XVIII

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La tazza fumante di caffè che avevo bevuto quella mattina mi aveva dato una scarica elettrica di energia.

La concentrazione. Gli occhi chiusi. La mente aperta. I cinque sensi aguzzati.

Il mio corpo, inoltrato nella foresta, si lasciò andare all'allenamento. I miei muscoli cominciarono a contrarsi e ad entrare in sintonia con l'aria fredda che mi graffiava la pelle e con la rugiada che posava delicatamente sugli steli d'erba.

Il solito potere cominciò a scorrermi nelle vene, ampliando la mia percezione di ciò che mi circondava. Cominciai a vedere e a sentire tutto. La forza mi invase: i miei polmoni, i miei organi, il mio essere vennero alimentati da quel potere anomalo che risiedeva in me.

Un aura spaventosa cominciò ad avvolgermi, soffocando l'aria e uccidendo ciò che in quel momento mi stava osservando.

I miei occhi si riaprirono, dirigendo la loro attenzione verso un albero in particolare. Nonostante me ne accorsi non prestai cura al fatto che ora l'erba su cui stanziavo non era più verde. E nemmeno viva.

Scrutai meglio l'albero. Il mio potere si fece più tagliente ed opprimente tant'è che la figura che si stava celando nella foschia mattutina uscì allo scoperto, sanguinante. La sua bocca e il suo busto erano coperti di quel liquido rosso che continuava a scorrere. Eppure le sue labbra restarono volte in un sorriso, confondendomi.

<<Allora sei davvero tu->>

Le sue parole vennero interrotte nell'esatto momento in cui la sua gola sputò quel liquido che ormai gli aveva invaso la bocca.

Una risata agghiacciante abbandonò le sue labbra,  cominciando a vibrare nell'aria.

<<Hai un potere talmente potente che potrei avere paura di te..>>

Squadrai l'individuo, soffermandomi sulle miriadi di cicatrici che lo caratterizzavano.

<<Chi sei? E che cosa vu-?!>>

Non ebbi il tempo di concludere le mie parole che mi interruppe, avvicinandosi a me.

<<Oh, hai ragione. Perdona la mia maleducazione..>>

Le sue braccia si allargarono in un gesto teatrale.

<<Mahito, uno dei più grandi spiriti maledetti, è qui, al tuo servizio.>>

Rimasi stranita. Uno spirito maledetto in forma umana? Non avevo mai visto una cosa del genere e non mi era mai stato detto nulla a riguardo. Faticai a credere alle sue parole. Egli aveva dei lunghi capelli di un blu grigiastro e due occhi meravigliosi per la loro eterocromia: un'iride azzurra, l'altra grigia.

<<Cosa vuoi?>>

Mahito cominciò a girarmi attorno, come un predatore fa con la sua preda. Odiai la sensazione di impotenza che mi avvinghiò le viscere. Sentì il mio potere sorgere dentro di me ma non feci in tempo a muovere un muscolo. In pochi secondi mi ritrovai infatti bloccata in una strana dimensione, che non avevo mai visto prima.

<<Questa è l'espansione del mio dominio. Carina vero?>>

Restai destabilizzata. Non avevo mai sentito parlare di un dominio o di una sua espansione. Mi misi in guardia, non perdendo d'occhio lo spirito.

<<Sembra che tu non conosca ciò di cui sto parlando..oh aspetta..non dirmi che non ti hanno detto tutto?>>

La rabbia sorse in me, alimentata dall'irritazione che mi stava assalendo.

<<È l'ultima volta che te lo chiedo. Che cosa vuoi da me??!>>

<<Unisciti a me e al mio gruppo. Lasciaci studiare il tuo potere e diventa una di noi. Durante la tua vita hai avuto felicità ma hai avuto anche un sacco di disperazione. Forse quest'ultima supera di gran lunga la prima. Allora..non è meglio diffondere il terrore, la morte e la disperazione? Non credi che tutti dovrebbero attraversare l'inferno che hai passato tu?>>

Philofobia || megumi fushiguro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora