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La pioggia batteva contro i vetri ripetutamente ovattando i suoni circostanti.

La famiglia Ackerman, quel giorno fu silenziosa più che mai, in abiti neri varcarono l’ingresso della porta uscendo di casa.

Tommaso sporse una mano, che si bagnò d’acqua prima di aprire l’ombrello nero, seguito dal resto della sua famiglia.

Camminarono lentamente, il rumore della pioggia che si infrangeva contro i loro ombrelli li accompagnò per tutto il tragitto.

Una folata di vento gelido li colpì in pieno ma non se ne curarono, continuando a marciare verso la loro meta.

Attraversarono il cancello che pareva più grigio del solito.

L’odore dell’acqua stagnante si diffondeva in quel luogo circondato da pini ricchi di aghi e ciliegi ormai privi di petali.

Regnava un religioso silenzio, tutto sembrava esser immacolato dal silenzio della pioggia che pareva soffocare ogni suono.

Si udiva solo il rumore delle gocce che cadevano dal cielo e dei loro passi che infrangevano le pozzanghere che si erano create.

Alessandro inspirò a pieni polmoni, per poi espirare creando una piccola nuvola bianca.

Veronica si strinse nel cappotto dopo l’ennesima folata di vento, il corvino la guardò sott’occhio per poi sfilarsi la sua sciarpa e avvolgergliela dolcemente attorno al collo.

La bruna si coprì con essa fino a nascondere anche il naso, ispirando il dolce profumo del signor Ackerman che parve calmarla.

Continuarono a camminare fino a fermarsi davanti a una delle numerose tombe...ma quella era diversa dalle altre, poiché era ancora vuota.

La pioggia cadeva giù con una forza torrenziale. Non si vedeva nulla attorno, tutto era grigio e retro.

Alessandro guardò freddamente alcuni suoi uomini nel mentre trasportavano la bara del fratello sulle spalle che pareva brillare sotto il riflesso dell’acqua che la rendeva lucida e la imbelliva, seguiti da un prete con in mano, una Bibbia e un ombrello nero.

Quest’ultimo, dopo che la bara fu riposta nel fosso davanti a loro, iniziò la sua predica, benedicendo l’anima di Diego e pregando che riuscisse a raggiungere il paradiso.

Nessuno dei componenti della famiglia riuscì ad aprire bocca, molti trattennero il fiato alla vista di tanto dolore.

  «Diego era sempre stato molto importante per la famiglia. Diego era una persona capace di arrivare al cuore di chiunque...spero che la sua anima raggiunga la pace per come si merita» dopo che il prete finì di parlare, si avvicinò alla famiglia Ackerman dando loro le condoglianze con sguardo dispiaciuto.

Monica si limitò a ringraziarlo con un sorriso mentre Lorenzo e Tommaso strinsero i pugni, cercando di non cedere alla tentazione di piangere.

  «Era un bravo ragazzo...» queste furono le ultime parole del prete prima di congedarsi, lasciandoli ad affrontare il loro dolore.

I sottoposti di Alessandro iniziarono a riempire la buca di terra, mentre la pioggia pareva non aver intenzione di cessare, come se anche il cielo stesse piangendo a quella perdita.

Non appena finirono, diedero le condoglianze a ogni membro di quella famiglia per poi ritirarsi.

Monica si inginocchiò lentamente, davanti alla lapide, ponendo davanti a essa delle Campanule bianche per poi sfiorare il nome inciso su quel gelido marmo.

Veronica si girò verso il corvino, osservando come stringesse la mandibola mentre alzava il capo al cielo, permettendo, così, di confondere le lacrime con le gocce di pioggia.

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