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Varchiamo le soglie della porticina in legno; mi sento spaesata, ma devo riuscire a lasciarmi andare, sennò finirò per annoiarmi e non godermi la serata. Invio un veloce e semplice messaggio a Mike dove lo avviso di essere arrivata alla festa.

Si avvicinano a noi un gruppo composto da due ragazzi e due ragazze, sorrido leggermente e saluto con un timido 'ciao'. Devono essere Dani, Rovaris, Jennifer e Giulia. Il primo mi squadra dalla testa ai piedi, ma non in modo brusco, anzi, pare molto simpatico e aperto, ha i lineamenti peruviani, moro e occhi scuri e leggermente più alto di me. Jennifer è dotata di treccine colorate e scure, ha l'apparecchio e pure lei ha dei tratti esteri, mi guarda sorridente, poi bacia il mio accompagnatore. Non pensavo fosse fidanzato.

Poi c'è Giulia, lei mi rivolge uno sguardo menefreghista e superficiale, non mi da molta simpatia; stessa cosa il suo ragazzo.

"Perché non vieni con me? Ti mostro la zona alcol!" propone Daniel, faccio cenno di sì col capo e lo seguo guardandomi attorno. Sono circondata da persone estranee che ballano e bevono. Entriamo in cucina e prende due bicchieri in plastica, versa del liquido trasparente di cui non conosco il nome e me lo porge.

"Oh, no, io non bevo!" spiego ad alta voce a causa della musica.

"Ne hai bisogno se vuoi scioglierti un po', dai, tieni." me lo porge con forza nelle mani, provo ad annusare e mi viene il ribrezzo, non capisco neppure che odore abbia; bagno leggermente le labbra e passo sopra ad esse la lingua, per assaporare un minimo il gusto. Subito sento bruciare la gola e faccio una smorfia schifata. In tutto questo non mi sono accorta che Christian e Dani mi stanno fissando e scoppiano in una risata.

"Butta tutto giù!" mi incita gridando il mio accompagnatore. Vabbè, che sarà mai un bicchierino! mando giù il liquido e subito la testa inizia a girarmi, sorrido e chiedo di versarmene un altro po'.

"Grande, Naomi!" esulta Dani. Mi scolo il secondo e inizio a ridere, saltando e ballando a tempo di musica. Ne prendo un altro, un altro e un altro ancora.

Non mi reggo quasi più in piedi, le emozioni che provo si contrastano. Sono così spensierata! Devo assolutamente chiamare Mike!

Mi allontano barcollante dalla musica e provo a premere i tasti del cellulare, avvio la chiamata e lui risponde subito.

"Mike!" esclamo allungando le lettere. Mi sembra di non capire nulla.

"Naomi? Non dirmi che hai bevuto!" sbotta, ma perché urla così tanto?

"Ma che dici, solo pochino." sbiascico, forse ho esagerato.

"Ma che cazzo ti salta nella testa, potrebbe accaderti qualunque cosa!" urla e io mi metto a piangere, ma aspetta, perché sto piangendo?

"Sei così cattivo, Mikee!" gli butto giù la chiamata e mi siedo sul parquet freddo della stanza, ma dove sono? Provo ad alzarmi in piedi e mi sdraio sull'unica superficie comoda presente, sembra un letto. E' così morbido.

"Naomi? Va tutto bene? Mi sa che hai esagerato." afferma Dani entrando nella stanza, il mio telefono continua a vibrare, lo prende in mano e risponde.

"Pronto?" dice. "Sono Daniel, un suo amico, tranquillo la riporto a casa." Esce di fretta e furia dalla stanza e, in pochissimo tempo, mi porta un bicchiere pieno d'acqua.

"Su, bevi." mi ordina e così faccio. Una rinfrescata pervade il mio cervello, ma non sembra che sia migliorato qualcosa. Si siede di fianco a me e prende il mio braccio, posandolo attorno alla sua spalla, poi afferra dolcemente le mie gambe ed inizia a camminare. Chiudo gli occhi e i rumori si fanno sempre più distanti.

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Riapro gli occhi, il rosa della mia stanza mi ricorda che, finalmente, mi trovo a casa. Ma chi mi ha accompagnata? Non ricordo più nulla. Volto il mio capo a destra e sussulto.

"C-che ci fai qui?" domando al ragazzo peruviano della festa, nel mentre faccio per alzarmi, ma lui mi blocca afferrandomi il polso.

"Stai attenta o potresti cadere a terra. Ti ho riaccompagnata io a casa, i tuoi genitori non ci sono, quindi ho deciso di rimanere per vedere se stessi bene. Ah, un ragazzo ti cercava al cellulare, l'ho rassicurato dicendogli che mi sarei preso cura di te. La prossima volta non bere così tanto." spiega e il mio volto si illumina; cazzo, Mikael! Speriamo che non ho fatto cazzate, ho ansia di averlo ferito in qualsiasi modo.

"Oh, grazie, ora puoi andare." dico gentilmente, alza un sopracciglio, ma se ne va. Mi rimetto a letto e crollo in un sonno inaspettato, ho veramente superato i limiti.

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La luce abbaiante mi risveglia, mi pizzica forte la testa; mi viene in mente ieri sera, come ho potuto fare quella cazzata, perché ho bevuto così tanto? Ancora sdraiata accendo il mio cellulare.

"Merda!" esclamo a bassa voce: cinque chiamate perse da Mikael; cosa gli dico?
Il cellulare fa tre squilli, dopodiché risponde.

"Mike, ti prego scusa, non ho saputo controllarmi." il cellulare non emette alcun suono. "Mike?" domando preoccupata.

"Naomi, hai fatto una grossa cazzata, lo sai, vero?" risponde con tono freddo e arrabbiato.

"Si, lo so, scusa." chiudo gli occhi, sono stata una sciocca.

"Non ti preoccupare, però cerca di non farlo più, per favore." cambia velocemente stato d'animo, pare triste o deluso. Mi sento in colpa, molto. A volte mi chiedo come io faccia a piacergli.

"Si, non succederà più, scusa ancora." ci salutiamo e mi alzo dal letto, raggiungendo la cucina.

"Tesoro, finalmente ti sei svegliata!" dice mia mamma, sorrido e le porgo un bacio sulla guancia; mi verso un goccio di caffè immischiato al latte in una tazza rosa.

"Mamma, ma quindi com'è questo ragazzo?" domando mentre sorseggio la bibita.

"E' molto simile a me, almeno, abbiamo un sacco di cose in comune. Ah, sai che ha pure lui un figlio?" rispondo con un semplice sorriso, in modo che possa continuare a raccontare. "Mi rende felice; si chiama Matteo."

Quanto è bello vedere mamma contenta con un uomo, spero non la ferisca mai.

Io e te, anime affiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora