13: Hurt/Comfort [Suga]

63 8 0
                                    

________________________

n.a.

Non so in quanti di voi conoscano questo genere di fanfic (5+1), io stessa l'ho scoperto solo di recente. Lo schema è semplice: sono cinque volte in cui il protagonista fa qualcosa e una in un ne fa un'altra (di solito il contrario). Il Writober vuole solo che si segua il prompt, quindi dal momento che volevo provare a scrivere una 5+1 ho unito le due cose. Spero vi piaccia!!
________________________

ATTENZIONE!!!
QUESTA ONE-SHOT CONTIENE FORTI SPOILER DEL MANGA.
Ho cercato di essere quanto più vaga possibile, ma lo spoiler (enorme) rimane dal punto 5 in poi.
________________________

Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Hurt/Comfort
» N° parole: 1602
________________________

Cinque volte in cui Suga ha confortato qualcuno e una volta in cui è stato confortato lui.


Sugawara Koshi era da tutti stato definito "la mamma della squadra Karasuno", e probabilmente avevano ragione. Bastava che l'alzatore vedesse un viso triste, d'altronde, che il suo unico obiettivo diventava quello di trasformarlo in un sorriso.

1.
La prima volta che si ritrovò in una situazione del genere fu durante il suo secondo anno. Gli allenamenti del coach Ukai erano sempre stati tremendi e talmente faticosi da spingere quasi alle lacrime, fino quando – tutt'a un tratto – l'uomo non andò in pensione. In quell'occasione Suga ed il resto della squadra – per quanto felici di poter respirare un po' – non poterono che sentirsi tristi di perdere un maestro tanto in gamba, eppure non fu a nessuno di quelli che erano rimasti a cui servirono le parole di conforto dell'alzatore. La sua prima volta fu per Ennoshita.

Il ragazzo aveva sentito del pensionamento di Ukai e tempo una settimana era tornato in squadra. A quella notizia, tutti i membri del Karasuno si erano detti contenti, il suo ritorno visto come un'occasione di gioia, ma non per Chikara. Suga ne scoprì il motivo la sera stessa del suo rientro.

«Come posso guardare in faccia tutti voi?» si confidò il ragazzo del primo anno non appena Koshi gli chiese di farlo «Io ho mollato! Sono solo un perdente.» Suga gli aveva messo una mano sulla schiena e lì aveva iniziato ad accarezzarlo.

«Non sei un perdente, e lo dimostrerai!» era seguito un discorso lungo e delicato che comprendeva ciò che secondo lui era più importante, ma soprattutto l'importanza di poter concedere e soprattutto di potersi concedere una seconda occasione. Quando Ennoshita aveva sorriso, Suga l'aveva fatto con lui.

2.
Anche la seconda volta in cui Koshi si era ritrovato a confortare un compagno era avvenuta al suo secondo anno, ma questa volta verso la fine della scuola. La squadra aveva da poco giocato contro l'istituto Dateko perdendo clamorosamente. Suga aveva creduto che il proprio discorso collettivo di consolazione avesse funzionato, ma così non era stato per Asahi. Il loro asso aveva percepito troppa tensione addosso e a nulla erano valsi i tentativi dell'alzatore che insisteva per parlargli: lo schiacciatore era andato via senza nemmeno ascoltarlo. Fu su Nishinoya, dunque, che il ragazzo dai capelli d'argento concentrò le proprie cure.

«Hai fatto tutto ciò che potevi per tenerlo con noi, Noya.» provò a convincerlo «Asahi ha solo bisogno di tempo. Se gli parlerai ancora dopo le vacanze, sono sicuro che riuscirai a convincerlo.» il libero aveva sorriso rallegrando ancora una volta la mamma della squadra.

3.
La terza volta Koshi per poco non la cedette ad Ennoshita. D'altronde era stato perfetto nel difendere Yamaguchi dalla sfuriata di Ukai jr. e la cosa sembrava tanto essersi sistemata lì, ma quella sera l'alzatore non poté fare a meno di ricredersi nel vedere Tadashi con il muso lungo.

Haikyuu!! WRITOBER 2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora