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"Tra quanto scendi?" urla dalla strada il mio caro amico Manuel che mi sta aspettando insieme a Matteo, un mio compagno di classe.

Mi allaccio velocemente le scarpe bianche e mi metto in spalla il mio piccolo e comodo zainetto di pelle nero, mi do un'ultima specchiata dove controllo attentamente il mio outfit: un semplice body viola, dei jeans leggermente strappati e una cintura nera. Spazzolo nuovamente i miei capelli castano scuro per un tocco finale.

"A dopo nonna!" esclamo posandole un tenero bacio sulla guancia.

"A dopo, Naomi." conclude mentre esco di casa. Questa notte sono rimasta a dormire da mia nonna quindi, fortunatamente, posso uscire nella mia vecchia cittadina.

Prendo l'ascensore e in poco raggiungo i miei due amici. Il più alto dei due è Manuel, che mi aspetta a braccia aperte, gli cingo le mie sui fianchi e affondo la testa nella sua morbida pancia; mi sorride e saluto con un semplice cenno della mano l'altro: Matteo.

Ammetto che quest'ultimo non mi va molto a genio, infatti, come sempre, si è autoinvitato a quest'uscita. Iniziamo a camminare verso il paesino che si trova di fianco a Vaprio d'Adda: Canonica d'Adda; lì ci aspetta il migliore amico di Manuel.

Poco dopo la vista dei miei due compagni di viaggio, mi torna in mente quella persona di cui non voglio neanche minimamente ricordare il nome. Mi sta facendo passare, per la terza volta, un inferno; lo odio ma allo stesso tempo non riesco a non volergli bene. Spero che nel corso del tempo io possa dimenticare o lasciare alle spalle questi brutti momenti, e che io possa vivere felice con i miei nuovi amici e il mio attuale fidanzato: Roberto.

"Ma quindi cos'è successo con Marko?" chiede Manu. Ecco, parli del diavolo e spuntano le corna.

"Non ho voglia di parlarne." rispondo abbassando lo sguardo e la voce.

"Va bene, quando vuoi puoi dirmelo." faccio un cenno di sorriso e continuiamo a conversare.

Ora che ci penso veramente, io oggi vedrò per la prima volta il famoso amico di Manuel: Mikael.
Ho iniziato il mio rapporto con lui circa tre o quattro mesi fa, giocando alla play in sua compagnia, non siamo mai usciti e oggi, finalmente, ci conosceremo dal vivo.

"Mike dove si fa trovare?" domando ai miei due compagni.

"Credo al parco di Canonica." risponde Matteo con la sua solita r moscia. Raggiungiamo il ponte, il quale collega i due paesini. Mi fermo per soli due secondi ad ammirare il paesaggio sottostante: un bel fiume che emette rumori rilassanti e si muove dolcemente.

Una piccola brezza scuote i miei capelli lisci e la pelle d'oca si impossessa del mio corpo.

"Fa freschino." comunico sfregando le mie mani sulle braccia.

"Vero." rispondono in coro i due. Vedo che loro sono di tante parole. Si fermano a prendere un kebab e delle patatine in una pizzeria che si trova sul lato della strada.
Arriviamo al parco, nonché punto d'incontro, e aspettiamo il ragazzo.

Dopo qualche istante sento dei passi e mi volto di scatto.

Degli occhi bruni incontrano i miei, provocandomi un certo effetto allo stomaco. Mikael è arrivato ed è molto diverso da come me lo aspettavo: statura abbastanza alta, capelli tanto ricci e folti scuri, occhi bruni, sopracciglia molto folte, naso alla francese e labbra sottili ma non troppo, hanno una forma molto particolare.

Raggiunge subito il mio amico Manuel e lo saluta.

"Come stai, Mike?" chiede il suo migliore amico guardandolo spiritosamente.

"Bene, tu?" risponde lanciandomi un'occhiata sfuggente.

"Male, perché ti ho visto." e scoppiano a ridere, sorrido leggermente e guardo Matteo perplessa. Ci alziamo e ci avviamo verso il cosiddetto "parco delle medie", non conosco nessun posto di questo paese, però faccio finta di nulla e li seguo.

Di punto in bianco, mentre i due continuano a conversare e io mi perdo nei pensieri di Marko, Mikael si sdraia a terra ed inizia ad urlare: "Sono una ballerina! Sono una ballerina!" scoppio a ridere.

"Ma sei scemo!" strillo con voce smozzata. Lo guardo mentre fa lo stupido e i miei occhi iniziano a brillare. Non ho mai visto una persona come lui, o forse si- ma non voglio ricordarmi quei tanto bei momenti che in un batter d'occhio sono diventati solo ricordi.
Quella persona è così simile a lui, a quanto pare.

Senza essermene accorta il mio sguardo è diventato serio.

"Va tutto bene, nana?" mi domanda quel ragazzo divertente, si, è così che mi chiamano; probabilmente mi hanno dato questo soprannome per la mia altezza, sarò alta poco più di un metro e cinquanta, ma a me questo piace.

"Si, si, certo." fingo un sorriso e, nuovamente, il suo sguardo attraversa le mie pupille, arrivandomi al cuore. Quest'ultimo inizia a battere forte, ma cerco di ritrarre questa reazione: sono fidanzata!

Mike arriva di fronte al palo del parchetto ed inizia a scavalcarlo, imitando la ballerina di nuovo, ma, sta volta, registro un video in modo da avere un ricordo di questa giornata fantastica. Vado alla fontanella dell'acqua, sto morendo di sete.

Di colpo tutta l'acqua mi schizza addosso! Mi volto di scatto e vedo il ragazzo riccio ridere come non mai.

"Ti odio!" urlo scherzando, non lo sopporto già più! Mi fa ridere, forse anche troppo, però mi fa impazzire. Finisco di bere e noto che c'è un altro loro amico che li sta salutando.

"Ciao! Chi sei?" domando stupita, è meno decente rispetto a Mikael, però ha l'aria simpatica.

"Sono Mirko, tu Naomi, giusto?"

"Si! Come fai a saperlo?"

"Mi hanno parlato di te." termina sorridente. Ha i capelli lisci scuri, il naso abbastanza grosso e ha una bici molto bella: queste sono le prime cose che ho notato di lui. Rido fra me e me, non so, il volto di questo Mirko mi da l'effetto di essere molto strano.

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Dopo qualche oretta il tempo si fa più brutto e delle gocce d'acqua iniziano a scendere dalle nuvole.

"Oddio, che freddo!" esclamo sfregando le mie mani sulle braccia in segno di gelo.

"Ti do la mia giacca?" propone Mike porgendomi la sua giacchetta in pelle. Gli altri sono a maniche corte, come me.

"Mi sa che è meglio se ce ne torniamo a casa, nana." comunica Manu. Sbuffo e mi lamento, ma poi accetto, ormai la pioggia si fa più intensa, forse è la cosa giusta. Tutti si salutano con un batti e cinque e batti pugno, io faccio lo stesso con lui, ma appena il suo tocco mi sfiora, un brivido percorre il mio corpo.

"Ciao, Naomi."

"Ciao, Mike."

Io e te, anime affiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora