Prima lezione

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Nemmeno la magia poteva fare qualcosa per rendere meno visibili le miei occhiaie l'indomani mattina, ma sperai con tutta me stessa che nessuno facesse domande. Non era stato facile trovare sonno quella notte, dato che numerosi ricordi si erano impossessati della mia mente appena avevo poggiato la testa sul cuscino. Mi sentivo triste e persa come la mia prima notte ad Hogwarts appena undicenne, poiché avevo la certezza che il dormitorio dei Corvonero era proprio il luogo in cui sarei dovuta essere. Ma non poteva essere possibile: ero una Avery, dopotutto. I miei genitori erano fedeli seguaci del Signore Oscuro, il più grande mago oscuro di tutti i tempi; colui che accettava tra le sue schiere soltanto purosangue membri dei famosi "Ventotto", che avevano la caratteristica di essere quasi tutti Serpeverde e suoi fedeli seguaci. Invece, quando il Cappello Parlante era stato poggiato sulla mia testa, la sua voce mi aveva sussurrato all'orecchio: <<Una Avery, vedo. Discendi da una famiglia di Serpeverde, però la tua ambizione non è forte tanto quanto la tua intelligenza o il tuo buon cuore. No, non staresti bene col verde. Il blu ti donerebbe di più. CORVONERO>>, aveva poi annunciato a gran voce, lasciandomi confusa e spaesata. Il mio cuore sembrava essersi fermato, le mie gambe avevano preso a muoversi e camminare in direzione del tavolo che non avevo nemmeno notato, poiché estremamente convinta di terminare sedendomi a quello che si trovava all'estremità sinistra della Sala. 
Quando i miei genitori l'avevano scoperto, mi era subito stata inviata una lettera in cui mi mostravano chiaramente di essere delusi da me. Come se avessi desiderato essere smistata in un'altra casata; come se non mi venisse il voltastomaco al pensiero di non essere "abbastanza" per la casata che aveva visto crescere intere generazioni di membri della mia famiglia. 

<<Olivia, tutto bene? Sei ferma davanti alla porta da alcuni minuti>>, una voce femminile mi riportò al presente. Mi guardai intorno, rendendomi conto di essere effettivamente ferma dinnanzi alla porta di ingresso della Sala. La professoressa McGranitt era al mio fianco, una mano poggiata contro la mia schiena e un'espressione preoccupata in volto.

<<Io...sì, mi sono distratta un secondo. Mi sembra tutto così strano>>, mormorai, decidendo di dire una mezza verità. Un piccolo sorriso si formò sul suo volto.

<<Posso solo immaginare, Olivia. Entriamo insieme?>>, propose. Annuii, lasciandomi guidare verso il tavolo dei professori, già occupato da tutti i suoi insegnati. Le tavole dei ragazzi, invece, presentavano solo pochi studenti che sembravano ancora intenti a raccontarsi gli ultimi dettagli delle proprie vacanze. Notai che c'erano anche alcuni studenti del primo anno, perciò immaginai che l'emozione non gli avesse concesso di dormire. 

<<Olivia, tesoro, non penso abbiamo avuto modo di parlare molto ieri>>, disse la professoressa Sprite. Aveva iniziato ad insegnare durante il mio ultimo anno, proprio per questo motivo io avevo smesso di seguire corsi di Erbologia, perciò conoscevo il suo nome e il suo volto non mi era sconosciuto, tuttavia non era mai stata una mia insegnate. 

<<Cosa desidera sapere, professoressa?>>, chiesi, sorridendo. 

<<Be', com'è la vita...>>, si fermò, guardandosi intorno come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno. Ridacchiai.

<<Da Babbana?>>, suggerii, inarcando un sopracciglio. Annuì, arrossendo teneramente. 

<<Inizialmente, è stato difficile adattarsi alla vita senza magia. Sono tante le cose che facciamo utilizzandola senza rendercene conto, perciò quando ti trovi improvvisamente senza, ci vuole un po' di tempo ad abituarsi>>, ammisi, ripensando al primo periodo in America. A quei tempi, mi era risultato difficile persino lavare ed asciugare i piatti (nella mia famiglia, le faccende domestiche spettavano agli elfi, ma quando poi mi ero allontanata da loro ed avevo cercato una mia indipendenza ancora all'interno del mondo magico, era stata la mia bacchetta ad evitarmi la fatica). 

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora