60 Capitolo ❤

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...

Io: Justin! Cosa diavolo ti succede?!. *urlai*

Justin continuò a sputare sangue finchè dopo vari minuti di preoccupazione, terminò.

Io: stai bene?

J: si, grazie.

Io: cosa ti è successo? Non hai deciso di dover andare da un dottore? Di farti visitare?

J: ho detto che sto bene, e non è niente che ti riguarda.

Io: ma..Justin.

J: Niente 'ma', ho detto che sto bene!

Io: ma hai sputato sangue...*incominciavo a vibrare al mio interno*

J: e quindi? È una cosa normale.

Io: una cosa normale?!

J: si, te lo ripeto, non sono affari tuoi, lasciami stare.

Io: Se è questo che vuoi..

Incominciai ad allontanarmi da lui, per poi sedermi al banco accanto al suo.

Oltre al fatto che io mi sia preoccupata per lui, aveva avuto anche il degno di rivolgersi in quel modo sgorbutico verso di me.

Qualcosa in lui stava cambiando, oltre il fatto che io e lui avevamo litigato non cambiava di certo il modo di comportarsi educatamente.

Le ore di lezione iniziarono, ero situata con la testa appoggiata al banco guardando il lato di Bieber.

Vedendo che si grattava il naso in modo brutale, facendo cadere dalle sue narici, polvere bianca.

Non so cos'era, ma il fatto che gli sia caduta dal naso, il fatto diventava preoccupante.

Incominciò a ritossire, macchiando il suo quaderno con delle gocce di sangue.

Io: Justin...

Subito dopo con aria disturbata  mi fece segno di dover star zitta.

Io: ma..

Mi guardò per una ultima volta per poi guardare il suo punto iniziale, finendo di tossire.

Il suo viso mostrava minaccia, terrore e paura.

Volevo soltanto aiutarlo e sapere cosa le stesse succedendo, questo non riguardava per il fatto che io e lui..ci siamo amati ma interessava la sua salute.

Non voleva che io sapessi cosa le stesse accadendo, ma la voglia di poterlo sapere era molto piú forte di me.

So che ora non eravamo piú fidanzati, ma una parte di me, lo amava ancora ed interessava ancora la sua condizione fisica.

La giornata scolastica terminò da un pensiero all'altro rimanendo sconcentrata in entrambi 5 ore di lezione.

Tutti uscimmo dalla classe, vedendo che Justin non riusciva ad alzarsi dal suo posto.

Non seppi cosa fare in questo momento, ma non potevo rimanerlo di certo in queste condizioni, non era il mio caso non poter aiutare le persone in difficoltà.

Io: Ti aiuto.. io.

Lo afferrai da dietro, aiutandolo ad alzarsi.

J: Grazie.

Volevo chiederle cosa le stesse accadendo, a causa di questa mancanza di forze e per il suo aspetto ma decisi di non farlo, altrimenti mi avrebbe ancora trattata male.

Ma ero allo stesso tempo preoccupata per lui, stavo morendo dentro per la voglia di sapere se stesse bene.

Dopo averlo aiutato, mi diressi correndo fuori scuola ed mi incamminai lentamente verso casa.

Avrei dovuto scoprire ad ogni costo cosa gli stesse accadendo ed a cosa stesse andando in contro, anche contro la sua volontà, perchè se gli sarebbe successo qualcosa io...io sarei morta dal dolore.

[...]

SERA ORE 20:30

Ero a tavola e stavo mangiando un panino con salumi, ed affianco al mio piatto avevo il mio cellulare alla quale stavo giocando a Candy Crush Saga.

Finchè una chiamata, rovinò il mio gioco.

Trascinando velocemente il tasto sullo schermo per poter rispondere, risposi.

(Al telefono)

Io: Pronto?

S: hey angela, sono Sarah

Io: hey Sarah! Come mai questa inaspettata chiamata?

S: beh volevo chiederti se per caso tu..

Io: io, cosa?

S: volessi scendere..

Io: E c'è bisogno di fare questo?

S: beh..allora è un si o no?

Io: se mi dai il tempo di preparami, vengo.

S: certo! Grazie mille Angela.

Io: dove hai intenzione che ci incontriamo?

S:: fuori all'istituto?

Io: Vabbene

S: gia sono lí, muoviti.

Io: Vabbene, dammi tempo.

(Chiamata terminata)

Subito sali al piano di sopra incominciando a preparmi indossando un pantaloncino di jeans ed una maglietta viola abbastanza corta che permetteva la visione dell'ombellico con un numero inciso al centro e delle converse del medesimo colore, subito dopo mi avviai verso il bagno per poter lavarmi e truccarmi ed infine aggiustarmi i capelli e subito dopo scesi al pian di sotto per poi afferrare le chiavi ed avviarmi verso l'esterno ed incammindomi verso l'istituto.

[...]

S: Finalmente!

Io: Scusami.

S: Beh fa niente..

Io: Cosa hai intenzione di fare questa sera?

S: Andiamo ad un locale chiamato 'Diamonds', che si trova a due isolati da qui.

Io: Vabbene, andiamo.

Incominciammo ad avviarci verso questo locale estraneo da me.

Arrivate al punto vedemmo miliardi di persone al di fuori di questo locale, quasi tutti da uno sguardo ubriaco.

Guardandoci attorno notammo entrambi un gruppo al centro di questo, parlare di non so cosa, ma che avrei voluto sapere.

S: Angela, aspettami un attimo qua, okay?

Io: dove vai?!

S: un attimo lí *indico il gruppo di ragazzi*

Io: V-vabbene, muoviti.

Mentre Sarah si avviò verso il gruppo di ragazzi, ero rimasta sola nel bel mezzo di persone estranee.

Per sentirmi meno sola, cercai di afferrare il cellulare..Finchè una voce familiare pronunciò il mio nome, girandomi di sbotto vidi la figura di cui ne ero gia conoscenza.

X: Angela!

Io: Cosa ci fai qui?!.

Le mie vene si congelarono alla sua presenza di fianco al mio corpo.

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