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Aspettai in silenzio al parco.

Sono le 17:10, perché ci sta mettendo così tanto?
Tanto vale andare da qualche parte.

Mi alzai, e iniziai a camminare lentamente, godendomi la piccola bellezza della natura.
Lungo la strada, urtai addosso a qualcuno e inciampai leggermente all'indietro.

"Oh, mi dispia- oh. Sei venuto." Alzai gli occhi al cielo, quando vidi che mi ero appena imbattuta in Jimin.
"Si, scusa sono in ritardo."
"Okay, in ogni modo, dammi la mia sfida adesso."

Andammo a sederci su una panchina.
Ad essere onesti, il mio cuore batteva veramente rapidamente.
Mi chiedevo cosa mi avrebbe fatto fare, se mi avesse messa in imbarazzo pubblicamente, sarei potuta essere in imbarazzo per tutta la vita?!

Merda. Sei stata stupida Mina.

"Iniziamo Min-Min," lui sorrise innocentemente.
"Si, inzi-" mi fermai sulle mie stesse parole.
"Come mi hai chiamata?"
"Min-Min," disse come se non fosse niente.
"Non. Chiamarmi. Mai. Più. In. Quel. Modo." Gli diedi un'occhiata feroce.
"Okay, calmati...come sempre sei furente," borbottò lui l'ultima parte, ma io la sentì, ma lasciai perdere.

"Per questa sfida, dovrai seguirmi," lui si alzò in piedi.
Pensai riluttante, poi però mi alzai e lo seguì.

"Jimin! Stiamo camminando da circa 20 minuti, dove mi stai portando!?" chiesi impaziente.
"Ci siamo quasi," rispose lui.

Dopo altri 6 minuti di camminata, raggiungemmo una zona buia.
Non capì bene dove eravamo.
Eravamo ancora fuori, non c'era un tetto sopra di noi, ma allora perché era così buio?

Un brivido mi corse lungo la schiena. Sentivo freddo...ed era estate.
Inoltre, indossavo solo degli shorts con una maglietta bianca.

Mi coprì con le braccia, esaminando l'ambiente circostante, più i miei occhi viaggiavano, più l'ambiente diventata strano. Non solo era strano, ma anche inquietante.
Incosciamente, mi tenni al braccio di Jimin.
"Jimin...dove siamo?" chiesi con voce bassa.

All'improvviso saltai e lo abbracciai, seppellendo il viso nel suo petto, quando sentì qualcosa scattare dietro di noi.
Lui mi accarezzò lentamente la schiena, "Non è niente Mina, era solo un gatto, quindi smettila di avere paura," ridacchiò leggermente lui.
Imbarazzata io, lo lasciai andare.
"Beh, non è colpa mia se ho paura di questo posto losco!" urlai.
"Okay okay," rise ancora lui, "dammi ancora un po di tempo e ti darò la sfida."

"Vedi quella villa enorme e inquietante laggiù?" disse lui indicando davanti a lui.
"Si," deglutì.

Questa sfida non sarà bella.

"Visto che sei così forte e coraggiosa," disse sottolineando 'forte' e 'coraggiosa', "ti sfido ad entrare in quella villa da sola, e restarci per cinque minuti...questo significa che non devi stare ferma in un punto. E non preoccuparti, starò vicino al cancello."

Mi voltai verso di lui.

"Sei IMPAZZITO!? Non posso farlo! È violazione di domicilio!" urlai io.

"Hai detto che avresti accettato qualsiasi sfida che ti avessi dato, e hai anche detto che volevi una sfida estrema perché non eri più una ragazzina," disse lui, sembrando infastidito dal mio comportamento.

"Va bene, lo farò."

Detto questo, mi avviai verso la villa.
Jimin rimase in piedi davanti al cancello.
Io, lo apri, ed entrai nel prato morto e mi diressi verso la porta dell'ingresso...

zabulia

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ᴅᴀʀᴇ - ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora