Salvo?

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Tempo prima...

Severide e Cruz stavano perlustrando il piano interrato.
Le condizioni di quella parte dell'edificio erano davvero impervie.
Le fiamme erano divampate più o meno vicino a dove si trovavano i due e quindi Kelly e Joe furono costretti a fare doppia fatica per salvare qualcuno o per trovare qualcuno vivo.

Vari furono i corpi che incontrarono sulla loro strada. Che tristezza provavano nei loro cuori.

Stavano per desistere dal cercare ancora ipotizzando che non ci fossero persone ancora vive lì quando hanno notato due donne ed un bambino rintanati sotto un tavolo di una delle macchine da cucire in una zona dove le fiamme non erano ancora arrivate.

- Forza venite, siete in salvo - disse loro Kelly - Cruz prendi il bambino e fai loro strada verso l'uscita, io sarò dietro di voi.

Ipoteticamente quella era l'ultima postazione da verificare. I due pompieri fecero un ultimo giro di perlustrazione per verificare se ci fosse qualcosa che non avessero notato. Prima di uscire quindi, mentre ricontrollavano, Severide urlò più volte:

- Vigili del fuoco c'è qualcuno? -

Non avendo ricevuto nessuna risposta e non avendo trovato nessun altro, Severide e Cruz si organizzarono per uscire.

Cruz aveva fatto come gli era stato ordinato da Kelly ed era andato avanti con il bambino tra le braccia seguito dalle due donne convinto che il suo tenente fosse dietro di loro come aveva detto. In effetti, per lo meno inizialmente, era così. Joe lo sentiva parlare:

- Fate attenzione... state giù... rimanete vicine al mio collega. -

Ma purtroppo ad un certo punto non fu più così. Uno strano rumore distrasse il tenente che si fermò iniziando a guardarsi intorno.

Tutt'un tratto alle loro spalle ci fu una forte esplosione, un grande boato proprio vicino a loro.

- Non fermatevi! - urlò Severide - andate avanti, usciamo di qui!

Il tenente era rimasto leggermente più indietro, ma Cruz doveva andare avanti. Lo sentiva, il suo tenente era dietro di loro e dovevano salvare quelle persone.

Così Joe proseguì, ma Kelly a sua insaputa non era più dietro di loro.

La forza dell'esplosione aveva sbattuto il tenente contro la parete ed il suo corpo era stato poi colpito da tantissimi detriti che era caduti da varie parti dell'edificio.


Ma Severide era un duro, aveva detto al collega di proseguire, quindi era solo.   Doveva riuscire a rialzarsi, recuperare la maschera che gli era volata dal viso e raggiungere l'altra vittima, quella che lo aveva fatto il rumore che lo aveva distratto. Solo dopo averla tratta in salvo, poteva dirigersi  l'uscita.

Facile a dirsi, ma a farsi un po' meno.

Il tenente era lì, sdraiato a terra, dolorante. Non riusciva a muoversi, sentiva dolore un po' dappertutto e stava diventando anche difficile respirare. Non indossando la maschera i suoi polmoni si stavano riempiendo di fumo.

A fatica riuscì ad alzarsi leggermente, quel tanto che bastava per spostarsi per lo più trascinandosi in avanti verso dove si trovava la maschera.
Dopo averla afferrata ne valutò le condizioni essendogli volata dal viso.
Con sua sorpresa questa funzionava ancora, non si era rotta.

Io e te per sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora