E una settimana è passata con uno schiocco di dita. E' passata trascorrendo il tempo a pensare a me e Mikael, a me e lui che quasi ci ignoriamo, o almeno, non sembriamo minimamente una quasi coppia.
Usciamo insieme, però siamo come prima: scherziamo, ci insultiamo e ci picchiamo. Sinceramente mi piace come rapporto.Mi trovo alla fermata del pullman ad aspettare il '309' per arrivare a Vaprio. Questa sera dormo a casa di Manuel e c'è anche Mike. Ho veramente tanta ansia di vederlo, ma allo stesso tempo sento molto la sua mancanza.
Mi guardo attorno e noto che dietro di me ci sono degli anziani trasandati raggruppati a cerchio che discutono ridendo con una bottiglia di birra in mano; Uno fra i tanti mi fissa, ha tanta barba bianca e grigia che ricopre quasi interamente la bocca, i capelli lunghi e un aspetto abbastanza sinistro. Mi volto subito di scatto e inizio a sentire la vibrazione del telefono."Ciao mamma! Sono alla fermata, a breve dovrebbe arrivare il pullman." affermo appoggiando il mio cellulare all'orecchio.
"Va bene, tesoro, avvisami quando arriva. Io sto andando a fare le commissioni." mi informa, poi ci salutiamo e riattacchiamo la chiamata. Controllo che il signore abbia smesso di fissarmi, ma no, continua a farlo e ammetto che mi sta dando veramente sui nervi.
Passano molti minuti, penso un quarto d'ora e il pullman non si fa vedere; i signori se ne sono andati via quasi tutti apparte altri tre individui, tra cui lo 'stalker'. Prego tra me e me che se ne vada, infatti, fortunatamente, dopo pochi istanti scompare nella folla della piazza.
Sinceramente mi sto preoccupando del fatto che l'autobus non arriva, ricontrollo gli orari posti accanto alla pensilina e indicano esattamente l'orario appena passato: le 14 e 30.Premo il tastino del mio Samsung e controllo sul display rovinato l'orario, sono precisamente le 14 e 42; è molto strano che ancora non sia arrivato. Faccio due squilli al contatto del mio migliore amico, e lui risponde.
"Dimmi, Naomi."
"Non arriva il pullman! non so che fare!" esclamo in preda al panico, odio questi imprevisti.
"Non so cosa dirti, magari aspetta quello dopo." acconsento e butto giù, sono troppo nervosa per parlare al cellulare. Il prossimo pullman passa tra un'ora! E cosa dovrei fare per un'ora intera da sola alla fermata del bus!
I primi venti minuti passano in fretta giocando al telefono, la mezz'ora dopo penso di volermi sparare e i dieci minuti rimanenti li sfrutto stando davanti alla strada per controllare l'arrivo del bus. Niente da fare, non passa ancora! Sbotto con uno sbuffo e sbatto il piede. Ricontrollo gli orari nella custodia arancione.
Mi illumino, giro la testa a destra e trovo delle ore nuove: 'in vigore dal 02 agosto'. Non ci credo! Gli orari sono cambiati proprio due giorni fa! Il prossimo arriva tra- tra un'ora!
Il tempo scorre fra chiamate, giocate sul cellulare e dopo essermi lamentata quasi tutto il tempo. Sull'inizio della strada scorgo, finalmente, il maledetto pullman. Prendo un sospiro di sollievo e nell'istante in cui si ferma e apre le porticine in vetro io salgo. Mi precipito frettolosa sul primo posto libero che trovo, a dire il vero questo pullman è quasi sempre vuoto.
Attacco il filo degli auricolari al cellulare e chiudo gli occhi, godendomi il viaggio e attendendo con ansia di vedere Mikael.
Dopo all'incirca dieci minuti premo il tastino rosso con scritto 'stop' per dare il segnale al bus di fermarsi, lui ascolta gli ordini e io salto giù pimpante, il vedere Mike mi ha fatto passare la rabbia.
E' incredibile come un semplice ragazzo possa fare questo.
Percorro il piccolo viale per raggiungere il palazzo di Manuel e, vedendolo, suono al citofono. E' una grande struttura giallognola con molti balconi sporgenti e grandi finestre.
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Io e te, anime affini
Teen FictionPensavo che dopo di lui non sarei riuscita a trovare un'altra persona in grado di farmi stare bene. Spero di essermi sbagliata. "Smettila!" esclamo ridendo, mentre continua a torturarmi la pelle con le dita. Ride e poi si ferma, guardandomi negli o...