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Un mese dopo

Una settimana fa sono partita, per sette lunghi giorni ho potuto a mala pena sentire la mia famiglia, Manu e Mikael.

Per sette lunghi giorni ho rimurginato sulla nostra relazione e sui miei sentimenti rivolti a lui; e finalmente ho capito, ho capito ciò che provo e ciò che ho provato dal primo momento che i miei occhi hanno incontrato i suoi: mi piace, mi piace talmente tanto che i miei pensieri non si allontanano da quei folti capelli ricci e da quel viso tanto dolce quanto attraente.

Si, l'ho capito. Però ho compreso anche che non ho, e non avrò mai, speranze con lui; è a un livello troppo alto, non sono abbastanza per lui.

Sto tornando da questa grande esperienza: il campo estivo di Vaprio d'Adda. Siamo partiti verso la montagna e abbiamo fatto giochi e sfide per tutto il tempo.

"Nana, comunque Mike si era fidanzato con la Baggio, ma dopo un giorno l'ha lasciata perché era troppo gelosa e non voleva che lui avesse amiche femmine." annuncia il mio migliore amico con voce robotica: mi sta facendo compagnia in videochiamata.

"C-cosa?" domando. Non posso credere che si erano persino fidanzati! L'ho detto, non ho possibilità con lui.

Non riesce a rispondere che Mikael entra nella chiamata, dando l'avvertimento con il segnale acustico.

"Bella!" esclama contento. "Finalmente una chiamata decente si può fare!" aggiunge.

"Vi sono mancata, vero?" dico scherzando.

"Troppo guarda!" rispondono in coro ironicamente, alzo gli occhi al cielo e scoppiano a ridere.

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Dopo aver salutato, abbracciato e sbaciucchiato mia mamma ed il resto della mia famiglia, mi arriva una notifica da: Manu<3

-Nana, ho una buona notizia.

-Dimmi, dimmi!

-Piaci a Mikael.

-Non prendermi in giro!

-E' la verità.

Lancio il telefono in aria e strillo. "Cosa! Piaccio a Mikael Vetere? E' impossibile!" grido saltando e sorridendo. Non mi sembra possibile, il ragazzo che mi piace da morire, lo stesso ragazzo che ho sempre ritenuto ad un livello superiore al mio, prova veramente qualcosa per me?

Sono troppo esaltata per dormire, quindi accendo la Play e faccio una partita.

I giorni a venire ci organizziamo tutti e tre per andare al mercato insieme e passare un bella giornata per il mio ritorno dal campo estivo.

Giovedì mattina ci incontriamo tutti insieme al parco vicino al mercato e dopo tanto rivedo quei occhi bruni che mi hanno fatta invaghire alla follia di lui.

"Dopo tanto!" esclamo e ci abbracciamo forte. Mi sento al sicuro mentre le nostre pelli si toccano e si scaldano.

Abbraccio pure Manuel che, con i suoi grandi occhi verdi, fa la faccina dolce e sconsolata.

Iniziamo a chiacchierare del più e del meno, come, per esempio, com'è andata al campo estivo, oppure cosa hanno fatto loro, fin quando il ragazzo riccio mi sfila dalle mani la mia borraccia rosa.

"Mikael, fermo!" grido avvicinandomi a lui. Alza le mani in segno di difesa, poi, di scatto, si volta e lancia la borraccia contro un albero.

"Ma tu sei scemo!" esclamo sbiancata e corro verso il mio amato oggetto: è pieno di scheggiature.
Rincorro Mikael e gli tiro una sberla forte sul braccio, mentre, tutti e tre, scoppiamo a ridere.

"Se me la rompi, la ripaghi!" affermo strillando.

"Se, se." risponde svogliato.

Ci incamminiamo verso il mercato, dove incontro due mie amiche; prendiamo il pollo arrosto e le patatine fritte e andiamo a casa di Manuel, dove pranzeremo e vedremo un bel film horror.

Arrivati, dopo varie "pause fumo" -ovviamente riguardano loro, io non fumerò mai- salutiamo la madre del mio migliore amico: una donna in carne molto vivace e dolce. Ci apparecchia la tavola e noi ci sediamo; mentre afferro una coscia di pollo dalla ciotola che si trova al centro del tavolo, le nostre mani si scontrano e istintivamente lo guardo negli occhi, gli sorrido e gli chiedo scusa, allontanando la mano, mi sorride dolcemente e io finisco in un altro mondo.

Finiamo di mangiare e ci sediamo sul divano, accendendo il grande schermo posto di fronte ad esso.

"Che guardiamo?" domando curiosa.

"The prodigy." afferma il riccio. Mette il film e io, già dall'inizio, mi copro gli occhi in modo da proteggermi.

In quasi tutte le scene Mike mi fa spaventare urlando "buh!" e io, tutte le volte, gli tiro un coppino come punizione; piano piano i nostri corpi si avvicinano, come due calamite che non resistono a stare lontane.

Però, appena mi ritrovo quasi appiccicata a lui, si alza e accende la Play, impreco a bassa voce e lo seguo. Passiamo il resto della giornata scherzando e giocando tutti insieme.

Torno a casa e, stanca morta, mi lancio di peso sul letto, che mi fa fare un leggero rimbalzo.

Chissà se piaccio veramente a Mikael, però il modo in cui ci guardiamo non l'ho mai provato con nessun'altro, neanche con Eddy.
Abbraccio il cuscino e continuo le mie riflessioni.
Non riesco più a stare senza Marko, il bisogno che ho di vederlo e di parlarci è enorme, mi manca da morire e il mio sogno è tornare ad essere amici come una volta.

Immersa nei pensieri, crollo nel sonno, lasciando alle spalle le preoccupazioni.

Io e te, anime affiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora