Scendiamo a passo svelto dalle scale del suo appartamento, abbiamo consegnato la besciamella a sua mamma poco fa e ora andiamo a giocare alla play.
tira fuori bruscamente le chiavi che provocano un rumore metallico, pone all'interno la punta e gira una volta, posando l'altra mano sulla maniglia. Apre ed entra lanciandosi sul piccolo divanetto rosso.
Mi guardo attorno e noto che alla mia sinistra c'è una piccola porticina chiusa, davanti a me una stanza con un tavolo di legno, un caminetto spento, una grande televisione posta su un mobile anch'esso in legno e degli elettrodomestici per pulire i panni, presumo.
"Che fai?" domanda sorridendo.
"Nulla, mi guardavo intorno." alzo le spalle e ricambio il sorriso, mi sento particolarmente a disagio.
"Dai, siediti." mi incita indicando una sedia preparata per giocare alla play.
Lo raggiungo e poso la mia borsetta nera sul piccolo davanzale, prendo in mano il joystick e inizio a smanettare fondendo le mie risate alle sue.
Dopo qualche istante mette pausa al videogioco e mi guarda, si avvicina lentamente e il mio cuore inizia a battere forte, provocandomi un tremolio per tutto il corpo. Avvicina la mano al mio volto e- e inizia a farmi il solletico! Scoppio a ridere senza riuscire e trattenermi, la sua pelle che stuzzica il mio collo mi fa sciogliere.
Vedo i suoi occhi rimpicciolirsi, il suo viso a pochi centimetri dal mio, le sue mani su di me: un sogno che diventa realtà.
Non smette di torturarmi e io, invece, non smetto di sognare.
Il rumore della porticina in legno blocca il divertimento; Marco, il suo patrigno, entra e con tono altezzoso e duro pronuncia: "Salite su, è pronto." Non ci aspetta ed esce, percorrendo poi il tragitto verso l'appartamento; stessa cosa facciamo noi.
"Siamo qui!" esclama Mikael per avvertire della nostra presenza. Sua mamma viene verso di noi, mi saluta e con un grande sorriso mi porta verso la cucina. Ammetto che è molto bella, di stile moderno e riprende i colori del salotto. Mi siedo nel posto del tavolo vicino a Mike, nel lato esterno. Un ragazzo alto, con barba e capelli folti, slanciato e magro porge a ciascuno di noi un piatto di pasta al ragù, pare buona.
Prendo la forchetta e assaggio la prima pennetta ricoperta di rosso, approvata.
"Buon pranzo!" esclamo con il sorriso, tutti gli altri mi seguono, però dicendo "buon appetito".
La voglia di ammettere a questo ragazzo riccio i sentimenti che provo è a mille, ma non posso farlo ora, devo tenere duro e prendere il momento esatto. Chissà quale sarà la sua reazione, d'altronde piaccio anche a lui. E se Manu mi avesse detto un a bugia solo per farmi felice? No, no e no, devo credergli.
Anche se ormai credere alle parole degli altri non è più una delle miglior cose, dopo quello che ho passato.
Ragazzi!, capitolo corto ma intenso. Era da un po' che non pubblicavo e mi sentivo in colpa! Perdonatemi ma sono sempre molto impegnata. Grazie a tutti <3
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Io e te, anime affini
Teen FictionPensavo che dopo di lui non sarei riuscita a trovare un'altra persona in grado di farmi stare bene. Spero di essermi sbagliata. "Smettila!" esclamo ridendo, mentre continua a torturarmi la pelle con le dita. Ride e poi si ferma, guardandomi negli o...