15. Bersaglio facile

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Mickey lo sentì chiudere l'acqua del rubinetto proprio appena fu pronto il caffè. Riempì due tazze, aggiunse il latte e andò in bagno, dove trovò Ian in piedi davanti al lavandino con pantaloni del completo che si sistemava i capelli. - C’è ancora un ciuffo fuori posto – lo prese in giro Mickey passando gli la tazza.
- Ho troppo l'aspetto di un contabile secondo te? – chiese Ian piegando la testa alla ricerca dell'inesistente ciocca fuori posto per poi bere un sorso di caffè bollente.
- Mmh… forse ora ho fatto i conti giusti finalmente -. Inarcò suggestivamente le sopracciglia quando Ian incontrò il suo sguardo nello specchio. Ian si girò e premette il petto nudo contro al suo.
- Te li controllerò quando vuoi –
Si scambiarono un sorriso e si spostarono in camera da letto dove Ian finì di vestirsi. – Stasera riesci a liberarti in tempo per raggiungerci da Murphy’s? Non che quegli idioti abbiano bisogno di un vero motivo per ubriacarsi, ma vogliono congratularsi con te per il contratto Handley –. Mickey era intento a seguire con lo sguardo le dita di Ian che allacciavano i bottoni della camicia, morendo dalla voglia di fare il percorso inverso con le proprie. Quei pettorali non avrebbero mai dovuto essere coperti. A meno che non fosse il cashmere a farlo.
- Andrò alla partita di baseball di mio fratello. Sto cercando di non perdermi neanche una partita o allenamento di Liam da quando sono tornato –
- Tra tutti e due potremmo formare una squadra solo con tutti i nostri fratelli -. Mickey rise all’idea. – Oppure no. Finiremmo con il rubare ben più delle basi –
- Quanti fratelli hai? -. Ian finì di abbottonare la camicia e raccolse da terra la cravatta abbandonata dalla sera prima. Alla sola vista, gli ormoni di Mickey si riattivarono e si leccò le labbra. – Smettila – lo avvertì Ian.
Invece di ascoltarlo, Mickey cominciò un gioco di sguardi per invogliarlo a chinarsi e baciarlo con tutta la passione che aveva. E infatti funzionò; continuarono a baciarsi per tutto il tragitto fino alla cucina e all’ingresso, accettando di malavoglia la partenza di Ian. Gli passò la giacca e aprì la porta, appoggiandosi contro allo stipite. – Solo tu puoi percorrere la via della vergogna con un completo da un migliaio di dollari –
Il corpo di Ian lo intrappolò un’altra volta mentre appoggiava la mano sul muro sopra alla sua testa. – Nessuna vergogna. Camminerò a testa alta fino a casa –
- Non mi dispiacerebbe assistere –
Ian era concentrato ad osservare le proprie dita che sfioravano il petto di Mickey. Quando raggiunsero i pantaloni della tuta, alzò la testa. – Ci vediamo – sussurrò in tono deluso.
- Ciao – ricambiò Mickey. Si sentì proprio come lui, soprattutto quando il rosso indietreggiò fuori dalla porta.
- Ci vediamo da Murphy’s –
Mickey annuì. Ian fece un altro passo, uscendo in corridoio. – Okay, ciao –
Con la mano sul pomello, Mickey sorrise al loro scambio di battute. – Ciao -. Ian inarcò le sopracciglia. – Ora vado –
-  A me non sembra –
- Chiudi la porta allora –
Mickey indietreggiò dalla soglia per poter chiudere parzialmente la porta senza mai rompere il contatto visivo con Ian in piedi nel corridoio nel suo completo blu, il viso ruvido di barba e gli occhi sognanti. Agitò la mano per salutarlo e indicò la porta con un cenno del capo, quindi Mickey la chiuse con uno scatto.
Rimase a fissare la porta. Gli faceva fisicamente male immaginare Ian in qualsiasi posto lontano da lui. Anche se non poteva toccarlo, voleva poter alzare la testa e vederlo sempre davanti a lui.
Merda. Sapeva che sarebbe successo questo, che sarebbe finito ad aver bisogno di lui. – Merda –
Spalancò la porta con l’intenzione di correre giù per le scale e inseguire Ian fino all’ingresso ma il rosso era ancora in corridoio dove lo aveva lasciato. Probabilmente doveva avere un’aria pateticamente sollevata, ma questo sembrò bastare a mettere in moto Ian. Si lanciò su Mickey, costringendolo ad indietreggiare dentro l’appartamento, e le sue braccia forti lo afferrarono intorno alla vita sollevandolo leggermente da terra. La porta sbatte’ contro alla parete e Ian lo fece piegare all’indietro e contro al bordo del tavolo della cucina.
Labbra e mani stavano mandando all’inferno tutto l’autocontrollo di Mickey. I suoi pantaloni della tuta caddero sul pavimento e fu Ian a scalciarli via. Era impossibile che Mickey riuscisse a concentrarsi su qualsiasi altra cosa all’infuori di Ian che lo agguantava alla gola. Per un momento temette che gli stesse lasciando un succhiotto, ma invece di terrorizzarlo quell’idea lo eccitò più del dovuto. L’unica cosa che riuscì a fare fu afferrargli i capelli mentre Ian leccava, baciava e succhiava a sua pelle, cercando contemporaneamente di sbottonarsi i pantaloni, abbassare la zip e sistemarsi in mezzo alle sue gambe, anche se la posizione rendeva l’impresa piuttosto ardua e dolorosa.
- Il mio culo – ansimò contro all’orecchio di Ian.
- Dio, sì lo so –
- No bello, preferirei che fosse contro qualcos’altro di duro che non sia il tavolo –
Ian invertì le loro posizioni e si inginocchiò sul pavimento, portando Mickey con sé. Mickey inarcò la schiena che aderiva contro alle fredde piastrelle del pavimento per strusciare il proprio corpo contro al liscio tessuto della sua camicia e avvertì la sua erezione premere contro al proprio sedere.  Resistette all’impulso di spingere a sua volta e si rilassò, abbandonandosi a qualsiasi impulso improvviso si fosse impossessato di Ian.
Il rosso gli afferrò la gamba e la sollevò abbastanza da poterlo penetrare. Mickey incontrò i suoi movimenti a metà strada e gemettero all’unisono, la fronte una contro quella dell’altro mentre esalavano un respiro. Ma Mickey era troppo stretto, quindi Ian lasciò andare là gamba e sputò sul palmo della mano. Probabilmente doveva avergli fatto lo stesso effetto di una specchiata di acqua gelida, visto che si rialzò di scatto in ginocchio. - Poca troia… Oh mio Dio –.  Animava e sembrava mortificato ma, cosa peggiore, ora non c’era più niente a soddisfare il fondoschiena di Mickey. – Io… cazzo, mi dispiace Mickey –
- Faresti bene ad esserlo –
- Lo sono infatti! –
- Voglio dire, faresti bene per esserti fermato –
- Dio, no. Stavo per scoparti senza preservativo e lubrificante. Gesù, non sono più uno stupido ragazzino incosciente -. Sembrava sull’orlo di una crisi di nervi e Mickey cominciò a preoccuparsi.
- Ian. Calmati, cazzo –
- No!-
- Sì! –. Mickey gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a girarsi verso di lui. – È tutto okay –
Gli occhi di Ian sembravano lucidi. – Bene. Dovrei andare –
- Non ci provare nemmeno –
Ian crollò contro al suo petto e nascose il viso nell’incavo del collo. – Scusami – mormorò.
Mickey lo confortò con delle ripetute pacche amichevoli sulla schiena, come avrebbe fatto con un cane impaurito, avvertendo il battito del suo cuore contro al proprio e sotto alla propria mano. Cavolo, aveva avuto una reazione decisamente esagerata. Certo, sarebbe stato stupido farlo senza protezioni ma avrebbero potuto parlarne come due adulti razionali. A meno che non ci fosse una ragione più profonda per una reazione simile, cosa a cui Mickey non voleva pensare troppo.
- C’è qualcosa di cui dovremmo parlare, vero Ian? –
Ian annuì semplicemente contro alla sua spalla. – Un’altra volta –
- Certo –
- Prima… - aggiunse Ian sollevandosi sui gomiti. – Passerò in clinica per fare dei test. Voglio avere il risultato in giornata, pagherò anche di più se necessario –
Mickey annuì, eliminando l’opzione di probabili malattie sessuali come causa del malessere di Ian. – Va bene. Io sono pulito –
- Davvero? – chiese Ian, apparentemente distratto dai suoi tormenti interiori per un momento.
- Sì, ho fatto i controlli –
- Recentemente? –
- Ehm, un paio di mesi fa -. Mickey si rese conto di mordersi il labbro inferiore mentre Ian lo guardava corrugando le sopracciglia, cercando di mettere assieme i pezzi. – SÌ, Ian, è passato davvero così tanto tempo –
Ogni traccia di tristezza svanì dal volto di Ian. – Anche per me – replicò sorridendo.
- Sei felice che abbiamo entrambi avuto un periodo di secca? -. Mickey finse di essere sconcertato, ma non era davvero un problema.
- Vorrei che fosse ancora di più –
- Non lasciamoci trasportare -. Ian era più rilassato ora. – Se non arrivano subito i risultati del test, fai una bella scorta di preservativi prima di venire da Murphy’s, perché sarà meglio che scopiamo come conigli per tutto il weekend. Alzati adesso, pesi come un elefante e il pavimento è gelato –
- Oh scusa, non so controllarmi con te -. Mentre parlava abbassò la testa per sistemarsi la biancheria intima e la zip dei pantaloni, quindi non vide Mickey arrossire compiaciuto.


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