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Non appena uscì dal proprio studio, Alessandro andò diretto in camera propria, non curando chi lo chiamasse ogni cinque minuti.

Prese una camicia bianca assieme ai pantaloni neri per poi fiondarsi in bagno.

Solo quando entrò dentro la vasca, sembrò che tutta la tensione accumulata nella mattinata fosse magicamente sparita.

Sospirando, immerse anche il capo nell’acqua, rimanendo in apnea per alcuni istanti.

Passarono interminabili minuti prima che Alessandro uscisse dalla vasca, avvolgendosi la vita con un asciugamano.

Si avvicinò allo specchio, sfiorandosi la mandibola notando la ricrescita della barba.

Si guardò per l’ennesima volta allo specchio, aggiustandosi i capelli con fare nervoso. Sotto suo immenso stupore, era in ansia per l’uscita con la ragazza.

  «Guardatelo come trema!» esclamò Lorenzo, appoggiato allo stipite.

  «Giusto, Lorenzo! Sembra che stia per svenire da un momento all’altro!» continuò Tommaso, ridendo assieme al gemello.

Alessandro schioccò la lingua contro il palato, guardandolo truce.

  «Piantatela» mormorò irritato.

  «Ha ragione. Smettetela voi due» esclamò la madre entrando nella stanza, avvicinandosi al figlio, portando le sue esili mani tra i suoi capelli corvini per sistemarli appena. «Stai benissimo, Alessandro» sussurrò. «Adesso vai, tra poco dovresti andare a prendere la tua donzella» disse ridacchiando.

  «Hai ragione» mormorò, voltò il capo fissando il suo sguardo serio contro quello divertito di Lorenzo. Quest’ultimo, non appena incontrò quegli occhi di ghiaccio, deglutì a fatica.

  «Non appena scopro che hai un incontro con qualcuna, mi prendo gioco di te nel peggior modo possibile, intesi fratellino?» chiese con finta innocenza.

  «Perché te la prendi solo con me? Anche questo idiota ha parlato!» esclamò, indicando indignato il castano alla sua destra.

  «Hey, non mi mettere in mezzo per una volta che non se la prende con me!» sbottò il gemello, strattonandolo appena.

  «Sta di fatto, che tanto non mi fidanzerò mai» riprese Lorenzo, gonfiando il petto con fare convinto.

  «Anche tuo fratello diceva che non avrebbe mai chiesto a una ragazza un appuntamento...» lo riprese la madre, sghignazzando. «Eppure eccolo qui! In ansia per una ragazza» esclamò, ridendo assieme ai due.

  «Ah, ah, ah...divertenti» esclamò ironico, prendendo la giacca. «Non seguitemi, sono stato chiaro?» puntò un dito contro i tre, per poi uscire di casa.

Una fresca brezza invernale, accarezzò il viso dell’uomo non appena mise piede fuori dalla porta.

Si sistemò il suo orologio da polso, per poi incamminarsi verso l’edifico dove abitava la bruna.

Per tutto il tragitto fino all’abitazione grigio perla, osservava in continuazione l’orologio, guardando a malapena dove stesse mettendo i piedi, rischiando più volte di scivolare a causa dell’acqua sul suolo di pietra delle strade.

Non mi sentivo così in ansia da quando ero un adolescente..., si accorse ridacchiando, giungendo, finalmente, di fronte all’edificio.

Prese un respiro profondo, prima di armarsi di coraggio e bussare alla porta.

Guardò per altre due volte l’orario, prima che l’entrata si aprì rivelando la figura di Veronica con un vestito da campagna azzurro con motivi floreali gialli.

La mia Ossessione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora