Campania

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"bello vero?"

Sofia's p.o.v.

Mi sveglio e invio il buongiorno a Paulo, poi mi preparo, prendo il treno per andare all'università, ho l'ultimo esame dell'anno e poi a luglio mi laureo, finalmente. Spero di riuscire ad entrare a fare il master a Torino, così sto più vicina a Paulo.

Ho appena finito l'esame, ho risposto a tutte le domande del professore, ho preso 30 e lode.

Scrivo subito a Paulo e intanto prendo il frecciarossa per andare all'aeroporto di Torino: "Paulo, ho passato l'esame con il massimo dei voti, a luglio faccio la laurea. Sono contentissima. Poi a settembre faccio l'esame di ammissione a Torino, così saremo più vicini. Sono sul treno, tra poco arrivo a Torino, ci sentiamo quando atterro a Napoli, ti amo."

Mi risponde che è molto orgoglioso di me e che non vede l'ora di vedermi.

Intanto prendo un taxi per raggiungere l'aeroporto dove incontro Alicia, passiamo i controlli di sicurezza e ci imbarchiamo. Durante il volo parliamo del mio esame e di Paulo. Verso l'una di pomeriggio atterriamo a Napoli e troviamo un autista, inviatoci da Paulo, che ci accompagna fino allo stadio del Benevento.

Entriamo nello stadio e, quando troviamo i nostri posti, entrano i ragazzi per l'allenamento, Paulo ci vede e ci saluta. Poi inizia la partita.

Al 16' Paulo fa gol e lo dedica a sua mamma, mostrandole una maglietta con gli auguri di compleanno. Purtroppo, qualche minuto dopo il Benevento fa gol e la partita rimane ferma fino alla fine del primo tempo quando ci viene assegnato un rigore.


Paulo's p.o.v.

Rigore, sono io il rigorista. È la mia opportunità di brillare, di far vedere a Sofia quanto valgo.

Posiziono la palla sul dischetto e guardo verso la tribuna, Sofia mi sorride e io prendo la rincorsa e tiro, gol! Alzo gli occhi e vedo che Sofia sta abbracciando mia mamma, poi guarda giù e le mimo un "ti amo". Poi torniamo negli spogliatoi e le invio un messaggio: "Tutto bene? Se non ci fossi stata tu la forza per tirare il rigore non l'avrei avuta. Grazie Sofia, devi venire più spesso alle partite, mi porti fortuna"

"sì tutto bene, la forza l'avresti avuta anche senza di me, e va bene, verrò più spesso alle partite, sarò il tuo portafortuna personale"

Poi torniamo in campo. Il Benevento fa il secondo gol, ma dopo venti minuti mi tocca tirare un altro rigore, prima di prendere la rincorsa guardo Sofia, lei una tripletta se la merita tutta.

Infatti segno e vado subito sotto la sua tribuna, questo gol è per lei, mentre la guardo mi passano davanti tutti gli eventi accaduti dal nostro primo incontro, e mi rendo conto che lei è la cosa più preziosa che mi appartiene. Prima della fine anche Douglas fa gol. Appena l'arbitro fischia mi fiondo a razzo negli spogliatoi a fare la doccia, voglio andare subito da Sofia. Mi vesto con la divisa della squadra e corro fuori dallo stadio, dove abbraccio mia mamma e poi vado subito da Sofia.

Siamo abbracciati e mi dice "Bravo Paulo, sono molto orgogliosa di te, continua così".

Poi mi stacco e mia mamma mi dice che non sarebbe venuta con noi ad Amalfi perché ha prenotato un aereo per tornare in Argentina qualche giorno, quindi la salutiamo e poi saliamo su un'auto che ci porta in Costiera Amalfitana, ho veramente bisogno di qualche giorno di relax.

Arriviamo per cena e decidiamo di stare in un hotel, anche se lei ha una casa lì, non voglio disturbare e poi in hotel si sta meglio quando bisogna rilassarsi. L'hotel si chiama San Pietro, è il più bello della Costiera e quando dico il nome a Sofia sembra conoscerlo. "Ma tu sei scemo! Seriamente hai prenotato al San Pietro? Ma lo sai che quando entri c'è una che suona l'arpa a tutte le ore del giorno?"

"Sì, seriamente ho prenotato lì, no, non sono scemo, e no, non lo sapevo, figo però no?"

"Sì, molto figo."

Arriviamo in hotel e ci accolgono accompagnandoci nella nostra camera.

Davanti al letto c'è una grandissima vetrata dalla quale si vede il mare.

"bello vero?" mi chiede Sofia

"mozzafiato direi, ho una gran fame, non mangio da stamattina. Vero che tu conosci un posto buono dove posso riempire il mio stomaco?"

"Certo, andiamo a prendere la navetta, ti porto in un posto fichissimo"

Quindi usciamo dalla camera e prendiamo un pullmino che ci porta fino ad un porto.

Lì prendiamo una barca e poco dopo arriviamo in una spiaggetta dove c'è un ristorante. La mia ragazza mi prende per mano e mi trascina su un edificio rialzato e appena vede un uomo gli va incontro e lo abbraccia.

"Ciao Salvatore" "Sofia, come ti sei fatta grande! Cosa ci fai qui ad aprile?"

"dovevo portare Paulo a vedere la Costiera, perché non l'aveva mai vista"

Poi penso: se questo tiene al Napoli posso considerarmi morto. Sofia sembra leggere i miei pensieri e mi dice: "Tranquillo Paulo, non tifa Napoli, lui tifa Salernitana, che è anche la mia seconda squadra preferita" "Va bene, ho presente più o meno la squadra. Comunque piacere, sono Paulo, Paulo Dybala" dico riferendomi a Salvatore. "io sono Bond, James Bond" dice Sofia imitandomi, la guardo malissimo e lei scoppia a ridere, quindi rido pure io. Amalfi mette allegria.

Poi ci sediamo al tavolo e ordiniamo. Quando Salvatore si avvicina la mia ragazza chiede "I tuoi figli?" "aspetta, vado a chiamarli".

Poco dopo arriva un bambino di 5 anni che salta in braccio a Sofia, si chiama Antonio, e Sofia mi racconta che gli ha fatto da babysitter quando i suoi genitori lavoravano. Poi il piccoletto viene da me e dice "Ma tu sei, tu sei Paulo della Juve" "sì sono io, non tifi Salernitana?" "no, io tengo alla Juve, perché anche lei tiene alla Juve, e io a lei voglio bene. Tu le vuoi bene?" "Certo che le voglio bene piccoletto" gli dico scompigliandogli i capelli ricci. Sofia sorride e poi va a salutare gli altri fratelli di Antonio. Me li presenta: la più grande si chiama Lucia, e ha 23 anni, lei e Sofia sono cresciute insieme. Poi c'è Gennaro, lui ha 17 anni e aiuta il padre a portare avanti la spiaggia e il ristorante. Oltre a loro e ad Antonio ci sono due gemelli: Giuseppe e Giulia, loro hanno 9 anni e sono tutti veramente simpatici.

Sono una famiglia molto numerosa ma riescono comunque a mantenere una certa intimità.

Chissà se anche io e Sofia avremo dei figli, io spero proprio si sì, perché per me la famiglia è tutto.

"Paulo, devo parlarti, ecco, in realtà Tommaso non è il mio unico fratello, io avevo, o ho, questo non lo so, un fratellino, si chiama Leonardo oggi avrebbe quattro anni, è scomparso quando ne aveva due, una notte di agosto. Per me è stato traumatico, sono andata anche da uno psicologo per più di un anno. E ecco, domani sarebbe il suo quarto compleanno e lui è nato qui, nell'ospedale che c'è dietro la montagna, e a me piace ricordarlo su questa spiaggia mentre gli facevo pucciare i piedini sulla riva e lui rideva"

Vedo che le scende una lacrima e cerco di tranquillizzarla: "Sofia, grazie per avermelo detto. Lo troveremo, lo troveremo insieme."

"Grazie Paulo, ormai i miei genitori si sono arresi, ma io e Tommaso non ci arrenderemo mai, perché spero che Leo si ricordi di noi. Chissà dov'è ora."

"Sicuramente si ricorda di te Sofia, tu sei indimenticabile, e Tommy anche. Farò qualsiasi cosa pur di vederti felice" Lei sorride.

Voglio veramente trovare suo fratello, ma lo dovrò fare alla sua insaputa, è troppo orgogliosa per far vedere a tutti che qualcuno la sta aiutando.


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a presto

colpo di fulmine, colpa della neve |paulo dybala|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora