21: Arco [Yamaguchi]

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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Arco
» N° parole: 1256
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L'idea del matrimonio come "il giorno perfetto" o "il momento che si aspetta da tutta la vita" era da sempre stata presa come una cosa al femminile. Solo per la sposa era il giorno perfetto, per la sposa era il momento che si aspetta da tutta la vita. Non era vero, e Tadashi e Kei ne erano una palese dimostrazione.

Volendo rendere tale giorno impeccabile, tuttavia, i due avevano dovuto accettare anche l'ansia che ne era derivata. Ogni minimo dubbio un disastro, il più piccolo imprevisto una catastrofe. D'altronde, si sa, nell'organizzazione di ogni matrimonio qualcosa va storto. Un parente che si ammala o un altro che decide all'ultimo minuto di portare un accompagnatore. Strane richieste dei genitori e testimoni che come addio al celibato organizzano disastri.

Non per loro. Incredibilmente e chissà grazie a quale potere divino, Tsukishima e Yamaguchi riuscirono ad arrivare alla vigilia del loro matrimonio filando lisci come l'olio.

Si trovavano nella location nella quale il giorno dopo si sarebbe svolta la cerimonia e lì Tadashi aveva appena finito di percorrere la navata improvvisata nel giardino all'aperto per la prova ufficiale per l'indomani. Nonostante tutto quello non avrebbe portato a nulla – almeno per quel giorno – Yamaguchi non poté fare a meno di sorridere felice, con le gote imporporate ed il cuore impazzito dalla gioia. Si voltò e con occhi luminosi attese l'amore della sua vita percorrere gli stessi passi che aveva percorso lui.

Anche Kei stava sorridendo, e le sue labbra erano così belle incurvate all'insù che per poco non gli andò incontro per baciarlo. Invece attese il momento in cui l'avrebbe raggiunto sotto l'arco, punto nel quale si sarebbero scambiati le promesse, gli anelli ed infine il loro primo bacio da sposati.

Attese, ed infine arrivò.

Arrivò... e diede una testata all'arco.

«Merda...» mormorò subito il biondo portandosi una mano alla fronte lesa.

«Linguaggio!» fu la risposta del parroco mentre Tadashi si premurava che stesse bene con uno spaventato:

«Kei, la tua testa!»

Non un bernoccolo comparì su di lui, e fu solo una volta accertato questo che tutti i presenti presero a spostare lo sguardo in alto, verso l'arco.

«È basso.» fu la costatazione di Bokuto, lì presente perché uno dei testimoni di Tsukishima che si voltò e quasi isterico chiese:

«Sul serio?? Cosa ti ha dato questa impressione?» quello che fece Tadashi fu invece sospirare mentre Kuroo rideva dicendo:

«Come avete fatto ad accorgervene solo adesso?» Kei rispose qualcosa sul fatto che neanche lui aveva fatto qualcosa a riguardo, ma la verità era Yamaguchi che aveva smesso di ascoltarli. Non aveva occhi, invece, che per l'unica pecca che rendeva il loro matrimonio qualcosa di imperfetto.

Hinata gli si avvicinò, e Tadashi confidò nel fatto che almeno il suo di testimone potesse essere più utile degli altri due.

Così non fu.

«Tsukishima potrebbe percorrere la navata con le ginocchia un po' piegate. Pensi che qualcuno se ne accorgerebbe?» il giovane dalle lentiggini guardò l'amico con biasimo e tenerezza.

«Penso di sì.» al ché Shoyo mormorò contrariato. Nel frattempo Kuroo e Bokuto erano spariti.

«Almeno ci siamo liberati di loro.» fu il commento esasperato di Kei che subito dopo si rivolse a suo fratello.

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