ha dato l'impressione sbagliata. Anche io non mi sono ancora del tutto abituata a questa vita e certi loro meccanismi interni mi sono ancora del tutto estranei. Per gli alpha, proteggere il branco è lo scopo della loro vita e sono disposti a tutto pur di salvaguardarlo. Può sembrare un po' brutale, ma in realtà è solo apparenza.»
«Tranquilla, dopo aver avuto a che fare con Gene, non mi sorprende più nulla. Da quello che ho capito tu non sei proprio una lupa, vero?»
Si alza e va a scaldare il biberon. «No, infatti. Anche io ho scoperto di essere diversa non molto tempo fa. Mio padre era un lupo molto forte, mentre mia madre era una semplice umana. A quanto pare sono nata durante una notte di Luna Rossa e mio padre mi ha trasmesso parte del suo essere sovrannaturale. Sono stata presa di mira anch'io da quest'organizzazione di cui ho scoperto fa parte anche mio fratello. Fidati, ognuno di noi ha una storia piuttosto complicata alle spalle.»
«Anche tuo fratello è come te?»
«No, lui è un lupo purosangue. Io sono solamente il frutto di un amore giovanile.»
«Non deve essere stato facile.»
«No. E poi... avevo un capo piuttosto scorbutico con cui avere a che fare.»
«Mi pare che poi tu te lo sia sposato...» Reid ci interrompe entrando nella cucina con Gene al seguito. «Quindi è di questo che parlate quando io non ci sono eh...»
Nives gli sorride e poi si getta sulle sue braccia. Lui la bacia con passione e nei suoi occhi si vede tutto l'affetto che nutre per lei. Vorrei tanto anch'io un amore del genere. Gene mi guarda mentre tengo il bambino in braccio e per un attimo, solo per un attimo, mi sembra di intravedere un bagliore nei suoi occhi. Mi sembra di intravedere un desiderio. Non so cosa provo per lui; non so se è amore o semplice attrazione fisica perché sarei una sciocca e una bugiarda a negarlo. Il suo corpo mi dona piacevoli scariche elettriche solo a guardarlo. Nives ha provato a spiegarmi in breve cosa significa essere la compagna di un lupo. Lei, diventando una di loro, è riuscita a comprendere meglio questo sentimento. Io non ci riesco. Non riesco a sentire quello che lui chiama "legame"; vorrei tanto poterlo percepire, ma non ci riesco. Vorrei poter dire di essere certa che lui potrà darmi l'amore che ho sempre sognato; che potrà cullarmi in piena notte se ho paura; che potrà rassicurarmi laddove avrò dubbi; che potrà dirmi semplicemente "ti amo" quando ne avrò bisogno. Vorrei poter essere certa di tante cose, ma in cuore mio so bene che lui non potrà mai darmi nulla di tutto ciò. Nessuna certezza. Mi sta bene tutto questo? Non lo so. Mi sono accontentata una volta per fare felici i miei e sono finita sola, nel mio costosissimo abito bianco, con un bouquet di fiori orribili all'altare.
«È ora.» Mi dice Gene. Restituisco il piccolo Ryder alla madre e li saluto.
«Per qualsiasi cosa, questo è il mio numero di telefono. Non esitare a chiamare se dovessi avere bisogno.»
«Grazie Nives.»

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