Giglio

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»Prompt: Giglio
»Parole: 490


Procedeva a rilento nel traffico, come ogni mattina mentre si recava al lavoro. Si trovava in fila ad un semaforo e tamburellava le dita sul volante in attesa che scattasse la luce blu. Si guardò intorno e fu allora che vide poco lontano dalla sua auto suo marito fermo davanti a un negozio di fiori. Stava parlando con il fiorista, il quale poi gli mostrò alcuni tipi di fiori. Sentì il cuore batterle forte nel petto: quel giorno era il loro anniversario, quindi non doveva essere un caso che Goro fosse lì. A cos'altro potevano servirgli dei fiori se non a farle un regalo?

Sorrise felice e anche quando arrivò al lavoro l'entusiasmo non la lasciò nemmeno per un istante. Chissà, forse Goro sarebbe venuto a portarle i fiori in ufficio o forse le avrebbe fatto una sorpresa invitandola a cena.

- La vedo di buonumore oggi, avvocato Kisaki- le disse la sua assistente.

- Già, oggi è un giorno speciale- annuì.

- Davvero? E che giorno è?-

- Credo che lo scoprirai presto-

Nel suo fantasticare ad occhi aperti, però, non aveva considerato nemmeno per un istante che le cose potevano andare in modo diverso da come se le era immaginate. Attese tutto il giorno di ricevere quei fiori, che non arrivarono mai. Quando il sole che tramontava illuminò di arancio il suo studio, portò via con sé anche la sua ultima speranza che Goro si fosse ricordato del loro anniversario. Quei fiori dovevano essere per un'altra donna.

Arrabbiata e delusa, spense il computer e lasciò il suo ufficio. Prese l'ascensore e quando arrivò al piano terra uscì dal portone del palazzo, diretta alla sua auto. Lì trovò la persona che aveva atteso per tutta la giornata: suo marito. Se ne stava con la schiena appoggiata alla portiera della sua Mini Cooper mentre fumava una sigaretta. Aveva indosso un abito elegante e nella mano sinistra stringeva un mazzo di gigli rosa.

- Goro, cosa ci fai qui?- chiese sorpresa, anche se in cuor suo sapeva già la risposta.

- Non dirmi che te ne sei scordata!- brontolò lui, gettando la sigaretta ormai finita a terra e sfregandovi un piede sopra per spegnerla - Non sai che giorno è oggi?-

- Certo che lo so!- rispose piccata.

- Tieni, questi sono per te- le allungò il mazzo di gigli, fingendo di non mostrare entusiasmo mentre lo faceva.

Era sempre il solito vecchio brontolone orgoglioso.

- Grazie, sono bellissimi- sorrise, mentre annusava il profumo - Hai già cenato?-

- Veramente...- si grattò la nuca, visibilmente imbarazzato.

- C'è un ristorante qui vicino, un posto carino e non troppo caotico dove si mangia bene. Ti va di farmi compagnia?- gli propose.

Non sapeva come sarebbe andata la serata, se queldetective da strapazzo l'avrebbe rovinata come solito o se per una volta sisarebbe comportato bene. Sapeva solo che non avrebbe voluto trascorrere quellaserata con nessun altro se non con lui.

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