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Nonostante fossero nel vivo della serata e musica e risate si stessero facendo sempre più forti, nelle loro menti calò il silenzio o almeno finché Veronica non decise di parlare.

  «Non capisco cosa intendiate. Ricordate il significato di questa festa? Ognuno stasera può essere chi vuole. E pertanto, se anche fossi colei che cercate...io non sono nessuno stasera. Stasera sono tutto. La libertà che l'anonimato conferisce è meravigliosa...non trovate?» Alessandro rimase in silenzio, stupito dalle parole della sua amata.

A che razza di gioco sta giocando?, pensò Alessandro, prendendo respiri profondi, alternando lo sguardi uno dall’altra.

  «Ha ragione. Non vorrete certo venire meno al significato di una delle nostre più importanti feste» infierì il ragazzo dagli occhi verdi, per poi riprendere a ballare con quella ragazza, ormai curiosa di vedere la reazione del suo amato. Che non tardò ad arrivare.

La mano posta sul fianco di Veronica venne presa e stretta con forza da nientemeno che Alessandro Ackerman che, nel frattempo, fissava con sguardo truce il ragazzo, tirando la giovane contro il suo petto.

  «Non ti conviene giocare con me» mormorò a denti stretti, senza distogliere lo sguardo da quelle pozze verdi come il prato in primavera.

In quel preciso istante, a Veronica, parve che il suo sguardo si scurì, diventando quasi insopportabile da sostenere data la sua intensità.

  «Lei è mia» affermò prima di toglierla definitivamente dalle prese del giovane uomo e tirarla lontana da lì, facendo velocemente perdere le loro tracce al ragazzo.

Ballarono e ballarono, raggiungendo ogni angolo della stanza, senza mai fermarsi, quasi come se fossero in un mondo parallelo dove la musica pareva ovattata come il resto dei suoni presenti in quella enorme sala.

  «Mi siete mancata» disse lui mettendole una mano sul fianco.

  «Non ne avete la minima idea di quanto» roteò su se stessa. «Anche a me... »

Il suo sguardo le toglieva il fiato. Cerca di mascherare l’effetto che le provoca, ma sente il cuore aumentare i battiti, il respiro farsi più pesante.

Odia quella sensazione, l’impotenza davanti a una tale emozione.

Quando distoglieva per qualche istante lo sguardo da lei, però, Veronica sentì il bisogno di averlo di nuovo su di sé.
La faceva sentire viva.

Per la prima volta da tanto tempo le sembrava di aver trovato il suo posto, nascosto dietro ai suoi occhi.

I suoi occhi, di un mix che sotto le luci della villa parevano ancora più luminosi del solito, incontrarono quelli ghiaccio del ragazzo.

  «Vorrei tanto che poteste venire a vivere qui, con me. Potreste partecipare a tutti i balli e diventereste una delle donne più potenti della città...oltre ad essere la più bella» la trascinò al centro della sala, lasciando che tutta l'attenzione cadesse su di loro.

  «Lo so, ma non possiamo...semplicemente non possiamo. Io lo vorrei, lo vorrei davvero tanto ma-» le mise una mano intorno alla vita, stringendola maggiormente a sé.

  «Non pensiamoci adesso, va bene?» l'attenzione di tutti i presenti era su di loro ma, la cosa, non parve toccarli più di tanto.

Per loro, quello che importava in quel preciso istante, non era altro che la presenza dell’altro.

Alessandro non voleva che perdersi in quel mix paradisiaco, e indimenticabile per lui.

Veronica, invece, voleva perdersi tra le sue forti braccia e lasciare che tutte le cose non necessarie per loro svanissero.

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