Casa

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"Posso darti un bacio?"


Sofia's p.o.v.

È il giorno della cerimonia di laurea, sono veramente felice di avercela fatta.

Sono al terzo mese e incomincia a vedersi la pancia, chissà Paulo come sta.

Mi aggiusto per l'ennesima volta i capelli e poi entro nell'università.

Dopo la cerimonia esco insieme ai miei compagni di corso.

Lui è lì, con una camicia bianca, appoggiato ad un muretto. Non mi sarei mai aspettata che venisse.

Io rimango immobile e lui si avvicina.

"Sofia, ce l'hai fatta"

"Già, ce l'ho fatta, ancora non ci credo" Sento che il bambino si è mosso.

"Come stai? O meglio, come state?"

"Abbastanza bene" mi avvicino a lui e appoggio la testa sulla sua spalla

"Ascoltami, per favore, ho comprato una casa in collina, una villetta, a 10 minuti da Torino, e ecco, viverci da solo è un po' triste, perché, sai, la casa è grande, troppo grande per una persona sola quindi pensavo che, insomma, hai capito, no?"

"Dai, chiedimelo, senza aver paura."

"Vieni a vivere con me?"

"Sì Paulo, da domani vengo ad abitare con te" lui fa un sorriso stupendo

"Posso darti un bacio?"

"Sì Paulo, puoi darmelo un bacio" lui si avvicina e poggia le sue labbra sulle mie, dio quanto mi è mancato.

"Mi sei mancata tantissimo Sofia, non puoi neanche capire"

"E invece capisco benissimo, anzi, da tre mesi capisco anche per due" dico indicandomi la pancia.

"Chissà se sarò capace di fare il padre"

"io invece sono sicura che tu sarai un papà bravissimo Paulo".

Poi arriva Leo che salta in braccio a Paulo "Ehi campione, come va?" "Beneee, avete fatto pace?" "Sì, abbiamo fatto pace" rispondo io.

"Paulo, guarda chi c'è!" dice Leo. Io e Paulo ci giriamo e troviamo Alvaro Morata. Paulo gli salta letteralmente addosso. Poi Alvaro va da Leo e lo saluta, mio fratello è contentissimo. Infine, viene da me e mi dice: "Vedi di prendertelo un po' tu che in questi due mesi non c'è stato giorno che non mi ha chiamato. Ogni tanto è insopportabile" "Alvaro, sei un bastardo" gli risponde Paulo.

"Va bene, cercherò di sopportarlo il più possibile" dico ridendo. Poi Alvaro se ne va.


Paulo's p.o.v.

"Sofia, vieni con me in Argentina domani? Ho gli allenamenti della Nazionale, e poi potresti conoscere la mia famiglia. Però se pensi che al bambino faccia male allora no. Insomma, decidi tu"

"Tranquillo, al bambino non fa male. E quindi sì, però portami a casa, devo preparare la valigia"

"Certo, andiamo, poi vieni con me a Torino, partiamo da lì domani" "Va bene"

Entro in casa sua e saluto i suoi genitori, non sembrano neanche troppo arrabbiati con me, per fortuna. Mentre Sofia prepara la valigia io gioco alle costruzioni con Leo e Tommy ci fa una foto.

"Paulo, ma adesso vai in Argentina da Messi?" mi chiede il piccolo "Sì, domani vedo Messi. Te lo devo salutare?" "Sì, grazie. Sei il migliore di tutti" quanto è dolce questo bambino? Lo adoro "Invece secondo me il migliore di tutti sei tu Leo" lui arrossisce e mi viene ad abbracciare "Mi mancherai Paulo" "Guarda che questa volta torno presto, tra una settimana sono di nuovo qui, te lo prometto" "va bene"

Intanto Sofia scende con la valigia, salutiamo la sua famiglia e andiamo in macchina.

Ad un certo punto devio la strada e lei mi guarda in un modo strano "tranquilla, devo farti vedere una cosa", dopo pochi minuti mi fermo davanti alla nostra futura casa e le metto le chiavi davanti agli occhi. Lei corre giù dalla macchina e entra nella villa "Paulo, è stupenda, grazie, io, io non so cosa dire, sono senza parole. È la casa dei miei sogni." Le piace, che sollievo. Le uniche stanze già arredate sono la cucina e i bagni, il resto preferisco sceglierlo con lei.

"Sofia, scusa ma dobbiamo andare, avevo promesso di badare a Nina e ad Edin, Pjanic e Chiello stasera escono con le mogli" "Tranquillo, ti aiuto" "grazie"

Saliamo in macchina e andiamo nel mio appartamento. Dopo una decina di minuti che siamo in casa suona il campanello, sono i miei compagni, con i Edin e Nina. Vado ad aprire alla porta e appena vedono che alle mie spalle c'è Sofia, Pjanic dice: "Oh, finalmente avete fatto pace" e Chiellini: "Per fortuna c'è anche lei, ho seri dubbi sulle tue capacità di babysitteraggio Dybala"

Ridiamo tutti e poi loro se ne vanno, lasciando me e Sofia soli con i bambini. La guardo e poi guardo i due bambini. Sofia capisce che sono nel panico. "Edin, vuoi andare con Paulo in giardino a giocare a calcio?" "Sì, andiamo Paulo, dai, andiamo" metto la felpa ad Edin e scendo nel piccolo giardinetto del palazzo a giocare con lui. Sofia è rimasta su con Nina.

Dopo tre quarti d'ora circa torniamo in casa. Sofia ha già fatto mangiare Nina che ora sta giocando con una bambola. Intanto preparo un piatto di pasta per noi e Sofia, e sì, ho imparato a cucinare.

Sofia è riuscita a far addormentare Nina e quindi possiamo mangiare tranquillamente. Poi Edin nota la pancia di Sofia e dice "Ma lì dentro c'è un bambino, posso parlargli?" "Sì Edin, certo" "Allora, ciao bambino, io mi chiamo Edin Pjanic e se sarai un maschio ti insegnerò a giocare a calcio. Il mio papà e il tuo sono dei campioni. E invece se sarai una femmina, beh, ti proteggerò io se qualcuno ti farà la bua. E poi ti porto con me in vacanza al mare, sai a me piace tanto il mare."

Che carino che è. "Sofia, sai già il giorno?" "I nove mesi finiscono il primo gennaio 2019, ma potrebbe essere anche 15 giorni prima, o dopo. Speriamo vada tutto bene" "Io sono certo che andrà tutto bene".

Poi Edin mi dice "Paulo, sono stanco, vieni a raccontarmi una favola?" "Io? Sì, cioè, una favola argentina va bene lo stesso?" "Sì, grazie Paulo". Allora lo porto in braccio sul letto e poi mi stendo di fianco a lui, incomincio a raccontargli la storia e poco dopo si addormenta, senza accorgermene, però, mi addormento pure io.

colpo di fulmine, colpa della neve |paulo dybala|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora