Il ritorno

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Siccome Silente mi aveva avvertita all'ultimo momento, mi aveva lasciato la libertà di tornare a scuola il giorno dopo rispetto a tutti gli altri. Ebbi così un giorno di tempo per prendere il materiale di cui avevo bisogno, dato che comunque non potevo rischiare di tornare a casa e avevo bisogno prima di tutto di vestiti, in seguito dei libri che avrei usato nelle varie classi. 
Tutto questo, mentre Tonks e Lupin mi seguivano in maniera quasi ossessiva; in numerose occasioni mi ero fermata improvvisamente ed uno dei due si era scontrato con la mia schiena. Comprendevo che lo facevano per la mia sicurezza, tuttavia odiavo essere controllata in quella maniera. Alcune persone mi guardavano già normalmente perché mi riconoscevano e ricordavano ciò che avevano fatto i membri della mia famiglia, perciò non avevo bisogno anche di due babysitter che non passavano nemmeno tanto inosservati: Remus per le cicatrici sulla sua faccia e Nymphadora perché cambiava spesso il proprio aspetto (le bastava posare lo sguardo su qualcuno con un determinato taglio di capelli oppure di colore e decideva di volerlo anche lei). Ma alla fine della giornata, dato che mi erano stati dietro con pazienza, senza provare a chiedermi nulla di quello che era accaduto durante la mia prigionia e non facendo domande riguardo il mio aspetto pessimo, pensai che sarebbe stato carino trascorrere un altro po' di tempo con loro due.

<<Vi va se ci fermiamo a mangiare qualcosa? Ho una certa fame>>, ammisi, guardandoli con un piccolo sorriso. Lupin si guardò intorno con attenzione come se fosse alla ricerca del pericolo, tuttavia, lo stomaco di Tonks decise che quello era il momento adatto per brontolare e mostrarmi che la ragazza era d'accordo con me.

<<Forse dovremmo tornare alla Tana. Non dovremmo perdere tempo>>, mormorò Lupin, stringendo le sopracciglia. 

<<Remus, i Mangia Morte non attaccheranno. Non quando c'è tutta questa gente>>, dissi.

<<Vedo che hai dimenticato quello che hanno commesso in passato>>, ribatté, fissandomi dritto negli occhi. 

<<Lo ricosdo benissimo, ma è da tutta l'estate che non attaccano così apertamente. Ho la sensazione che non inizieranno proprio adesso>>, dissi, intrecciando il mio braccio col suo. <<Poi, la nostra bambina ha fame. Non vorrei essere io quella a dirle che non può mangiare>>, aggiunsi, indicando Tonks con un movimento del capo. Lei in tutta risposta roteò gli occhi e alzò il dito medio, portandomi a scoppiare a ridere. 

<<Va bene. Ma dico a Silente che è stata un'idea tua>>, disse, fingendosi annoiato. Strinsi la mascella, guardando poi davanti a me con espressione seria.

<<Sono sicura che Silente non la prenderà male>>, borbottai, allontanandomi dal mio amico per camminare verso il primo pub che incontrammo sulla strada. All'interno, dopo aver ordinato, Lupin si scusò per andare al bagno, ma ebbi la sensazione che fosse in realtà andato a dire a qualcuno dove ci trovavamo in caso di emergenza. 

<<Quindi...>>, dissi, catturando l'attenzione della ragazza che aveva seguito la figura snella di Lupin per tutto il locale.

<<E' una cosa recente oppure...>>, chiesi, intrecciando le dita delle mani. Lei arrossì, mi guardò con gli occhi spalancati e alla fine decise di fingersi confusa. 

<<Cosa?>>, domandò, usando un tono di voce troppo alto per essere considerato sincero. Ridacchiai.

<<Non c'è bisogno di fare finta, Dora. Non con me>>, dissi, sorridendo.

<<Non è che non mi fidi di te o che trovi bello mentirti, ma la verità è che nemmeno noi sappiamo cosa ci sia tra di noi. Abbiamo passato inevitabilmente tanto tempo insieme, in alcune occasioni si sono creati dei momenti...più che platonici, tuttavia non abbiamo mai parlato di cosa siamo né gli ho mai chiesto se per lui è una cosa seria>>, spiegò, prendendo il proprio bicchiere di BurroBirra per bere un sorso. 

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora