Insieme

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Mentre in caserma tutto procedeva come al solito, senza che nessuno notasse alcunché di strano, nella sua stanza il tenente Severide era ancora steso a terra. Era svenuto e dopo essere scivolato giù dalla sedia era rimasto lì disteso supino sul pavimento.

Era pallidissimo in viso, sulla sua fronte vi era una vistosa patina di sudore ed aveva un'espressione di dolore stampata in faccia.

Dopo diversi minuti, nella stanza iniziò ad udirsi qualche gemito. Severide stava cominciando finalmente a rinvenire.
Riaperti gli occhi li stropicciò con le dita guardandosi intorno cercando di capire prima dove si trovasse e poi, in un secondo momento, come fosse finito lì per terra.

Essendo ovviamente consapevole di non poter restare lì disteso per tutta la giornata, Kelly iniziò a muoversi lottando contro le fitte di dolore atroce che i vari spostamenti gli causavano.

Con un po' di fatica, dopo vari tentativi che lo avevano lasciato stanco ed ansimante per lo sforzo,  riuscì a sedersi trascinandosi verso la sua branda in modo da poter poggiare le spalle ad essa per riprendere fiato.

Quando poi il tenente si fu gradualmente stabilizzato in quella posizione e quando il mondo smise finalmente di girare, si alzò in piedi.

Avendo cambiato ancora una volta posizione, Kelly dovette attendere qualche altro istante e quando si sentì abbastanza stabile, dopo essersi asciugato la fronte con il braccio uscì dal suo ufficio.

Barcollando un po' e facendo di tutto per nasconderlo ai colleghi si diresse verso la cucina.

Non voleva assolutamente confessare loro di stare male. Lui era un uomo forte, non poteva farsi abbattere da qualche fitta di dolore anche se questo era lancinante.

Mentre si muoveva diversi colleghi che passavano come lui nel corridoio iniziarono a fissarlo. Il tenente sembrava abbastanza rigido nei movimenti che parevano essere a scatti e non fluidi come nella normalità.

Kelly cercò di non farci molto caso, anche se avete gli occhi puntati addosso era abbastanza fastidioso.

Il tenente cercò di ignorare alcuni sguardi, ad altri rispose con un leggero sorriso ed ai più insistenti e fastidiosi riservò invece qualche occhiataccia. 

Giunto in cucina Severide andò dritto verso il frigorifero ignorando i presenti. La sua bocca era secca, impastata ed aveva come l'impressione di non bere da tantissimo tempo.
Così afferrata una delle bottigliette d'acqua presenti nello sportello, il tenente la aprì tranguiandola tutta in una volta, fino all'ultima goccia, sotto l'occhio attento e stupito di qualche collega.

Cruz, uno dei membri della squadra, era uno di quelli che lo guardava stranito. Il pompiere si trovava lì poiché stava verificando quali fossero gli ingredienti presenti in dispensa per poi scegliere cosa preparare per il pranzo, toccando a lui farlo.

Vedendo il suo tenente entrare, il giovane si era voltato per salutarlo, ma vedendo il suo strano comportamento rimase ad osservarlo e dopo averlo vesto bere si rivolse a lui con tono scherzose dicendo:

- Mamma mia tenente, sembri venire dal deserto -

- Si - rispose semplicemente lui e muovendosi sempre lentamente ed a scatti uscì dalla stanza.

Kelly non aveva nemmeno ascoltato ciò che il collega gli aveva detto. Era troppo impegnato a gestire il dolore che sentiva mentre cercava di tornare nel suo ufficio per stendersi un po', sperando in cuor suo che, almeno per quel giorno non arrivassero chiamare per casi troppo impegnativi.

Io e te per sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora