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La luce abbaiante del sole estivo risplende sul mio volto attraverso la grande finestra di camera mia; strabuzzo gli occhi con le mani e mi stiracchio, girandomi verso sinistra, cerco con la mano il mio telefono sul comodino, lo afferro e premo il tastino di accensione.

Sono le otto del mattino! Strano, non mi sono mai svegliata così presto in estate! Noto la piccola icona di WhatsApp, la apro e leggo il nome "Mike", spalanco gli occhi e sorrido.

-Naomi, oggi se puoi e se ti va, potresti venire a casa mia, però c'è un problema, Manu non può venire, spero ti vada comunque bene.

Rimango a bocca aperta, non posso credere che Mikael mi ha chiesto di vederci di nuovo soli! Mi alzo dal letto pimpante e corro in cucina a fare colazione con latte e biscotti. Raggiungo il bagno ed entro in doccia, l'acqua calda rimbalza sulla mia pelle, che in poco tempo arrossisce; mi lavo i capelli e il corpo ed esco, vestendomi con un top rosa e un pantaloncino bianco. Mi pettino e mi asciugo i capelli, poi mi trucco leggermente con l'illuminante e il mascara.

Perfeziono la mia estetica e mi spruzzo qualche, anzi, molte gocce di profumo. Mi guardo allo specchio e mi posiziono di profilo, abbasso lo sguardo e prendo in mano il poco grasso in eccesso dalle mie cosce e dalla pancia, sono grassa, odio vedermi allo specchio. Dopodiché mi osservo il volto, giuro, vorrei togliermi queste enormi guance e il naso lungo che mi ritrovo.

Ecco perché non potrei mai piacere veramente a Mikael, sono brutta! Non sono alla sua altezza, come non lo sono stata per Eddy. Ho il costante dubbio che ciò che mi ha comunicato Manu sia falso, e ho paura di questo.

Mi metto le scarpe ed esco di casa, insieme a mia mamma che mi accompagnerà, con il suo nuovo fidanzato Matteo, fino al parcheggio in cui conoscerà la madre di Mike.

Dopo molto tempo, circa un quarto d'ora, arriva una macchina nera lunga corrispondente al modello descritto dal mio amico-amante, non so come nominarlo. La portiera si apre e sbuca una donna con i capelli tinti di rosso e giallo, tanti tatuaggi sulle gambe e con un sorriso smagliante, che, in breve tempo, si trasforma in uno sguardo sconvolto e sorpreso.

"Y-Yasmin?" esclama la donna stendendo le braccia leggermente aperte, mi gratto la cute, mi chiedo come facciano a conoscersi loro due!

"R-Rosy?" ribatte mia mamma, pure lei molto sorpresa, e ricambia l'abbraccio, lasciandomi ancora più perplessa.

Appena si staccano la presunta conoscente di mia madre si avvicina a me e scruta ogni singolo dettaglio del mio volto e del mio fisico. "Come sei cresciuta." afferma solare, sorrido e annuisco.

"Tesoro, lei è la moglie di Marco, mio cugino, il figlio di Emanuela!" spiega piena di sé mia mamma. Emanuela era la migliore amica di mia nonna che, purtroppo, è venuta a mancare qualche anno fa, i brividi a pensarci; lei era considerata la nostra zia, quindi, automaticamente, suo figlio il cugino di mia mamma. A-aspetta, quindi il patrigno di Mikael è veramente Marco? A quanto pare si!

Successivamente salgo in macchina di Rosy ed iniziamo ad andare ad Arcene, il paese di Mike.

"Quindi vuol dire che tu e Mike vi siete già visti qualche anno fa a casa di Emanuela, c'era anche Kevin, suo fratello." racconta lei contenta e soddisfatta, io, invece, sono molto scioccata. Passiamo il tragitto a parlare dei diversi nomi di origine straniera.

Parcheggia la grande auto nera di fronte a un piccolo cortile posto di fronte a dei palazzi marroni e gialli. Esco dalla macchina e chiudo la portiera, forse un tantino forte, infatti strizzo gli occhi e presso i denti, sperando di non aver fatto una brutta figura.
Il cancellino si apre con un piccolo suono metallico, e noi due entriamo. Dopo aver percorso il piccolo strato di verde varchiamo la soglia del portone in vetro e saliamo le scale; il rumore dei passi rimbomba in tutto il palazzo.

Arriviamo all'interno dell'appartamento e, timidamente, chiedo il permesso.

Scruto il posto, nel quale posso notare le caratteristiche principali: i colori dei muri e degli arredi si alternano tra rosso, bianco e nero; è una casa molto moderna e ci sono dei quadri che rappresentano tre diverse città famose: Londra, New York e Roma.

Una voce maschile distoglie i miei pensieri dall'aspetto dell'appartamento e li fa posare su qualcosa di più importante: lui.

"Ciao!" esclama il ragazzo riccio seduto sul divano in pelle bianco.

"Ciao, Mike." rispondo arrotolandomi una ciocca di capelli dall'imbarazzo, proprio come un antistress. Stringo i denti provando a fingere un sorriso disinvolto, ma non penso mi sia riuscito.

Ok, lo ammetto, vedere quei suoi occhi così profondi mi fa contorcere lo stomaco e accelerare il battito cardiaco; non pensavo si provasse questo, non ho mai provato nulla di simile con Eddy; si, le farfalle nello stomaco, ma non questo. E con "questo" non so neanche cosa intendere.

"Ci sei?" domanda innervosito lui. Scuoto il capo e torno a sorridere.

"Si, si, ci sono, Mikael."

"Che hai? Pensi al morosino, a Roberto?" scoppia a ridere e gli tiro uno schiaffo sulla fronte, spostando la sua testa indietro.

"Non farmici pensare! E poi, quale morosino scusa?" scuoto il capo ridacchiando e lui alza le mani in alto in segno di difesa.

"Ah che ne so, tu sei tutta strana!" sbotta sarcastico e io sbuffo scherzosamente. Decidiamo di farci un giro avendo come scusa una commissione da fare per sua mamma: comprare la besciamella. Apre la porta di casa e io, istintivamente, tento di passare avanti, come se lui avesse fatto questo gesto per galanteria, invece mi sorpassa e alza le spalle.

"Non aspettarti questo da me, Naomi." scende le scale prima che io possa rispondergli ed usciamo dal palazzo, dirigendoci verso un piccolo negozietto.

"Mike, ma sapevi che noi ci conoscevamo già?" chiedo e lui corruga la fronte. "Si! l'ho scoperto poco fa! dai, ricordati di quel giorno in cui io, mia mamma e mia nonna siamo venuti a pranzare a casa del padre del tuo patrigno!" esclamo eccitata e lui sbuffa.

"Wow." dice soltanto, lasciandomi perplessa. Non capisco perché a volte è così freddo e- e stronzo! Ma lo capirò, devo capirlo, perché è lui il ragazzo che voglio avere al mio fianco per il resto della mia vita.

Non mi riconosco più, perché dico queste cose? Non esiste il per sempre, o almeno non ho avuto l'occasione di crederci.

Io e te, anime affiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora