18 - Gene

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Quando risaliamo in macchina, rimaniamo in silenzio

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Quando risaliamo in macchina, rimaniamo in silenzio. Ho combinato un casino. Quando l'ho vista con quel bambino in braccio ho intravisto quello che non potrò mai avere.

«Mi dispiace se ti ho data per scontata.» Ammetto e mi fissa stupita, ma torna immediatamente seria. «Perché mi hai chiesto se voglio figli?»
«Perché non potrò mai darteli.» Adesso sì che ho ottenuto la sua attenzione. «Sono stato maledetto quando ero solo un ragazzo e non sono in grado di generare una vita.» La guardo con la coda dell'occhio per vedere la sua reazione.
«Ti ha maledetto una strega come me?»
Annuisco. «Non era come te. Era cattiva e diceva che io ero il male.»
«Mi dispiace Gene. È una cosa orribile.»
«L'ho accettato e comunque non sono adatto a fare il padre ma tu...»
«Avere figli non è mai stata una priorità per me.» Non so se lo dice per farmi contento o se lo pensa davvero.

Entriamo nelle mie terre e fermo il furgone. «Resta in macchina e ti prego... obbedisci stavolta.» Scendo dal veicolo e mi inoltro tra gli alberi. Inizio a mutare e una volta nella mia completa forma animale, inizio a perlustrare l'area. Non mi sembra di percepire nemici, ma meglio essere certi. Non sono più da solo e ho un carico prezioso con me da proteggere. Faccio il giro della mia proprietà e quando mi sincero che non ci siano minacce, torno al furgone che è... vuoto. Perché non sono sorpreso?
«Sono qui, non dare di matto.» Esce da dietro un albero con sguardo colpevole. Sono nudo e i suoi occhi finiscono proprio sulle mie parti intime. Non lo faccio di proposito, ma non appena i suoi occhi indugiano con malizia su di me, mi si rizza. Lei emette un gridolino. «Sul serio?» Mi chiede come se fosse colpa mia. Stavolta non ho fatto nulla!
«Se tu non mi fissassi con la bava alla bocca...»
«Cosa?! Non è vero...»
«Perché sei scesa dal furgone? Stavo perlustrando l'area.»
«Dovevo fare pipì.»
«Ma ci sei andata prima di uscire!»
«Fa freddo!»
«Che razza di risposta è?»
«Con il freddo devo fare la pipì. Vogliamo chiamare la scientifica?»

...

«Via libera comunque. Se ne sono andati.»

Mi rivesto velocemente e avvio il motore del furgone. Quando arriviamo davanti la casa, scendo di corsa ed entro dentro. Taliha mi segue a ruota. Scendiamo nel seminterrato e scosto il pannello dietro il televisore. Inserisco il codice d'apertura e la parete alla mia destra inizia ad aprirsi.

«Ma che diavolo...»

Taliha è senza parole. Ho una vasta collezione di armi da fuoco proprio qui davanti. Tutte - o almeno tutte - detenute legalmente. Dopotutto per essere un sicario dovevo essere ben equipaggiato.

«Esattamente dov'è che stiamo andando? Perché mi sembra che tu ti stia preparando per scendere in guerra.»
«Fidati... nel luogo in cui andremo ci serviranno tutte.»

Preparo due borse: una per me e una per lei. «Tieni.» Le do la sua. «Preparati con il necessario.»

Prende la borsa e la guarda schifata. «Che c'è adesso?» Le chiedo.
«Cosa dovrei metterci qui dentro, i trucchi?»

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