XXII

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<<State attenti!>>

Il senpai Noritoshi rispose all'attacco magico, facendolo svanire nel nulla. Rimasi incantata dalla delicatezza e dalla facilità con cui aveva distrutto un incantesimo tanto opprimente.

Presto ognuno di noi si diede le spalle, troppo concentrato sul proprio lato da proteggere. Un vortice sorse dal terreno lontano. Dei tornadi cominciarono a formarsi, raccogliendo le macerie e rendendo l'aria troppo pesante per poter essere raccolta dai nostri polmoni. Erano dodici. Dodici vortici di disperazione. Uno per ognuno di noi.

Improvvisamente da questi cicloni fuoriuscirono una miriade di spiriti maledetti, che si scaraventarono contro di noi.

Le nostre forze si intensificarono, dirigendosi contro queste maledizioni, esorcizzandole.

La magia di sangue, la manipolazione della scopa, il boogie woogie, lo stile ombra, l'uso di un revolver infuso di energia malefica, i tre nuclei appartenenti a un corpo, l'uso di armi cariche di energia malefica, il pugno divergente, lo shikigami dell'ombra, l'uso di martello e chiodi impregnati di energia malefica, la capacità di lanciare maledizioni e infine quella cosa anomala che risiedeva in me si aizzarono, all'unisono, in una devastante e armoniosa melodia, contro l'alto numero di spiriti maledetti che ci stavano attaccando.

Devo ammettere che la percezione di quell'ondata di energia sovrannaturale mi fece rabbrividire l'anima e battere il cuore. L'adrenalina cominciò a scorrere all'interno delle nostre vene, rafforzando i nostri poteri e i nostri spiriti.

Cercai di usare il meno possibile il mio potere. Avevo paura di svelarlo o di sovrastare gli altri, facendogli del male. Ero terrorizzata di non averne il controllo, di non essere in grado di gestire quella furia.

Nonostante feci particolare attenzione a non esagerare, venni presto raggiunta da un fischio che attirò la mia attenzione. I miei occhi seguirono il suono fino a che non raggiunsero la fonte da cui proveniva. Un uomo, in piedi, era appoggiato ad un cornicione in cemento, qualche metro sopra di noi.

<<Strano ma interessante..dimmi..perché stai limitando il tuo potere spaventoso?>>

I miei compagni, nell'udire la voce, sollevarono lo sguardo verso l'uomo, mettendosi in guardia.

<<Cosa vuoi?>>

Nobara ignorò le sue parole, ponendogli con arroganza questa domanda, a cui però non ricevette risposta.

<<Mh? Hai intenzione di rispondere?->>

<<Non sai che è maleducazione non rispondere, mh? Cosa vuoi?>> chiese Maki, prendendo fermamente la parola e interrompendo il misterioso individuo.

Quest'ultimo mosse appena la mano, sollevando un po' di polvere. Non sembrò nulla, semplicemente un piccolo gesto che però ebbe come conseguenza una strage. Tutti i miei compagni, a parte me, vennero scaraventati con una violenza atroce contro le pareti ancora integre.

Avvenne tutto così in fretta che non ebbero modo di reagire.

Nell'impatto con il cemento, le loro ossa si incrinarono e le loro gole rilasciarono una grande quantità di sangue.

<<Tsk. Mi siete d'intralcio.>>

La rabbia cominciò a sormontare dentro la mia carne e le mie ossa come una furia, scorrendo con disperata impazienza.

Non feci nemmeno in tempo ad accorgermi della tempesta che stava sorgendo all'interno del mio corpo che l'uomo si avvicinò a uno dei miei compagni, con velocità istantanea.

<<Chi sarà più veloce secondo te? Tu o io?>>

L'uomo fissò il suo sguardo nel mio con arroganza. Le sue iridi nascondevano una strana curiosità e un qualche tono malinconico, che non riuscì a decifrare.

Philofobia || megumi fushiguro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora