Il giorno dopo

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Mi svegliai a causa di un leggero spiffero caldo dietro la nuca, ma man mano che la mia mente registrava e ricordava informazioni, mi resi conto che si trattava di un respiro. Un piccolo sorriso nacque sulle mie labbra al pensiero della notte precedente e la prova concreta che non fosse stato solo un sogno, giaceva proprio alle mie spalle, con un braccio posto pigramente contro il mio stomaco e le sue labbra estremamente vicine ai miei capelli. Posai la mia mano sulla sua, tracciando dei piccoli disegni immaginari sul suo dorso. 

<<Mh>>, mugolò, spostandosi per avvicinarsi ancora di più a me e girando la mano per mostrarmi il palmo aperto. Sorrisi ancor di più, intrecciando le nostre dita come voleva che facessi. 

<<Buongiorno>>, dissi, piegando la testa per provare a guardarla. 

<<'Giorno>>, mormorò, con la voce impastata dal sonno. Ricordavo a malapena l'ultima volta che avevo avuto il piacere di svegliarmi al suo fianco in quella maniera; senza interruzioni o preoccupazioni varie, senza incontri o allenamenti per diventare una Mangia Morte. Solo noi due e nessun altro. 

<<Mi mancava tutto questo>>, disse come se mi avesse letto nel pensiero. Ma sapevo che non l'aveva fatto, altrimenti avrei avvertito la sua presenza. 

<<Mancava anche a me. Non ho mai sentito il bisogno di svegliarmi accanto a qualcuno>>, ammisi con cautela, sperando di non aver rovinato il momento. 

<<Quindi sono ancora l'unica che ha avuto il piacere di vederti sbavare nel sonno?>>, domandò con divertimento. Doveva essere davvero di buon umore per aver deciso di commentare in maniera così leggera. 

<<Esattamente. Sentiti onorata>>, risposi, decidendo di stare al gioco. Sospirò, alzando le nostre mani come a volerle studiare con cautela. 

<<Vorrei poter restare qui. Con te. Per sempre>>, disse, enfatizzando ogni frase con un piccolo sbuffo annoiato. 

<<Anche io vorrei poter restare. Purtroppo però, sappiamo entrambe che deve finire. Ho la sensazione che Narcissa o qualcun altro inizierà a preoccuparsi se non torniamo>>, dissi, ricordando che la sera precedente, appena giunte nella casa nel bosco, avevamo entrambe inviato una lettera a Villa Malfoy e Hogwarts rispettivamente. Tuttavia, nessuna delle due parti avrebbe reagito bene se avessimo tardato il nostro ritorno e non avrei mai voluto che in qualche modo ci beccassero. Non stavamo facendo niente di male: eravamo entrambe adulte, entrambe consenzienti, entrambe felici (certo lei era una ricercata, però quelli erano piccoli dettagli), eppure sarebbe potuto essere considerato come una sorta di tradimento.

<<Andiamo a vestirci>>, disse, però poggiò la faccia contro il cuscino e tornò a posare il braccio sul mio stomaco, come se non avesse alcuna intenzione di abbandonare il letto. 

<<Penso che possiamo permetterci altri cinque minuti>>, sussurrai, voltandomi per poterla guardare negli occhi. 

<<Pigrona>>, mormorò, aprendosi in un piccolo sorrisetto soddisfatto. Roteai gli occhi, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

<<Ho sempre amato i tuoi capelli post-sesso>>, dissi, facendole un occhiolino.

<<Stronza>>, borbottò, tuttavia i suoi occhi brillarono di felicità. 

Avevo sempre avuto l'abitudine di paragonare Bellatrix ad una assuefazione: una volta che la provavi, non riuscivi più a farne a meno. Quando avevo deciso di non seguire il Signore Oscuro per unirmi a Silente, il mio corpo e la mia mente avevano sofferto tantissimo, come se dovessero abituarsi ad una vita senza la sostanza che permetteva loro di funzionare correttamente. Andare in America fu più facile da affrontare perché era già da tempo che non la vedevo e sembrava paradossale che, in quel momento in cui ci trovavamo nella stessa città, sentissi la sua mancanza come se ci trovassimo su due galassie differenti. Allora ebbi la conferma che quella donna era la mia dipendenza: avevo avuto il piacere di provarla di nuovo, dopo anni, e durante le settimane che passammo separate, il mio cervello stava completamente impazzendo. Numerose volte avevo sentito il bisogno di premere la pietra sull'anello, consapevole che Bella avrebbe penetrato ogni difesa di Hogwarts per potermi raggiungere. Ma il pensiero di metterla nei guai oppure di rischiare di farla riportare ad Azkaban (o persino uccidere), mi fermava giusto in tempo. Perciò, ottobre divenne presto novembre e quando anche questo terminò, il pensiero che finalmente stessero arrivando le vacanze di Natale mi concesse di tirare un sospiro di sollievo. Per quanto provassi a fare del mio meglio per essere presente a lezione, perché la mia vita personale non doveva mischiarsi con quella scolastica, era evidente a tutti che avessi perso quell'energia che gli studenti avevano imparato ad apprezzare durante le mie lezioni. Alcuni di loro mi avevano chiesto se stavo bene e il modo in cui si preoccuparono per me mi fece quasi commuovere. Al tempo stesso, proprio per evitare che continuassero le loro domande, avevo compiuto un altro sforzo in più per ritornare alla normalità e sembravo esserci riuscita. 

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora