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Mi svegliai per un rumore proveniente dalla mia finestra.

Lentamente, andai verso la finestra e sbirciai attraverso le tende, ed è lì che la vidi una figura drappeggiata di nero.

Che cazzo sto vedendo?!

Prima che potessi scappare a chiudere tutte le porte, la figura si sollevò e disse

"Sono Jimin!"

In quel momento si tolse il cappuccio e fui sicura al cento per cento che fosse Jimin.
Quel ragazzo...cosa c'è che non andava in lui?!

In silenzio, scesi in punta di piedi e uscì di casa.

"Che diavolo ci fai qui a quest'ora?!" sussurrai per con la voce intenta ad urlargli contro.
"Dobbiamo andare da una parte, mettiti le scarpe da ginnastica e una giacca." Disse lui.

Di cosa stava parlando?

"Sei sobrio?!" urlai alla fine.
"Si, ora andiamo, non abbiamo molto tempo. Per favore," mi pregò lui.
"Almeno dimmi dove stiamo andando," dissi io.
"Lo vedrai presto, ora andiamo. In fretta!"
"Non puoi dirlo così semplicemente e credere che verrò! Non verrò mai con te in un posto a caso alle 3 del mattino!" urlai, arrabbiata per il suo atteggiamento.

Chi si crede di essere?!
Da quando abbiamo iniziato il gioco delle sfide, è diventato troppo franco e aperto con me, cosa che non permetterò ancora per molto.

"Da Mina, non essere testarda!" piagnucolò lui.
"Sono testarda quanto voglio e tu non puoi farci niente." Sorrisi.
"Per favore Mina, è importante...ha a che fare con i miei genitori..." guardò in basso tristemente.
"E allora perché devo venire con te?" Chiesi io.
"Perché sei l'unica che mi è rimasta accanto..." disse ancora tristemente.
"Ehm no. Hai ancora i tuoi 6 migliori amici," alzai gli occhi al cielo.
"Non capiscono mai...quindi posso contare solo su di te..."
"Hmm, va bene," dissi con rabbia per poi rientrare dentro.

Corsi in bagno e mi lavai il viso.
Presi il mio pullover nero e lo indossai, insieme alle mie scarpe da ginnastica nere, e corsi di sotto, chiudendo la porta con la chiave di riserva, per poi seppellirla nel terreno della pianta nel vaso.

Andiamo, non preoccuparti, ho una torcia," disse, prendendomi la mano, senza il mio permesso.

"Bruh, lascia andare la mia mano," dissi cercando di staccarla dalla sua.
"No. Adesso sta zitta."

Questo bastardo.

Corremmo mano nella mano.

Era buio, quindi l'ambiente non lo vedevo con chiarezza.
Corremmo per molto tempo, poi ci fermammo.

"Andiamo."

Allacciò il suo braccio al mio, ed entrambi entrammo in una zona estremamente buia.
"Okay...ora potresti dirmi dove stiamo andando..." sussurrai io.
"Non ti arrabbiare per favore.." entrammo in questo luogo buio, una porta si chiuse dietro di noi, e la sua torcia si accese.

I miei occhi uscire quasi dalle orbite.
Quindi guardai Jimin, ma lui evitò il mio sguardo.

"Per che cazzo mi ci ai riportata Park Jimin?!" dissi cercando di non urlare.
"Ero curioso e volevo esplorarlo," disse lui.
"Avresti potuto esplorarlo da solo! Mi hai mentito bastardo! Hai detto che aveva a che fare con la tua famiglia, idiota!"

Adesso ero infuriata.
Come aveva potuto mentirmi in quel modo, svegliandomi alle tre del mattino e portandomi in quel luogo contro la mia volontà!?
Stavo ribollendo dalla rabbia.

"Beh, non volevo morire da solo...quindi," disse, guadagnandosi uno schiaffo sulla nuca dalla sottoscritta.

"Vaffanculo, non mi importa se muori, bastardo!" strinsi i denti, la mia faccia ormai era rossa.

ᴅᴀʀᴇ - ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora