Dolore

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Raccolti gli strumenti tutti i ragazzi  tornarono in caserma.
Il buio della sera non aveva aiutato nelle ricerche.

Purtroppo non era una zona molto illuminata e comunque la luce artificiale derivante dai caschetti dei pompieri e dall'illuminazione delle strade non avrebbero mai potuto competere con la luce del giorno.

Sulla scena, mentre la 51 stava andando via erano arrivati anche quelli dell'Ofi per indagare sull'incendio per comprenderne le cause. Era stato un cortocircuito o si trattava di un atto doloso?

Severide era stato letteralmente trascinato via dai ragazzi della squadra 3 che lo avevano fatto salire di peso sul camion. Si rifiutava di lasciare quel posto senza aver trovato la sua amata Stella o almeno ciò che restava di lei, ma alla fine fu obbligato a farlo.

Il viaggio verso la caserma, fu davvero silenzioso, come anche quello dell'81. Avevano perso per sempre una collega ed una cara amica.

Non appena il camion fu posteggiato all'interno della caserma, Severide scese da esso e levandosi in un secondo l'attrezzatura, senza badare a metterla a posto e si diresse nel suo ufficio rintanandosi in esso.

Non appena dentro chiuse la porta a chiave. Non voleva che nessuno entrasse per esprimere il suo dispiacere e la sua vicinanza.
Non se ne sarebbe fatto nulla dei modi che i colleghi avrebbero usato per consolarlo. Nessuno gli avrebbe mai ridato la sua Stella.
Tirò anche le tendine in modo che nessuno potesse vedere attraverso di esse per capire se lui fosse lì o meno.
Infine si sedette a terra, con le ginocchia al petto e le mani che reggevano la testa. Si era rintanato in un angolo tra la sua scrivania e la branda dove dormiva.

Aveva un nodo in gola e non ci volle molto che iniziasse a piangere. Finalmente era riuscito a sfogarsi un po', ad uscire dal suo torpore.

La sua ragazza, la sua dolce metà l'aveva lasciato per sempre, era morta.

Calde lacrime gli solcavano il viso e ben presto queste si trasformarono in singhiozzi disperati.

- Perché Stella, perché amore mio. Come faccio adesso senza di te.... Io non ce la faccio, non posso andare avanti da solo. - ripeteva tra sé e sé.

In poco tempo gli tornarono in mente tutte le persone a cui voleva bene e che alla fine aveva perso. Ripensò ad Andy, il suo caro amico oltre che collega, a Shay, sua migliore amica, paramedico nella stessa caserma, a suo padre..

Sì, anche a suo padre. Nonostante le divergenze, le litigate, i difetti che avevano Kelly gli voleva bene. Lui gli aveva dato la vita e gli aveva trasmesso la passione per il mestiere di pompiere.

Tutti erano morti e, ora che non c'era più nemmeno Stella. Era rimasto solo ancora una volta.

Era stanco di soffrire, stanco di perdere le persone a cui voleva bene.
Alla fine comprese di doversi allontanare da tutto e tutti per evitare quella sensazione che purtroppo ormai conosceva piuttosto bene e che non voleva provare mai più.

Per un tempo interminabile rimase lì a piangere fin quando non ebbe più lacrime da versare.

I suoi colleghi sapevano bene dove fosse il loro tenente. Lavorando con lui sa anni conoscevano le sue abitudini e le sue reazioni.

I pompieri passarono varie volte davanti alla porta dell'ufficio, ma non avevano il coraggio e la forza di entrare da lui.

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