-Still Away-

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Prima di arrivare alla stazione di polizia Harry era riuscito a passare per casa per darsi una sistemata e aveva pensato: se lo zing era davvero così forte come gli avevano detto i vampiri allora Louis sarebbe dovuto andare da lui a dirgli qualcosa, qualsiasi cosa ma non lo ha fatto.

Harry sentiva un peso all'altezza del petto, un peso strano e poi cominciò a tossire, dopo aver bevuto un po' d'acqua riuscì a calmare la tosse si mise dei vestiti puliti e non bagnati dalle lacrime, prese in mano le chiavi e raggiunse a piedi la stazione.

Appena entrato Brittany lo accolse con un sorriso caloroso che prima lo avrebbe fatto sentire a casa ma doveva ammettere che ora gli mancavano le guance rosse di Leslie ogni volta che la salutava.

"Buongiorno capitano Styles, spero che sia andato tutto secondo i piani." continuò raggiante la ragazza.

Harry tese un sorriso "Non è andato nulla secondo i piani ma si è risolto tutto." e poi senza aggiungere altro si chiuse nel suo studio dve rimase fino a tarda notte per poi alzarsi e tornare a casa accompagnato da quella tosse che lo accompagnava da quando era tornato a Jule.

-

"Sei un coglione."

"Lo so."

"Un deficiente."

"Lo so."

"Ora Harry penserà che non lo ami."

Stavolta la voce si fece più flebile "Lo so."

Niall stava elencando degli aggettivi poco carini nei confronti di Louis ma non riusciva a farne a meno: Louis non aveva lottato e nemmeno provato a parlare del suo amore con Harry e per Harry e Niall era infuriato.

"Dio. Pensi sul serio che rimanendo a fissare il soffitto del salotto della tua casa si risolverà tutto?"

"No ma non posso fare niente."

Il mago si battè una mano sulla fronte "Sei un coglione."

Louis gli lanciò uno sguardo veloce "Credevo lo avessimo già appurato."

Niall ricominciò a fare avanti e indietro per il salotto della villa gesticolando "Tu puoi fare qualcosa solo che non so perché non la vuoi fare. Insomma quanto ti costa andare da Harry e dirgli che lo ami e che passerete tutta l'eternità insieme? Cosa aspetti? Anche lui ti ama."

Il vampiro lo guardò sconfitto "Non è così semplice, anche se lui mi amasse io non vorrei mai farlo andare incontro ad un destino che lui non vuole non voglio che passi l'eternità con me se non è falice, so quali sono i suoi dubbi."

"Ma..."

"Se c'è la sua felicità in cambio della mia esistenza allora sono più che propenso ad accettare."

-

Erano passati solo tre giorni da quando Harry non era più a Brooksville ma stava male: non solo emotivamente ma stava male anche fisicamente.

"Capitano Styles tutto bene?" Brittany si affacciò preoccupata alla porta dell'ufficio di Harry dopo averlo sentito tossire per la milionesima volta quel giorno e vedendo il suo superiore molto più pallido del solito si avvicinò alla scrivania "Sicuro che stia bene?"

Harry fece un veloce segno d'assenso continuando a compilare delle scartoffie inerenti al nuovo caso che dovevano risolvere.

"Se non sta bene può chiedere dei giorni di permesso al sovrintendente."

Harry sospirò "Brittany non penso di aver tempo nemmeno per respirare con tutto il lavoro che ho da fare e chiedere delle ferie è l'ultimo dei miei pensieri ma grazie di esserti preoccupata per me." e così la ragazza con un veloce segno del capo abbandonò la stanza.

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"Così morirai."

Louis sbuffò "Lo so Zayn, tu e Niall in questi giorni state dicendo delle cose ovvie."

"Non voglio perderti quindi ora alza quel culo e vai a dire ad Harry che lo ami."

"Non posso."

-

Sfortunatamente per entrambi nessuno dei due stava bene, non che fossero a conoscenza di come stava l'altro ma Niall lì stava monitorando con la magia.

Harry continuava a passare le sue notti piangendo e ciò non aiutava per nulla quindi dopo essere stato male nel suo luogo di lavoro il sovrintendente gli impose delle ferie che gli avrebbe pagato obbligandolo a riprendersi.

Louis invece era ormai l'ombra di sé stesso: non mangiava più e questo evidenziò ancora di più tutte le sue ossa che ormai si vedevano nonostante i vestiti, Johanna lo nutriva quando lui dormiva (si aveva cominciato a dormire per la poca forza che aveva) ed era ciò che lo faceva sopravvivere.

Fortunatamente però nel tempo che rimasero lontani l'uno dall'altro e con del tempo per sé stessi capirono una cosa: avevano sbagliato e dovevano rimediare.





N. A.

Oh oh, è il penultimo capitolo...

-M

-My peace in hell- l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora