Espulsione

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"Per favore abbracciami"

Sofia's p.o.v.

E io ci speravo, ogni giorno, che lui mi scrivesse.

E io ci speravo, che la foto con Antonella e la sua famiglia in montagna a Natale fosse solo un fotomontaggio.

Io ci speravo, ma ormai sono passati quattro mesi, è il 3 aprile.

È il tre aprile e oggi c'è Juve-Real Madrid, lui giocherà e io ho risparmiato un po' di soldi e sono riuscita a prendere un biglietto in tribuna per questa partita così importante.

Sono le due del pomeriggio e sto partendo da Milano per raggiungere Torino, sono in anticipo perché voglio fare un giro della città prima di andare allo stadio.

Visito la mole antonelliana e poi, mi dirigo verso il Lingotto per fare un po' di shopping.

Prima di entrare allo stadio vado a comprare una maglia della Juve, ovviamente di Paulo e poi, dopo aver passato i controlli, entro dentro, entro nel posto che più sento "casa".

La partita inizia e dopo appena tre minuti Ronaldo segna, poi al sesto minuto Paulo ha una grande occasione da gol ma il suo sinistro viene rimpallato in angolo da Ramos. Paulo tira due punizioni e entrambi i palloni colpiscono la barriera avversaria, dopo due gialli viene espulso e va direttamente negli spogliatoi. 

Io non esito ad alzarmi dalla mia sedia e andare a cercarlo. Grazie a vaghi ricordi della partita di dicembre riesco a raggiungere un corridoio, dal quale sento qualcuno piangere, seguo lo straziante suono e, in un angolo, seduto per terre, con le ginocchia al petto come per nascondersi, trovo Paulo.

"Paulo, ascoltami"

"Chiunque tu sia va' via", perfetto, non mi riconosce neanche.

"Allora vorrà dire che la prossima volta che ti troverò seduto sulla neve con uno sci in cima alla pista ti passerò di fianco con nonchalance" 

"Sofia? Per favore abbracciami".

Io quindi mi siedo di fianco a lui e lo stringo a me e poi gli dico "Paulo, cosa ti sta succedendo? Non è da te questa partita e io non so cosa tu abbia per la testa, ma ti prego, parlane con qualcuno. Non è da te prendere un rosso e sai benissimo anche tu cosa sta pensando tuo padre in questo momento, nessuno ti vuole vedere così, è da due mesi che giochi male, e lo sai benissimo anche tu. Io aspetto il vecchio Paulo, Allegri aspetta il vecchio Paulo, tutti ti aspettiamo".

Poi mi alzo e me ne vado, lasciandolo solo a riflettere su quello che gli ho detto.

Sono molto delusa, e lui lo sa benissimo.


Paulo's p.o.v.

Chissà Sofia, chissà come sta, ogni tanto la penso, ma lei di sicuro si è già dimenticata di me, sono passati quattro mesi. Ho deciso di passare il Natale con Antonella, per cercare di dimenticare Sofia, lei è troppo buona per me. Merita un ragazzo migliore.

Stasera c'è Juve-Real e sono pronto a dare tutto me stesso in campo. Inizia la partita, ho un'occasione dopo il gol di Ronaldo ma la palla viene fermata da Ramos. Incomincio a giocare malissimo, prendo due gialli e vengo espulso, corro negli spogliatoi perché sento le lacrime uscire dagli occhi. Mi rifugio, seduto per terra, nel primo angolo che trovo, portando le ginocchia al petto. L'ultima volta che ho pianto c'era Sofia a consolarmi, penso a lei, starà guardando la partita e quando l'arbitro ha tirato fuori il cartellino avrà spento la televisione per la rabbia.

Ad un certo punto sento una voce e io dico "Chiunque tu sia va' via", non voglio nessuno di fianco, è troppo umiliante farmi vedere che piango. "Allora vorrà dire che la prossima volta che ti troverò seduto sulla neve con uno sci in cima alla pista ti passerò di fianco con nonchalance"

"Sofia? Per favore abbracciami".

Lei si siede di fianco a me e incomincia a parlarmi, mentre mi accarezza i capelli.

Poi se ne va, e appena svolta l'angolo, ancora con le lacrime agli occhi, decido di seguirla. Vedo che prende la macchina e se ne va, non posso farci niente. L'ho delusa, non ritornerà mai più indietro.

Torno a casa da mia mamma, bevo un mate e poi le parlo dell'incontro con Sofia, chiedendole consigli su come comportarmi. 

"Devi lasciarle tempo" mi dice e poi "Vai a riposarti, ti voglio bene Paulo", mi abbraccia e dopo vado nella mia camera, lasciando il telefono in cucina: non voglio sentire nessuno.

colpo di fulmine, colpa della neve |paulo dybala|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora