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Mi svegliai con una sensazione di caldo e sudore.
I miei occhi si aprirono forzatamente, gemendo per quanto caldo stessi provando.
Mentre cercai di tirarmi su, qualcosa mi spingeva indietro.

Oh no, è il serpent-

Ma quando guardai dall'altra parte del letto, mi accorsi che era solo Jimin. Le sue braccia stavano stringendo la mia vita, mentre la sua testa era appoggiata sul mio petto. Sembrava un bambino tranquillo. Quel grande bambino mi aveva abbracciato per tutta la notte, ma non potevo lamentarmi. Volevo spingerlo via, perché rivoli di sudore mi stavano iniziando a colarmi lungo il lato del viso a velocità elevata. Nel caso ero gentile, ma immagino di no, perché Jimin in un secondo cadde dal letto. Mi fermai di colpo, chiudendo gli occhi sperando che avesse un sonno profondo, ma sentì un gemito provenire dall'altra parte.
Fece spuntare la sua testolina bionda dal bordo del letto come un pulcino fuori dal suo guscio.

"Ehiii, perché lo hai fatto?!" Piagnucolò lui.
"Mi stavi praticamente soffocando a morte," dissi, cercando di trattenere un sorrisino.

"Oh davvero?" Lui sorrise maliziosamente.

Oh no.

Si alzò e camminò lentamente verso di me, io strisciai indietro con il sedere, ingoiando la mia paura. I suoi occhi non lasciarono mai i miei, poiché ora era proprio sopra di me, ero stata messa alle strette su un letto. Lui si avvicinò più al mio orecchio, e il mio cuore palpitò sempre di più, poi lui fece una risatina malvagia.

"Presa."

Mi ci volle un momento per rendermi conto di quello che era appena successo, finché non aggrottai le sopracciglia infastidita.

"Non. Farlo. Mai. Più." Ringhiai io.

"Perché? Sono il tuo ragazzo, giusto? E tu mi ami vero?" Mi guardò negli occhi come un cucciolo.

Merda. Perché deve farmi quegli enormi occhi adorabili?!

E ancora una volta avevo perso.

Un sorriso strisciò sulle mie labbra mentre ridacchiavo per la sua dolcezza.

"Va bene, va bene. Ti perdono."

"No, stavo scherzando!" Una risata malvagia sfuggì dalle sue labbra mentre saltava sul letto, avvolgendomi in un grande abbraccio.

Ero praticamente schiacciata sotto quel ragazzo. Chi poteva credere che quel piccolo fagiolino potesse pesare così tanto!

"Non ti lascerò andare finché non dirai le parole magiche," disse lui scherzosamente mentre si rannicchiava nell'incavo del mio collo, mandandomi brividi lungo la schiena.

"Per favore?" Dissi io speranzosa.

"No."

"Mi dispiace?"

"No."

"Ti do un indizio, sono due parole."

"Ti amo?" Arrossì leggermente.

"No."

Okay, allora proviamo con questa.

"Crocchette di pollo..."

"Si!"

Seriamente?

Non si staccò però.

"Ehi, mi avevi promesso che ti saresti staccato se avessi indovinato le parole!" Dissi urlando infastidita.

"Non te lo avevo promesso," lui sorrise e alla fine rotolò di fianco a me.

"Finalmente." Respirai pesantemente.

ᴅᴀʀᴇ - ᴘᴀʀᴋ ᴊɪᴍɪɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora