Ricordo che dopo quella conversazione il professor Gojo mi intimò di non dire niente a nessuno. Non voleva far sorgere preoccupazioni o stressarmi. In aggiunta, non avevamo abbastanza informazioni.
"Quando ti sentirai pronta, mi mostrerai il tuo dominio."
Queste furono le sue ultime parole prima che io mi rinchiudessi nella mia solitudine. Restai per giorni chiusa nella mia camera. Spesso i miei compagni cercarono di farmi uscire ma da me ottennero solo il più pesante dei silenzi.
Le uniche volte che abbandonavo la mia stanza era a notte fonda: che fosse per andare a farmi un bagno o per allenarmi nel fitto del bosco, amavo la solitudine in cui mi rinchiudevo. Non so se fosse perché mi faceva stare peggio o perché in qualche modo ero convinta che colmasse l'abisso che avevo dentro. Probabilmente era per entrambi i motivi.Restai celata nell'oscurità più fitta, circondata dal silenzio più assordante. Mi sentivo tanto bene quanto vuota che non ero nemmeno più in grado di provare o di esprimere sentimenti. Caddi in una condizione di analfabetismo emotivo.
Sarei potuta morire in quel circolo vizioso che mi rendeva tanto forte quanto fragile, ma ciò non accadde. Fu infatti nell'esatto momento in cui venni a sapere da delle voci che presto ci sarebbe stata un'altra operazione, che la mia solitudine venne interrotta. Il giorno prima del famoso incarico, la cui notizia girava, qualcuno bussò alla mia porta.
<<È ora di risorgere Ayame. Ti ho lasciato il tempo che ti serviva ma ora è il momento che torni da me. Da noi. Quindi muoviti, che dobbiamo passare una rilassante giornata tra ragazze. Ti do cinque minuti per prepararti. Se non sarai fuori da questa cazzo di stanza giuro che spacco la porta e ti trascino fuori! Non voglio sentire scuse.>>
Senza rendermene conto un impercettibile sorriso prese posto sulle mie labbra. Nobara aveva tentato e ritentato di aiutarmi e di farmi sentire meglio. Decisi quindi di darle ascolto, per paura di ritrovarmi con la porta distrutta e per prepararmi all'operazione che ci sarebbe stata il giorno dopo.
Fu così che, in meno di un'ora, mi ritrovai a camminare per il centro di Tokyo, andando per negozi e librerie con la mia amica. La sua compagnia mi rallegrò un poco, aiutandomi a riabituarmi alla vita e all'esistenza di altri individui.
<<Nobara..non credi di star esagerando un po' troppo con i vestiti?>>
<<E tu non stai esagerando un po' troppo con tutti quei libri??>>
Ci fulminammo con lo sguardo scoppiando poi a ridere. Eravamo entrambe piene di sacchetti colmi delle nostre amate cose.
La nostra giornata procedette tra le varie vie, che ci condussero in luoghi inaspettati. Mangiammo cibi deliziosi e dopo tanto tempo, per la prima volta, mi sentì battere il cuore.
Non ringraziai mai abbastanza Nobara per ciò che fece, per il fatto che diventò la mia prima vera amica e di questo, mi pento amaramente. Spero che lei abbia percepito ciò che io provavo ogni giorno, grazie semplicemente alla sua presenza. Al sollievo che provava il mio cuore, alla gioia che provavano i miei occhi e al legame che la mia mente faticava a comprendere.
Sorrisi appena nel vedere come le cose stavano progredendo eppure, in un attimo, tutto si frantumò.
Senza accorgermene mi ero allontanata dalla mia amica, la quale non riuscivo più a scorgere. Cominciai a venire trascinata dalla folla di persone che mi circondava. Le mie viscere si strinsero, contorcendosi tra loro. La mia gola smise di raccogliere ossigeno e i miei polmoni smisero di dilatarsi. Cercai disperatamente di tornare a respirare. Avrei voluto urlare.
Il sangue cominciò a pulsare all'interno della mia carne mentre l'ansia cominciava a trasformarsi in disperazione. Mi sentì soffocare.La rabbia della debolezza che mi affliggeva e il desiderio di libertà che mi premeva sul cuore, fecero fluire in me quel potere anomalo. E fu nell'esatto momento in cui venni liberata dalla morsa della folla e venni a scontrarmi con un individuo che pensai di esplodere.
<<VOLETE STARMI LONTANI-!>>
<<Che cavolo stai più attent-!>>
Le voci si interruppero nell'istante in cui si riconobbero tra loro. I nostri corpi si voltarono, cogliendosi. Dopo tanto tempo, incontrai nuovamente quelle iridi blu oceano. Mi persi in esse. Nell'abisso che celavano, incantata.
Nella mia anima sorse la paura. Il terrore mi riempì le viscere. Il mio stomaco si contorse eppure non riuscì a fuggire da quello sguardo colmo di stupore a cui, pochi minuti dopo, si aggiunse quello del mio amico. I due ragazzi rimasero immobili a fissarmi, sconvolti dal rivedermi dopo tanto tempo. Intravidi la paura, il sollievo e la gioia sorgere nelle loro iridi e nelle loro pupille. Non feci in tempo a mandare giù il groppo che avevo intrappolato in gola che la mia schiena venne raggiunta dalle mani del corvino. Le sue esili dita mi attirarono a lui con forza e delicatezza disperate, facendomi perdere nell'oscurità del suo petto. Mi sentì improvvisamente avvolgere da un calore conosciuto, che mi fece rabbrividire.
Venni presto raggiunta da altre due forti braccia e, infine, da quelle colme d'amore della castana. Quei tre ragazzi, i cui petti rimbombavano sulla mia pelle all'unisono e ad una velocità assurda, mi aggiustarono un poco il cuore, lasciando che la mia mente si svuotasse, diventando limpida.Nessuno di noi osò aprire bocca. Non volevamo interrompere la splendida atmosfera guaritrice che ci stava avvolgendo. Fu incredibile come per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sentì viva. Le lacrime cominciarono a scorrere silenziosamente lungo le mie guance, mentre il mio corpo, il mio essere e la mia anima..tornavano finalmente a respirare.
as the world caves in
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Philofobia || megumi fushiguro
ФанфикAnd if somebody hurts you, I wanna fight But my hand's been broken, one too many times So I'll use my voice, I'll be so fucking rude Words they always win, but I know I'll lose And I'd sing a song, that'd be just ours But I sang 'em all to another h...