7: Abbracciare [Kenma]

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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it 
» Prompt: Abbracciare 
» N° parole: 862

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Kenma sapeva di essere difficile. Guardava gli altri e davvero non riusciva a capire come a loro potesse venire così facile dimostrare l'affetto che provavano verso i propri cari. Che si trattasse di un bacio, un abbraccio o anche del semplice tenersi per mano, a Kenma era sempre sembrato troppo. Lui non era come loro. Il suo luogo preferito erano le quattro pareti della sua camera da letto, il suo svago stare davanti ai monitor ed i suoi migliori amici i videogiochi. Chiacchierare, giocare a palla... tutto quello non aveva mai fatto parte di lui, ed il bambino aveva tutte le ragioni di credere che quel fatto non sarebbe mai cambiato, ma poi arrivò Kuroo. Lui e suo padre erano entrati a far parte della sua vita un tranquillo giorno di estate. Se fosse stato per Kenma non avrebbe mai conosciuto i nuovi vicini, ma i suoi genitori l'avevano spinto per il contrario spiegandogli che Tetsuro non conosceva nessuno e che avrebbe dovuto rimediare lui. Secondo il parere di Kenma quella strategia non aveva molto senso. Lui non conosceva nessuno da presentargli, dopotutto. Eppure, seppur ancora negli anni dell'infanzia, il piccolo Kozume aveva capito: quella dei genitori non era tanto una tattica per aiutare il vicino a farsi degli amici, ma per farli fare a loro figlio. Non avrebbe funzionato. Questo era quello che Kenma si era ripetuto ogni volta che – quasi molesto – il corvino l'aveva costretto alla sua compagnia (che fosse in giardino o davanti ai videogiochi).

Si era sbagliato.

Il cambiamento non arrivò in fretta. Invece, la consapevolezza di voler bene a Kuroo prese a farsi strada in maniera cauta e lenta dentro di lui, dandogli il tempo di capire e di abituarsi al fatto che adesso il corvino per lui era diventato una realtà a cui non avrebbe mai potuto rinunciare. Il fatto che non appena lo vedesse il suo primo pensiero fosse quello di buttarglisi tra le braccia, certo, avrebbe dovuto essere un forte indizio. Se il suo luogo preferito era sempre stata la propria camera, adesso divennero le braccia di Tetsuro; se il suo svago più amato era quello di stare davanti ai monitor, adesso era una qualsiasi attività che coinvolgesse il corvino; infine, se i suoi migliori amici erano sempre stati i videogiochi, adesso Kuroo ne era talmente al di sopra da far realizzare a Kenma di non aver mai capito, fino a quel momento, cosa fosse l'amicizia, né – soprattutto – che dentro di sé l'aveva sempre anelata.

D'un tratto, con la maturità di un liceale, Kozume si ritrovò a ripensare alla propria infanzia: a come gli sembrasse folle l'idea di riuscire a mostrare i propri sentimenti in pubblico baciando, abbracciando o semplicemente tenendo per mano una persona. Guardandosi intorno, sapeva essere ancora così, ma con un'eccezione. Individuò Kuroo, si sistemò meglio la tracolla sulla spalla ed avanzò verso di lui. Checché ne ricordasse dopo le scuole medie non l'aveva più visto solo ed in disparte. Tetsuro non era solo il capitano di una delle più forti squadre di pallavolo di Tokyo, era anche molto bello e popolare con le ragazze. Arrossì, Kenma, ripensando a quando aveva avuto quella rivelazione e a tutta la gelosia che ne era seguita, ma era acqua passata, perché che fosse una ragazza o un ragazzo, per nessuno Kuroo aveva mostrato interesse se non per lui. Lo raggiunse. In quel caso a parlare con lui era una ragazza che Kenma riconobbe come sua compagna di classe, ma fu poca l'attenzione che le prestò. Tetsuro guardò verso di lui, gli sorrise e lo baciò rapido sulla tempia. Kenma arrossì come faceva sempre, ma non era veramente imbarazzato; solo felice. Sollevò il maglione del suo ragazzo e vi ci infilò dentro. Sentì la risata del più alto accompagnata dai sussulti del suo petto ed anche le sue labbra si aprirono in un più ampio sorriso mentre faceva sbucare la testa fuori dallo scollo dell'indumento. Kuroo guardò in basso.

«Appena in tempo per la campanella come al solito.»

«Questo è perché non mi aspetti mai la mattina!» l'altro rise ancora, poi lo abbracciò.

«Se lo facessi chi sistemerebbe le cose del club prima delle lezioni?» Kenma sapeva dei suoi impegni da capitano e con tutte le proprie forze aveva provato a seguirlo a scuola all'orario che gli serviva, ma non era facile visti i suoi orari notturni di gaming.

Non importava, comunque, perché quell'abbraccio tutto loro fatto di risate e maglioni sformati rendeva la strada verso scuola qualcosa di bello che avrebbe portato verso la persona che amava; verso il suo luogo preferito.

Kenma sapeva di essere difficile. Guardava gli altri e davvero non riusciva a capire come a loro potesse venire così facile dimostrare l'affetto che provavano verso i propri cari. Kenma non ci riusciva; non con i propri genitori, né zii, cugini o nonni. Non ci riusciva con gli amici né con nessun altro. Solo con Kuroo, ed andava bene così, perché sapeva non avere bisogno d'altro che le sue braccia forti a stringerlo mentre gli sussurrava il buongiorno. Così sapeva che la giornata sarebbe andata bene; così sapeva che – qualsiasi cosa fosse accaduta – il suo futuro, il loro futuro, sarebbe stato roseo.

Haikyuu!! WRITOBER 2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora