Se non ci fossero le mamme

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"ti fa bene stare con lei"

Sofia's p.o.v.

Sono riuscita a far alzare dal letto il bambino, mentre si veste decido di riprendere a studiare in cucina, poco dopo arriva e si mette a mangiare la colazione. Io ogni tanto alzo lo sguardo dal libro per osservare il suo viso, ops, forse questa volta mi ha vista.

Quando vedo che ha finito il thè, prendo la sua tazza e mi metto a lavarla in cucina, mentre sono girata di spalle sento che si alza dalla sedia e che viene verso di me. Mi dice "se vuoi ti aiuto" io gli rispondo che non ce n'è bisogno e gli dico di andare a prepararsi per correre. Poco dopo usciamo ma lui non riesce a concentrarsi nella corsa, infatti ogni cento metri prende un po' di neve e me la tira. Dopo un po' inizio anche io a tirargli la neve, lui tenta di correre più veloce, ma non riesce mai a prendere abbastanza distanza, poi si ferma, io lo raggiungo e mollo la palla di neve che ho in mano, lui apre le braccia e io mi ci fiondo, cadendo entrambi sulla neve a lato della strada. Prima di riuscire a rialzarci ridiamo almeno due minuti e poi entrambi torniamo a casa per fare una doccia calda. Ormai sono le undici di mattina, tra poco dovrà tornare a Torino, lui ora è in doccia e mi sento già sola. Quindi chiamo la mia amica Anita, la mia compagna degli scleri sulla juve e su Pau, lei mi risponde quasi subito.

Io: "Dybalaéaduestanzedameafarsiladocciaehadormitoqui"

A: "oh porca paletta"

Io: "cavolo, adesso dovrà tornare a Torino, mi sento già sola"

Poi sento una voce che urla "eh, lo so che ti mancherò chica"

A: "era lui?"

Io: "sì, ciao ci sentiamo dopo"

Appena chiudo la chiamata Paulo viene da me, ha i capelli ancora bagnati, dei pantaloncini della juve e una maglietta bianca che faceva intravedere i suoi addominali. Calma Sofia, calma.

"ti prometto che ti scriverò e che rimarremo in contatto" mi dice, io gli rispondo "Paulo, non fare promesse che non puoi mantenere, sai anche tu che appena arriverai a casa io non riapparirò nei tuoi pensieri" lui mi abbraccia e mi dice "Non dire così, tu sarai sempre dentro qui", e si indica il cuore. Poi si asciuga i capelli ed esce da casa mia, esce dalla mia vita.


Paulo's p.o.v.

Appena finisco il mio thè lei prende la tazza e va a lavarla, quindi io mi alzo e le chiedo se ha bisogno ma lei dice di no e mi invita ad andare a vestirmi, poi usciamo a correre, ma con lei di fianco non riesco a concentrarmi. Quindi inizio a tirarle la neve e quando vedo che vuole ricambiare il gesto corro più veloce per non farmi prendere, ma non riesco a prendere abbastanza distanza e quindi la mia unica opzione è fermarmi e farle capire che la voglio abbracciare, con la speranza che non mi tiri la palla di neve che ha in mano. Mentre mi viene incontro mi fermo ad osservarla, ha le guance ed il naso rossi per il freddo, e mi sembra perfetta, capelli biondi e occhi azzurri, poco più bassa di me. Di colpo mi viene addosso e cadiamo abbracciati nella neve.

Dopo infinite risate torniamo a casa per fare una doccia e sento che lei è al telefono e che dice "dovrà tornare a Torino, mi sento già sola" allora dal bagno le urlo che lo so che le mancherò

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Dopo infinite risate torniamo a casa per fare una doccia e sento che lei è al telefono e che dice "dovrà tornare a Torino, mi sento già sola" allora dal bagno le urlo che lo so che le mancherò.

Mi metto un paio di pantaloncini e una maglietta e con i capelli ancora bagnati vado da lei e le prometto che rimarremo in contatto, ma lei non ci crede. Vado ad asciugarmi i capelli e poi esco da casa sua. Torno a Torino. Appena entro in casa mi sento solo, chissà come sta lei, chissà se anche lei si sente sola. Lei non ha il mio numero, ma io ho il suo, e quindi dovrò essere io a farmi avanti in qualche modo. Cazzo, domani ho la partita e ho saltato gli allenamenti di oggi, non ho nemmeno avvisato il mister, domani panchina sicuro.

È meglio che mi muova, devo andare a prendere mia mamma in aeroporto. Mi metto cappellino e occhiali da sole per non farmi riconoscere, oggi voglio stare solo, e poi parlerò a mia mamma di Sofia, magari lei riesce ad aiutarmi a capire perché sono così fissato con quella ragazza.

Arrivo in aeroporto e l'aereo di mia mamma è appena atterrato, sono veramente felice di vederla, mi è mancata. Appena la vedo tra le persone che escono in aeroporto corro verso di lei e la abbraccio.

Poi la accompagno verso la mia macchina e non posso far altro che sorridere al pensiero di Sofia al volante, mentre torniamo a casa racconto a mia mamma di Sofia. Lei sostiene che sia innamorato e io le rispondo quasi male: "un colpo di fulmine per colpa della neve" e mi metto a ridere, lei alza gli occhi al cielo: "Vai da lei Paulo" "no mamma non vado" "allora ti ci porto con la forza".

Sento che chiama Allegri e gli dice di non convocarmi per la partita di domani, me la sono cercata, poi prende il mio telefono e mette il navigatore verso Macugnaga e mi dice che mi avrebbe lasciato là con lei e che sarebbe tornata giù con la macchina. Dopo circa due ore siamo arrivati, mi costringe a scendere dalla macchina e mi dice "lo faccio per il tuo bene Paulo, ieri mi ha chiamata tuo fratello e mi ha detto che stai giocando malissimo, se lei è quella giusta tienitela stretta, da come me ne parli ti fa bene stare con lei".

Lei riparte per tornare a Torino e io prendo il cellulare per chiamare Sofia e avvisarla del mio imminente arrivo a casa sua.

colpo di fulmine, colpa della neve |paulo dybala|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora