"Tranquilla, ci penso io"
Sofia's p.o.v.
Ho mandato Paulo a farsi un giro, intanto è arrivata Alicia, ci salutiamo e poi mi dice: "I due bambini dove sono?" dice ridendo "Li ha mandati a fare un giro per prendermi del cibo. Federico sta bene e invece Paulo è felice come una Pasqua". Intanto rientra Paulo che mi avvisa che tra poco mi porteranno del cibo e dà Federico in braccio a nonna Alicia. "Avete visto? Sorride già" "Sì, anche stamattina ha sorriso quando Paulo l'ha preso" le dico e poi Paulo risponde "Eh sì, invece con te Sofia non sorride mai, gli stai già sulle scatole" "Mamma mia quanto sei simpatico oggi Paulo". Entra l'infermiera e mi porta il cibo, è immangiabile, quindi dico: "Paulo, cosa mi prepari stasera di buono?" "boh, il frigo è vuoto, magari adesso vado a fare la spesa e poi torno a casa un'oretta, così mi faccio la doccia, e poi quando ti dimettono vengo a prendervi" "Perfetto, ti prego, compra qualcosa di buono" "Certo" mi risponde.
Paulo se la merita una doccia dopo una notte insonne in ospedale. "Alicia, puoi darmi Federico? Lo devo allattare..." "Sì, certo, se ti dà fastidio io vado via" "No, tranquilla, rimani" "Ok, ma lo sai che tra i due sembra Paulo il più preoccupato?" "Oh, lo so bene, sono tre notti che non dorme perché <non voleva che succedesse qualcosa>, io gliel'ho detto più volte di stare tranquillo, ma lui sembra non capire" "Ha la testa dura Paulo, ha la testa durissima" "Già", "comunque, ti ho preso una collanina, l'ho lasciata sul tavolo dell'entrata di casa vostra, prima sono andata lì e ho messo a posto tutto quello che mancava, così stasera siete più tranquilli" adoro Alicia "Grazie mille, non dovevi" intanto Federico si è addormentato e Alicia poi mi saluta, torna a casa.
Senza nessun preavviso arriva Pjanic con suo figlio Edin "Ciao ragazzi, hai visto Edin? È nato finalmente" "Sììì, che carino. Papà, ma anche io ero piccolo così?" Miralem gli risponde "Sì, anche tu eri così" poi si rivolge a me "Tutto bene? Paulo è già scappato in Messico?" "Sì tutto bene, no, per fortuna è soltanto andato a fare la spesa, stasera mi dimettono e il frigo a casa è vuoto". Poi Miralem prende Edin in braccio per fargli vedere Federico nella culla.
Poi se ne vanno e metto la sveglia tra due ore per allattare Federico, mi addormento ma dopo una decina di minuti lo sento piangere, lo prendo tra le braccia e inizio a cullarlo, ma non smette, mi sta spaccando le orecchie.
"Federico, ti prego, smettila di strillare, non ce la faccio più" mi metto a piangere dalla disperazione e per fortuna entra Paulo che prende subito Federico e lo culla, appena si addormenta mi dice "Cos'è successo?" "Si sveglia e piange, lo prendo in braccio e piange ancora di più. Sono sua madre e non sono neanche capace di farlo smettere di piangere" mi abbraccia "Shhh, tranquilla, non è colpa tua, ok? Adesso però andiamo a casa, così ti fai una doccia e intanto Federico lo tengo io poi lo allatti e mangiamo noi, va bene?" "Sì grazie Paulito". Mi aiuta a vestirmi e poi prende Federico, lo veste e lo mette nell'ovetto, insieme a una copertina. Firmiamo le carte e poi usciamo dall'ospedale, ci sono una decina di paparazzi e vedo Paulo che si innervosisce. "Tranquillo, non mi danno fastidio, se vuoi vai pure a rispondere a qualche domanda" "Sei sicura?" "Sicurissima" mi lascia Federico e va verso uno dei giornalisti, mi avvicino anche io e sento che gli chiedono: "Lo porterai allo stadio?" e lui risponde "Beh, adesso è troppo piccolo, intendo per stare in un luogo così rumoroso, ma tra qualche mese penso si possa fare. Punto a portarlo in campo con me se vinciamo lo scudetto" "Grazie mille, buona fortuna con il bambino". È stato gentile il giornalista, fossero tutti come lui.
Paulo prende di nuovo in mano l'ovetto e poi lo aggancia alla base sul sedile posteriore dell'auto. Io mi siedo davanti e poi partiamo, durante il viaggio Federico si sveglia facendo dei suoni con la bocca ma per fortuna non piange. Arriviamo a casa e mi metto subito sul divano ad allattare Fede, poi lo lascio a Paulo e vado a farmi una doccia.
Dopo circa mezz'ora scendo in cucina e trovo Federico che dorme nella sdraietta appoggiata sul tavolo. Paulo ha già preparato la tavola e ora è ai fornelli. "Cosa cucini?" "Oh, una fetta di carne, ma al sangue, perché non mangi la carne al sangue da nove mesi e due giorni, so che ti piace e quindi mi sembrava una cosa carina" "Ti adoro Paulo" dico prendendo due piatti. Lui mette la carne sui piatti e poi ci sediamo e iniziamo a mangiare.
"Bello vero?" mi chiede "Chi? FedericoSonoTuttoIlPapàEQuindiSonoFigo?"
"Oltre a lui, intendevo che è bello essere finalmente in tre, averlo qui, me entiendes?"
"Sì, è bellissimo. Ascolta Paulo, sei sicuro di non voler giocare dopodomani? Domani puoi andare ad allenarti, io me la cavo qualche ora da sola, così poi giochi. No?"
"Ufff, non lo so, è che ho paura di fare la cosa sbagliata, intendo a lasciarvi da soli"
"Ma cosa stai dicendo Paulo? Anzi, è ancora più giusto che tu vada ad allenarti, in questo momento è la tua valvola di sfogo. E se ti preoccupa così tanto può venire tua madre qui, a me fa piacere"
"Va bene, domani vado ad allenarmi".
Federico comincia a piangere, evidentemente ha fame. Mi metto sul divano ad allattarlo e dopo aver sistemato la cucina Paulo si siede vicino a noi, poggiando la sua testa sulla mia spalla. Nel giro di 10 minuti entrambi si addormentano e incomincio a tirarmi il latte in modo da poterglielo dare questa notte.
Dopo una buona mezz'ora, a malincuore, sveglio Paulo che porta subito Federico nel lettino, stando attento a non svegliarlo. Poi gli dico "Paulo, ho messo la sveglia, tra due ore lo allatto di nuovo e poi ancora ogni tre ore. Mi sono tirata il latte, è giù in cucina, lo devi scaldare e devi darglielo se io sono toppo stanca per allattare. Capito?" "Sì, certo, è nella culla, sta dormendo come un angioletto" "spero che sia veramente un angioletto stanotte, altrimenti domani mattina tuo figlio te lo ritrovi giù dal balcone".
Ci mettiamo nel letto e mi addormento subito, Dopo un paio d'ore suona la prima sveglia, prendo Fede dalla culla e poi mi metto sul letto per allattarlo. Quando ho finito gli cambio il pannolino e poi lo rimetto a letto. Paulo non si è svegliato, meglio così. Mi riaddormento e mi sveglio circa due ore e mezza dopo, Federico sta piangendo. "Tranquilla, ci penso io"
Paulo's p.o.v.
Quando Federico si mette a piangere dico a Sofia di continuare a dormire e lo prendo dalla culla. Scendo le scale e mi metto con lui sul divano e smette di piangere, manca un quarto d'ora e poi scaldo il latte e glielo do, poi devo fargli fare il ruttino.
Paulo, ce la puoi fare.
Sul divano copro me e lui con una copertina, poi accendo lo scalda biberon, dopo una decina di minuti il latte è caldo e prendo in braccio Federico per darglielo, all'inizio lo rifiuta perché è la prima volta che beve dal biberon, ma poi, per fortuna, lo beve senza problemi. Poi gli faccio fare il ruttino, e lo riporto nella sua culla. "Sei stato bravo Paulo" penso a voce alta e Sofia lo sente "tu dici?"
"Sì, dico dico. Si è già riaddormentato, gli ho dato il latte, gli ho fatto fare il ruttino poi l'ho cullato un po' e l'ho rimesso nella culla. Alle 6 mi sveglio di nuovo io, gli do il latte e poi vado a Vinovo, anche se gli allenamenti iniziano alle 8 voglio essere lì prima, quando ti svegli ci sarà già mia mamma in giro per casa e niente, Buonanotte, ci vediamo per pranzo"
"Efficientissimo, a domani, buonanotte" mi dice.
Alle 6 mi sveglio e ripeto il tutto, prima di uscire di casa faccio un paio di foto a Federico, e ne metto una come sfondo del cellulare.
Prendo la macchina e vado verso Vinovo. Il cancello è già aperto e quindi entro senza problemi, vado al bar del centro a fare colazione e poi negli spogliatoi. Sul mio armadietto c'è una foto dell'ecografia di Federico e sorrido al suo pensiero.
Poi sento una voce dietro di me: "Paulo, cosa ci fai qui a quest'ora?" "Potrei chiederle la stessa cosa mister. Comunque mi sono alzato alle 6 per far mangiare Federico e sono venuto qui" "Se ti può interessare io sono qui per decidere chi far giocare alla partita di domani. Tu vuoi stare a casa o giochi?" "Gioco" "Perfetto, ti vedo carico, giochi titolare" mi brilleranno gli occhi. Invio un messaggio a Sofia: "Domani gioco titolare. Comunque, buongiorno, salutami il piccolino" poi vado a correre ma porto con me il telefono, non vorrei mai che avessero bisogno di me.
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colpo di fulmine, colpa della neve |paulo dybala|
FanfictionQuesta è la storia di Paulo e di Sofia, due ragazzi. Lui un attaccante argentino della Juventus, lei una semplice universitaria.