Capitolo 20

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Haz 👼: 12 chiamate perse

                         19 nuovi messaggi


Haz 👼: Dove sei andato?

Haz 👼: Louis, per favore, stai al sicuro.

Haz👼: Non volevo che andasse in quel modo.

Haz 👼: Perché mi hai lasciato da solo? Mi dispiace.

Haz 👼: Mi dispiace.

Louis lesse i messaggi più recenti e ridacchiò alla menzione di come andarono le cose. -Nessuno voleva che le cose fossero andate in quel modo Harry-  Pensò Louis.

Dopo aver ascoltato un po' della sua musica, mise via le cuffiette, preparandosi a scendere alla fermata dov'era diretto. 

Andare nel posto dove sei cresciuto, al di fuori di casa tua, a volte è difficile. Ma Louis c'era abituato. Beh, non da quando si era diplomato, andandosene verso l'università prescelta. Nemmeno lui l'aveva pianificato.

Non avrebbe mai nemmeno immaginato di innamorarsi di un fiorellino testardo e prezioso con l'afefobia.

Louis sospirò, guardando fuori dal finestrino e vide il suo riflesso; miserabile. Erano trascorse ore e ore e si sentì come se non avesse più fiato.

Una volta ripreso dal suo stato di trance, intravide una via famigliare e premette il pulsante della fermata, fino a vedere lo sfondo fermarsi.

Una volta sceso si diresse alla casa da lui conosciuta. Una volta sulla soglia prese un bel respiro e bussò scurrilmente.

La porta si aprì rivelando il suo vecchio amico, River Scott.

River era un bravo ragazzo, davvero intelligente, ma evitava di sfaticarsi. Per questo decise di essere solo manager del mercato locale, trascorrendo il tempo in casa fumando erba e sorseggiando liquori dai corpi delle ragazze che si portava lì. 

Era un uomo complesso da comprendere.

River salutò Louis con i suoi occhi scuri, "Hey amico, da tanto tempo giusto?" Si abbracciarono fortemente per pochi secondi.

"Si, si, sono passati mesi, credo"

River sorrise, allontanandosi in modo che Louis possa entrare in casa. Quest'ultimo lo ringraziò.

Il luogo sembrava ancora lo stesso con i divani verdi e il tavolo in legno, ma mancava una cosa: le numerose prostitute che avrebbe dovuto avere attorno.

"La compagnia qui è sicuramente deceduta" rise occhi blu. Anche River rise una volta elaborata l'osservazione.

Si strofinò la testa, "Si, um...mi sono calmato un po'. Per vedere qualcuno di carino(?)"

Louis spalancò gli occhi, "Davvero? Dov'è finito River?"

Egli ridacchiò, "E' cresciuto, tutto qui."

Louis annuì in accordo, non potendo riferire di più. Cercava di essere una persona migliore per la persona a cui teneva di più. Ma anche quella persona voleva una pausa.

"Louis, possiamo parlare del motivo per cui sei venuto fin qui?" River lo fissò all'improvviso, constatando che Louis non era mai così. Lo aveva chiamato e tutto, ma non aveva detto il motivo.

"Um," disse il liscio, "lasciami andare a mettere il mio zaino nella stanza." l'altro annuì, andando a sedersi su uno dei divani dell'amore.

Quando il liscio tornò, trovò l'amico al telefono.

Si sedette accanto a lui, catturando la sua attenzione, facendo sì che River poggi via il telefono sul tavolo. Un paio di occhi marroni sono ora puntati su Louis.

"Allora, "iniziò Louis, "Sono venuto perché.."

River fece cenno con la testa di proseguire. L'altro sospirò stancamente.

"Sono venuto perché ero arrabbiato e triste. Ero arrabbiato." disse apertamente. L'amico gli porse un sorriso comprensivo.

"E Perché lo eri?"

"Perché sono come, beh.. avevo una relazione con questo ragazzo. A quanto pare siamo in pausa." aveva voglia di piangere. "Ma sai come va a finire se ti prendi una pausa" si prese l'anello del labbro tra il pollice e l'indice, guardando in lontananza.

River s'avvicinò e gli diede una pacca sulla schiena, "E chi è questo ragazzo?"

"Il suo nome è Harry. Ed è come se avesse questa paura della pelle, di essere toccato e viceversa. Così è come il vetro; delicato."

L'amico continuò, "Beh, Harry ha detto il perché della rottura?"

"Beh, stavamo discutendo di sua madre, perché lei è il diavolo e fondamentalmente non mi vuole intorno a lui a causa della mia immagine, il che è stupido, e continuava a dire che a me non importa di Harry. Questo perché vorrei sorridere e prendere alla leggera il futuro, ma è fottutamente spaventoso, lo sai? Ma ciò che è ancora più spaventoso è che lo amo da morire, e voglio solo dire che niente si metterà tra di noi, a meno che lui non lo permetta, " Soffocò un singhiozzo, " e immagino che abbia lasciato che qualcosa si mettesse tra di noi"

Pianse, ma solo una lacrima sfuggì dall'occhio.

River chiese ancora, "Ma perché sei qui Louis?"

L'altro alzò lo sguardo con una faccia confusa.

"Ti ho appena detto che ero incazzato-" venne interrotto.

"No, non è questo il motivo. Tu hai paura. Non lo ami?"

Louis aggrottò le sopracciglia, "Si, certo"

L'amico si accigliò, "Allora perché sei qui quando anche l'amore della tua vita è probabilmente spaventato. Non hai detto che è delicato? Chi lascerebbe un fiore senza il sole che lo bacia e l'acqua che lo idrata?"

Quelle parole fecero male, perché era la verità.

Come può dire di voler vedere il suo amore fiorire, se non se ne prende cura nemmeno lui?

River concluse, "Sacrificati per lui. Se ne vale delle tue lacrime, allora fallo. E fammi indovinare, accetta la tua merda di borderline, giusto?"

Louis annuì silenziosamente, rendendosene conto.

Il vecchio amico si alzò, "Allora proprio non so perché sei qua. Ti pagherò l'autobus per il ritorno"

Louis lo seguì, "Aspetta, non voglio ancora andarmene. E' solo che....dio, sono così stupido."

"Si, lo sei." continuò, "E perché diavolo non vorresti andartene a casa?"

"Non lo so...ma se non l'ha fatto... sembra strano." Guardò l'orologio: 16:52. E' passato un giorno da quando ha visto Harry.

Probabilmente è andato da solo a lezione, sentendosi come un l'unico fiore in una campo aperto.

Si schiaffò il palmo della mano in fronte, andando in panico.

"Cos'è successo" chiese River al vedere la faccia del liscio.

"Harry. Io-merda" Tirò fuori il telefono, chiamandolo.

Suonò circa quattro volte, il che fece seccare la gola di occhi blu.

Al quinto squillo, qualcuno rispose,

"Ciao?"

Sentendo la voce di Fionn, riuscì a pensare solo al peggio.

"Perché cazzo hai il telefono di Harry?!" sbatté un pugno sul tavolo.

Tutto fu silenzioso per alcuni attimi, peri poi,

"Louis, Harry è in ospedale."

Non riuscì a sentire le continue domande di River.

Lasciò cadere il telefono a terra, procurando un sonoro tonfo. Tutto ciò a cui riuscì a pensare fu,

"E' colpa mia."

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